"Vuoi una mano?"
"Scusami, non l'ho fatto a posta."
"Non preoccuparti" disse lui chinandosi a prendere il mio telefono "Ormai ci incontriamo sempre così."
"Non volevo farti male, scusami, ma questo gesso.."
"Va tutto bene. Ecco il tuo cellulare."
"Grazie mille."
Lui mi sorrise.
"Quindi non sono andati via." mi si accese un briciolo di speranza.
"Chi?"
"Tutti gli altri: i professori, i miei compagni, i tuoi compagni, la 5C..." cominciai a parlare tutta contenta.
"Ho capito, ho capito.." disse sorridendo.
"Allora?" lo guardai in attesa di una risposta.
"A dirti la verità non lo so, non li trovo da nessuna parte."
"Ottimo. Anche io non ho trovato nessuno."
"A parte me"
"A parte te."
"Sono Leonardo, piacere" disse porgendomi la mano destra.
Finalmente sapevo il suo nome, adesso era Leonardo e non più il mio "amico guardone".
"Piacere, Natasha" dissi porgendogli la mano sinistra
"Ah già scusami, il gesso." disse diventando tutto rosso e mettendosi una mano tra i suoi capelli scuri, folti e leggermente ricci.
"Stai tranquillo, nemmeno io ci ho ancora fatto l'abitudine" gli sorrisi.
Poi ci stringemmo le mani e quella fu la prima volta che, così vicini, avevamo stabilito un contatto fisico.
"Bene, adesso che si fa?" chiesi.
"Raggiungiamo gli altri. Ho parlato con dei miei compagni e mi hanno detto che stanno andando in Piazza Bra."
"Okay e tu sai dov'è?"
"Certo, tranquilla. È davanti all'arena."
"Ah, un'altra cosa: si sono accorti che manchiamo?"
"No e non devono accorgersene."
"Perché? Se i professori non sanno nemmeno badare ai loro studenti..."
"Sì hai ragione, ma evitiamo di farli arrabbiare e preoccupare inutilmente, altrimenti sciuperemo la gita a tutti, no?"
"Okay, okay."
"Tanto so io dove andare. Adesso usciamo e prendiamo l'autobus così arriveremo anche prima di loro."
Aspettammo l'autobus, che non tardò ad arrivare.
Non c'erano posti a sedere quindi rimanemmo in piedi e per me fu come un'impresa mantenere l'equilibrio, soprattutto quando il mezzo curvava o si fermava. Vedevo il mio braccio destro dondolare avanti e indietro.
"Che cosa c'è da ridere?"
"Tu.. sei così buffa con quel gesso."
"Ah ah ah, simpatico. Vuoi che ti faccia sentire un'altra volta quanto è morbido?" dissi avvicinandomi a lui e mollando la presa da dove mi stavo reggendo.
A quel punto l'autobus fece un'altra brusca frenata e io andai a sbattere addosso a lui.
"Stai attenta." Disse dolcemente prendendomi e circondandomi col suo braccio, come a volermi stringere a sé. "Non ti basta un gesso?" scherzò.
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Petali di Ciliegio - Romeo + Giulietta
ChickLitIn fondo le cose più belle nascono sempre per caso ed è questo che accade anche a Natasha, la protagonista della storia. La sua vita s'intreccia con quella di un albero di ciliegio, che le sarà sempre caro perché fragile e allo stesso tempo forte co...