Capitolo 17

48 17 1
                                    

Eravamo finalmente arrivati al paesino, che pochi metri prima, mi ero arresa pensando fosse un miraggio della stanchezza, piú sangue perdevo, piú mi sentivo male, non potevo sopportare quella situazione, stare con lui, mentre stavo male, tutta ferita, con il mondo addosso. Chiedevo solo una normale vita da adolescente. No, non potevo, non per altro tempo, entratammo nel palazzo piú vicino, sarei uscita sola, non volevo continuare a stare con una pessima compagnia come la sua. Entrammo in quel palazzo, pieno di uffici, quasi un labirinto. Era molto moderno. Un uomo si avvicinó a noi e disse...

Una strana situazione
A l'etá di 5 anni !!

Eravamo nel comodo salotto di casa, ero in compagnia di mio padre, nel divano spazioso che avevamo, mia madre era in cucina, che preparava un pranzo fantastico. Io e papá stavamo guardando incontri di wrestling, da bambina li trovavo davvero forti, erano molto interessanti. Dalla morte di papá, non guardavo piú gli incontri di wrestling. Amavo passare tempo con lui. Era il mio eroe, il principe azzurro che ogni bambina sognava. Ma da quando è morto, il mio carattere è diventato piú acido, e vado subito sulla difenziva. Sognavo di diventare come lui. Un eroe, cosí mi parlava del suo lavoro. Che io tanto volevo imparare. Ma da quando ho visto la sua... non mi ricordo piú che tipo di mestiere, faceva. O come me lo descriveva. Non me lo aveva mai detto esplicitamente, o almeno per quanto mi ricordi.

Giorno dopo.

"Papá mi insegni..." chiesi con gli occhi dolci, e con la solita voce da bambina adorabile che avevo, aspettando un si come risposta. "Tesoro sai che mi sto esercitando per il lavoro, e non mi sembra il caso, per una dolce bambina come te" disse mio padre schivando le palline che gli venivano lanciate, da un macchinario. "Ma papá" !! Continuai io insistente. "Daccordo". Continuó. "Devi solo schivare le palline che ti tiro, stai attenta" disse prendento piú palline in mano.

E dopo quella in parte lunga mattinata passata a giocare con papá, era finalmente ora di pranzo, la mamma ci venne a chiamare, e noi ci affrettammo ad andare a lavare le mani e ad andare a tavola, all'inizio del pranzo, nessuno disse nulla, quindi io decisi di rompere il silenzio, che era padrono della situazione, raccontai un pó di ció che avevamo fatto durante la mattinata, di cosa mi aveva imparato papá.

Pomeriggio atteso

"Papá sbrigati, sai che non so aspettare piu del dovuto" dissi impaziente io. Aveva promesso questa mattina di continuare ad esercitarmi. Non mi rispose, strano?! Mamma non era in casa.. mi voleva fare uno scherzo?! 'Avevo sentito un rumore assordante, provenire dal salotto'. Andai a vedere impaurita cosa avesse scaurito quel rumore. Guardai nascosta bene ció che era da poco successo, credendo fosse uno dei soliti scherzi di mio padre, ma non lo era. C'erano due uomini robusti, uno con la pistola in mano, hanno fatto del male a mio padre, saró piccola ma le cose le capisco.. Mi sento crollare il mondo addosso. Perché a me?!
Fine pt.1

Spazio autrice !!

Ciao come avevo detto avrei pubblicato un nuovo capitolo. Eccolo spero vi sia piaciuto, e buona lettura. (Gradirei lasciassi una 🌟, grazie e..)

CIAONE !!

 || An asshole with blue eyes || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora