Capitolo 6.

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Questa mattina mi sono svegliata veramente di cattivo umore.
Odio svegliarmi in un letto che non è il mio,guardarmi attorno e sentirmi in un posto sconosciuto.

Decido di alzarmi,non deve essere molto tardi quindi mi dirigo verso il bagno con l'intenzione di farmi una doccia.

Sento dei rumori,molto probabilmente Cristiano sarà già in piedi a fare chissà cosa.

Dopo esser stata più del dovuto nella doccia,caccio dalla valigia una semplice canottiera bianca da infilare nei pantaloni a vita alta neri,con le mie amate super star bianche.

Esco dalla stanza,sapendo di dover incontrare Cristiano,ma sinceramente non sono dell'umore per discutere,voglio solo riuscire a realizzare che starò qui per 6 mesi e che mio cugino è appena partito.

Entro in cucina e lo vedo li,intento a fare colazione,seduto sullo sgabello,con i gomiti appoggiati sul tavolo di marmo.

Io:<<Buongiorno.>>

Mi siedo di fronte a lui su uno degli sgabelli bianchi rialzati.
Solo quando lo saluto,si accorge di me e forza un sorriso.

Cristiano:<<Buongiorno,come hai dormito?>>

Mi passa una tazza contenente del caffè.

Io<<Diciamo che non è stata la notte migliore che abbia avuto.>>

Mi guarda e sospira leggermente,iniziando a sorseggiare il suo caffè.

Cristiano:<<So quanto può essere difficile.>>

Alzo lo sguardo e lo guardo confusa,cosi da fargli continuare il discorso.
Poggia la sua tazza e mi fissa prima di prendere nuovamente parola.

Cristiano:<<Stare lontano dalla propria famiglia.>>

E li capisco tutto.

Io:<<Oh,immagino di si..>>

Continua a parlarmi con un sorriso amaro,senza guardarmi.

Cristiano:<<Lascio spesso Cristiano Jr dai nonni per le partite,sai no?>>

Mi limito ad annuire e abbassare il capo.

Sono rimasta per un bel po' di tempo a girare il caffè con il cucchiaino,non riuscendo a risollevare lo sguardo.
Forse troppo rattristata dalla partenza di Neymar,o per il semplice motivo che sento di poter piangere da un momento all'altro.

Stranamente mi ritrovo a parlare di queste cose con lui,di come mi manchi mio cugino o di come a lui manchi suo figlio.

Anche durante i miei concerti,quando parto per giorni o mesi,la famiglia è pur sempre la famiglia,non mi abituerò mai a stare lontano da loro,soprattutto da mio cugino,oramai è parte di ciò che sono e della mia vita.

Mi parla nuovamente risvegliandomi dal mio stato di trance.

Cristiano:<<A volte mi sento in colpa,lui ha bisogno di me,ma viaggio continuamente non dedicandogli il tempo necessario,vorrei solo che fosse fiero di me.>>

Vedo che con la sua mano si strofina gli occhi,tira su col naso.
Sta per piangere.

Con un gesto impulsivo,mi alzo e vado dall'altra parte del tavolo prendendo posto accanto a lui e si volta per guardarmi meravigliato e confuso.

Prendo un bel respiro per il contatto che hanno i suoi occhi con i miei e preparo il discorso.

Io:<<Sei un grandissimo stronzo,questo non posso negarlo,ma sono sicura che tuo figlio sia fiero di te.>>

Meu pesadelo.|Cristiano Ronaldo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora