Light Bar Caffè

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Probabilmente sono quasi le tre di notte, e non riesco a chiudere occhio. La lampada illumina leggermente la stanza buia, quanto basta per vedere le cose intorno a me.

Non ci ho fatto tanto caso ma, i miei occhi guardano un punto fisso da più di due ore circa, il punto dove si siede di solito Shion sul divano.

Se mi impegnassi ad immaginare, riuscirei a vederlo, lì, a leggere una storia mentre i topi robot stanno sul tavolo ad ascoltarlo, e tra una storia e l'altra si prende una pausa bevendo un po' di caffè. Ma in questa stanza, ora, ci sono solo io, i topi, e tanti scaffali pieno di libri.

Sono passati, chissà, settimane? mesi? anni? da quando abbiamo preso strade diverse dopo che il muro di
no.6 è crollato.

Non so quanto tempo è passato, so solo che è passato un eternità dall'ultima volta che l'ho visto.

Mi butto di peso sul letto affogando il viso nel cuscino, chiudo gli occhi lasciando i momenti passati con quel ragazzo entrare bruscamente nei miei pensieri.

Ricordo che lui una volta mi disse queste parole che finora porto con me 《. .  Puoi non capirlo, ma ero terrorizzato. Nezumi, ci sono troppe cose che non comprendo, ma una l’ho afferrata, ovvero, ho paura di perderti. Sono riuscito a capirlo. Più di chiunque altro mi preoccupo al pensiero di non rivederti. Non importa quanto tu rida, o mi sminuisca, è ciò che provo veramente.》

Ricordo ancora la prima
volta che ci siamo visti.

Circa quattro anni fa.

Stavo scappando dalle guardie, ero ferito e perdevo sangue, correvo il più veloce possibile, pioveva ed era buio, quasi quasi volevo arrendermi e smettere di correre. Ma poi, vidi lui.

Vidi un ragazzo buffo sul balcone che urlava contro il vento mentre si lascia accarezzare dalla pioggia, e in quel momento sentì un briciolo di speranza dentro di me, la finestra della stanza del ragazzo era aperta, quindi entrai.

In quel momento in cui mi trovai di fronte a lui, pensai che prima o poi mi avrebbe cacciato da casa sua, o peggio, che avrebbe chiamato la polizia. Invece accadde tutto il contrario.

Mi curò, mi fece cenare di nascosto nella sua stanza, e mi lasciò dormire sul suo letto. Fece tutto questo anche dopo aver saputo me che stavo fuggendo dalle autorità per non finire all'area di sicurezza speciale della città, che di certo non era un buon posto per un fuggitivo come me dato che la città segue delle regole estremamente severi.

"Ma è stupido o fa finta?" pensai sapendo il rischio che correva il ragazzo, ma notai che è un ragazzo sveglio e intelligente, l'armadietto pieno di trofei lo dimostravano, quindi penso che sapeva benissimo che rischiava tanto perché aveva aiutato un fuggitivo.

Ora non ricordo se si era addormentato vicino a me o, chissà nell'altra stanza o sul divano, ma vorrei pensare che si fosse addormentato vicino a me.

Dio, cosa ho appena detto? Ha ragione quella mia specie di amica, Dogloan, da quando l'ho conosciuto tendo a mostrare le mie emozioni.

Ricordo solo che ridemmo tanto, quella sera, ricordo come diventò un rosso pomodoro quando lo prendevo in giro per la scenetta di lui sul balcone che urlava come una ragazzina isterica, ricordo come mi strinse la mano, la sua era calda.

Comunque me ne andai prima dell'alba, dovevo andarmene da lì, primo perché non potevo restare un altro secondo in quella merda di città e secondo, perché non volevo coinvolgere altre persone.

Quattro anni fa lui mi salvò la vita, quindi quando la sua era in pericolo, non potevo non cogliere l'occasione per ripagare il favore.

Odio avere dei debiti.

No.6; After the end (reunited)Where stories live. Discover now