Il rapimento

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Parcheggio davanti a casa Dallas, ci sono stato poche volte per delle feste o per comprare la droga per Matt.
"Tieni ti servirà." Mi dice porgendomi una scatola di medicinali.
"Che roba è?" Chiedo esaminando la scatola.
"Sonniferi; dopo qualche minuto fa effetto. È potentissimo, fai sciogliere la pasticca nell'acqua e falla bere a Shawn." Annuisco e metto la scatola nello smalto.
Scendiamo e sentiamo tuonare, ci mancava solo la pioggia per peggiorare questo momento.

Dopo alcuni minuti che suoniamo il campanello, Cameron ci apre.
Sfoggia il suo solito sorriso falso, odia la gente e soprattutto odia la ragazza che è al mio fianco.
Qualche mese fa voleva portarsela a letto, ma quando Noemi lo scoprì era a pezzi. Perché Cameron gli piaceva e lui l'ha fatta soffrire.
"Che ci fate qui?" Dice quasi contento della nostra presenza; non smette di sorridere.
"Non si può passare un po' di tempo con i propri amici?" Chiedo con un sorriso.
Ci invita ad entrare e provo un senso di vittoria.
Nonostante le poche volte che sono venuto qui, l'arredamento non è cambiato: i mobili neri si intonano perfettamente nelle pareti bianche. Però l'intera è arredata con mobili neri.
Cam ci fa sedere sul divano ed io cerco Shawn con gli occhi, ma non è qui.
"Allora dov'è Shawn?" Dico senza pensarci e, infatti, Noemi mi dà una gomitata.
Sono un coglione!
Non penso mai quando dico le cose.
"Beh è in camera sua, perché me lo chiedi?" Cam assume un'espressione sospettosa. 
"Oh volevo dirgli una cosa che riguarda una ragazza. Quella del quinto anno, Madison Green. La ragazza più carina della scuola: è interessata a tuo fratello." Improvviso una cazzata davvero geniale.
A Shawn è sempre piaciuta quella ragazza però lei lo vede solo come un amico e questa cosa potrebbe essere a mio vantaggio.
Madison è la classica ragazza che si veste con abiti cortissimi per farsi notare. Chiunque sia uscito con lei ha detto che è una di quelle ragazze viziate e che hanno sempre bisogno di attenzioni.
"Che succede qui?" Domanda Shawn entrando in stanza, sembra un ragazzo così innocente però, secondo me, c'entra anche lui qualcosa con Mike o con Jessica.
"Oh niente: piaci ad una troia." Lo informa Noemi e mi trattengo dal ridere.
Faccio cenno a Shawn di andare in cucina a parlare di questa ragazza.
Lui si versa dell'acqua e sorseggia impaziente di sapere il nome di questa ragazza; quanto odio quando fa quel sorrisetto pefido: tra poco cadrà in un sonno profondo.
"Chi è questa ragazza?" Mi chiede ed io sospiro pensando velocemente ad un modo per farlo andare via e mettergli il sonnifero nel bicchiere.
"Madison Green, quella del quinto anno." Lui tossisce e mi guarda stupito.
"Cosa?! Piaccio a lei?" È esterrefatto per questa notizia; mi piacerebbe dirgli che è solo una bugia, però mi trattengo dal farlo. Gli dico che ho il numero di questa ragazza alquanto troia: me lo aveva dato qualche mese fa, gli piacevo però io pensavo solo a lei e non mi sarei mai innamorato di una Barbie.
Questo è sicuro.
"Fantastico! Vado Vado a prendere il cellulare e torno!" Esclama eccitato, si alza di scatto e cammina velocemente fino alle scale.
Apro lo zaino, mi tremano le mani e l'ansia continua alle salire in ogni secondo.
Strappo la linguetta della bustina e metto quella polverina dentro il bicchiere; non dovrebbe accorgersi di niente. Metto via la bustina vuota e lancio alla cieca nello zaino la scatola di sonniferi.
Shawn torna giù con il suo telefono, sta mandando dei messaggi e non mi rivolge lo sguardo finché non si siede di fronte a me. Ha il sorriso stampato in faccia e aspetta che io gli dica il numero di Madison.
Tiro fuori il cellulare e gli detto il numero, lui non smette di ridere. Finalmente dopo alcuni minuti si scola tutta l'acqua nel bicchiere, il sonnifero agirà tra qualche minuto: devo inventarmi una scusa per farmi accompagnare da qualche parte.
"Cazzo! Ho dimenticato di andare andare a ritirare la chitarra che avevo ordinato."
"Da quando suoni?" Mi chiede massaggiandosi le tempie confuso.
"Da qualche anno. Mi potresti accompagnare, non ho voglia di aspettare mezz'ora da solo."
"Perché non lo chiedi a Noemi?" Chiede e devo inventarmi qualcosa.
"Ma lei sta così bene in salotto con Cam." Replico con un sorriso pervertito. Lui finalmente cede ed andiamo in macchina. 

Dopo alcuni minuti crolla in un sonno profondo ed io sono contento che una parte del piano sia andata bene.
Mi dirigo nella vecchia fabbrica abbbandonata dove io e Matt andavamo sempre dopo la scuola per "rilassarci".
In poche parole lui si fumava una canna e beveva qualcosa di superalcolici; io invece mi limitato ad una semplice sigaretta e, una volta finita, a lui lo lasciavo lì svenuto.

Il tragitto è durato più o meno un'ora e Shawn è ancora nel mondo dei sogni. Parcheggio vicino alla porta d'ingresso, spengo la macchina e vado vado a prendere Shawn.
Prendo i suoi polsi e li lego con lo scotch che, di solito, si usa per i pacchi postali. Mi assicuro che sia stretto e poi lo trascino di peso dentro quella fabbrica, lo butto a terra come se fosse spazzatura e si lamenta del dolore.
Fortunatamente il sonnifero fa la sua parte per farlo addormentare. Mando un messaggio a Noemi, lei mi dice che sta arrivando con Cameron.

Prendo una sedia mezza rotta e in qualche modo faccio sedere Shawn, ancora mezzo addormentato. Non esito a legarlo alla sedia; lo sveglio in tutti i modi e quando ci riesco lui è così confuso e appena mi vede mi rivolge un'occhiata assassina: dovrebbe sapere che in questo momento sono io quello che potrebbe ucciderlo. Tiro fuori il coltellino ero glielo punto vicinissimo alla gola: lui deglutisce, sta sudando freddo e leggo la sua paura nei suoi occhi.
"Calmo, non ti succederà nulla." Gli sussurro in modo molto inquietante.
"Che cosa vuoi da me?" Dice con un'espressione intenta a farmi intenerire, però non ci riuscirà mai.
"Da te nulla, ma da tuo fratello... sì." Dichiaro e tengo il coltello appoggiato sua gola, si ritrae quando la lama in ferro lo tocca. Sento bussare alla porta.
"Una sola parola e sei morto, intesi?" Dico e lui annuisce; lo faccio ribaltare in modo che non si possa alzare.
Nascondo il coltello in tasca e vado ad aprire. Cam è davanti a me e senza esitare lo prendo dalla maglietta e lo scaravento a terra e poi gli punto la pistola contro.
Mi dà un senso di sicurezza avere un'arma da fuoco e soprattutto puntarla a lui.
"Luke stai calmo." Mi dice alzando le mani e indietreggiando.
"Devi solo rispondere a qualche domanda okay?" Lui annuisce e ovviamente non posso fare altro che sorridere in modo sadico.
"Okay, suppongo tu abbia capito." Mi dice.

I'M NOT DANGEROUS ||LUKE HEMMINGS||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora