Sento delle voci intorno a me, ma non riesco a distinguere di chi siano..così piano a piano cerco di riaprire gli occhi e di mettere a fuoco le persone che mi stanno davanti, ma tutto con scarsi risultati.
X - "Non so cosa sia successo, si è buttata per recuperare la palla e dopo non l'ho più vista rialzarsi" okay questa sono sicura che sia Sara, ma la domanda è: con chi sta parlando?!
X - "Però c'è da dire che è molto brava in rice e difesa! Ha per caso giocato a pallavolo?" Aspetta questa voce io l'ho già sentita, ma non mi ricordo bene: dal vivo o forse in tv? Oddio vuoi che sia lui? Devo scoprire di chi cazzo sono queste voci!
Tento di riaprire di nuovo gli occhi mettendo a fuoco le facce di chi ci sia intorno a me. Avevo ragione: Sara è proprio alla mia destra, ma a cerchio intorno a me sono disposti l'allenatore, Angelo e i ragazzi della squadra.
Sara - "Oddio Megan! Come stai?"
"Io-io bene, ma che è successo?" Cerco di alzarmi, ma sento un dolore lancinante..ora ricordo! Stavo correndo per prendere la battuta di Sara, ma il ginocchio e la caviglia..
"Ora mi ricordo"
A - "Ma tesoro, perché sei svenuta?" Mi chiede Angelo. Non posso dirglielo, non posso dirgli che sono ancora debole, non posso.. Devo mentire, non c'è altra soluzione
"Non lo so, forse una carenza di zuccheri" sorrido timidamente, cercando di essere il più convincente possibile
Blengini - "Meglio se vai a prenderti qualcosa" porgendomi la sua mano come aiuto per alzarmi, la accetto e, con l'aiuto anche di Sara, mi alzo.
Blengini - "Voi ragazzi, continuate l'allenamento fisico che abbiamo stabilito! Muoversi!" I ragazzi si dileguano tutti, eseguendo gli ordini impartiti dal loro coach
Sara - "Dimmi la verità Megan" mi sussurra all'orecchio "Non era una carenza di zuccheri"
"Sara.."
Sara - "È stato per il tuo.."
Blengini - "Sara vieni ho bisogno di te!" La mia amica mi guarda preoccupata
"Vai pure, sto bene! In camera ne parliamo" annuisce alle mie parole e se ne va.
Intanto, piano a piano, senza farmi notare vado in spogliatoio. Appena mi tolgo le scarpe e le ginocchiere, noto subito il gonfiore che inizia ad aumentare, cazzo ho sforzato troppo. Prendo dal borsone la mia solita crema e la spalmo sia nel ginocchio, sia nella caviglia e in entrambe vedo le cicatrici. Ogni volta che mi soffermo a guardarle, mi ricordano quella sera dopo la partita..Flashback
X - "Megan ci sono io, stringi la mia mano!" Le mie urla sovrastano il suono di quella voce, tanto che non riesco a capire di chi sia. Lacrime continuano a bagnare il mio viso. Dolore e fitte continuano a scorrere nella mia gamba destra, dal ginocchio fino alla caviglia. Sento la scarpa legata troppo stretta, le ginocchiere troppo strette, il calzettone che opprime, tutto è troppo piccolo..
X - "Megan! Devi dirmi che dolore ti senti?" mi chiede il coach, devo rispondere, lui forse capirà cosa ho
"Ginocchia, caviglia.. mi sento come se una corda si fosse spezzata in due"
Coach - "Signora Anderson, la deve portare subito in pronto soccorso!" Perché?! No, non voglio andare in ospedale.. no vi prego!
Mi agito per far capire la mia disapprovazione, ma vengo presa in braccio dal mio allenatore che mi porta in macchina e mi distende nei sedili posteriori. Mia madre sale nel posto di guida e di fianco a lei sale Sara, la mia compagna di squadra, la mia amica. Non c'è lui, non c'è mio padre..
Fine FlashbackX - "Ehm ehm" il ricordo di quella sera svanisce nei miei occhi, sostituito dalla vista del mio idolo, il libero Rossini!
R - "Il coach mi ha mandato per chiederti se ti sei ripresa e se potresti venire a controllare Matteo" controllare? Oh si giusto, sono la fisioterapista! Che stupida che sono
"Sisi arrivo subito"
R - "Comunque sei stata brava prima! Si vede che hai giocato come libero" mi fa l'occhiolino e poi se ne va, probabilmente per continuare l'allenamento. Rossini mi ha detto che sono brava? Non è possibile, tutto questo sembra irreale! Okay meglio se mi preparo e vado al lavoro. Mi metto una tuta e vado a vedere cosa è successo.
A - "Eccoti cara, meglio se dai un'occhiata a Matteo. Sente non so cosa alla coscia" muovendo le mani con fare scocciato
M - "Piacere, io sono Matteo. Matteo Piano" sfoggiando uno dei suoi grandi sorrisi a 32 denti e, se devo essere sincera, è molto carino di persona.
"Megan" non dico mai il mio cognome, a meno che non me lo chiedano. Meglio non farlo sapere mai..
"Allora cosa ti senti? Dolore alle ossa o al muscolo?"
M - "Muscolo. Facendo la rincorsa, ho sentito una fitta alla coscia, come se il muscolo fosse una corda da tirare"
"Mm okay, molto probabilmente è uno strappo. Ti faccio un massaggio e poi vediamo come va domani"
M - "D'accordo!" e sussurandomi all'orecchio "fa sempre piacere farsi massaggiare da una bella ragazza" sorpresa, ridacchio a quelle parole. Lo faccio distendere sul lettino e prima di iniziare, guardo in campo e noto Simone (il ragazzo dell'aereo, come lo chiamo io) guardarmi per poi distogliere subito lo sguardo. Perché mi stava guardando? Oh cazzo, vuoi che lui mi abbia visto svenire? Figurati, se non ti ha vista Megan, tutti hanno ammirato la tua figura di merda!
Mentre lavoro, io e Matteo parliamo un sacco e scopro che è proprio simpatico! Non riesci a non ridere con lui, ogni cosa che dice trova sempre un modo per farti sorridere.
"Ho finito. Domani ad allenamento se senti una fitta come quella di oggi o più forte, dimmelo subito!"
M - "Agli ordini, signorina" ma, prima di raggiungere gli altri in spogliatoio, si ferma "Megan, ti andrebbe di venire a cena con noi stasera? Ci saranno anche il coach, Angelo e ovviamente Sara" grattandosi dietro la nuca
"Certo, vengo volentieri"
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One Job, Two Loves
FanfictionUna ragazza, un lavoro, un vecchio amore e uno che forse nascerà.. Come è possibile che la propria vita possa cambiare dopo una semplice telefonata?