Capitolo Sei.

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Capitolo Sei.

Circondo la vita di Douglas con le braccia, appoggio una guancia contro la sua schiena sentendo l'umido della sua giacca contro la pelle, e ascolto il battito regolare del suo cuore. Posiziona il cesto di frutti di bosco tra le sue gambe e, dopo aver dato un colpetto al cavallo con il frustino, parte verso il Palazzo.

Abbiamo passato il pomeriggio seduti sotto l'ombra di un albero a parlare, mentre gli abiti si asciugavano al sole. Mi ha raccontato che, nel primo periodo trascorso in Francia, sentiva molto la mancanza della sua famiglia ma, con il passare del tempo e dopo aver fatto amicizia con i due figli del Re, ha iniziato ad ambientarsi.

All'età di quindici anni, insieme al primogenito Maximilian, ha iniziato ad allenarsi per entrare nell'esercito francese. Sono stati allenamenti difficili, alcuni uomini non riuscivano a superare le prove imposte, venivano cacciati e riportati in paese all'interno di un calesse. Ha resistito fino alla fine e, dopo aver combattuto il battaglia e aver appreso la cultura francese, ha deciso di tornare in Inghilterra.

Sentiva il bisogno di tornare nella sua patria, gli mancavano i suoi genitori, sua sorella... Ed io, così ha detto.

Un sorriso compare sulle mie labbra, chiudo gli occhi e aumento la stretta intorno ai suoi fianchi. Avrei passato ore intere ad ascoltarlo ma, sicuramente, le nostre famiglie saranno preoccupate e la fame inizia a farsi sentire.

Dopo qualche minuto ci ritroviamo davanti al cancello, scende da cavallo e mi aiuta a scendere, tenendomi per la vita. Sistemo la gonna del vestito lungo le gambe e afferro il cesto, per poi camminare al suo fianco verso le stalle.

-Logan?- chiama, ma non riceve risposta. -Dove può essere?- inarca un sopracciglio e lega le redini del cavallo alla staccionata bianca.

-Forse è con gli altri domestici in cucina- entro all'interno delle stalle e mi guardo intorno. È strano che non sia qui: la lanterna è accesa e alcuni cavalli non sono al loro posto, non è da Logan non sistemare prima di andare via.

-Isobel!- urla qualcuno attirando la mia attenzione. Esco dalle stalle, affiancando Douglas, e vedo Logan correre verso di me seguito da alcuni servi. -Grazie a Dio, stai bene- circonda la mia vita con le braccia, cogliendomi di sorpresa, e mi stringe forte a sé.

Aumento la stretta intorno al manico del cesto di frutti rossi, per non farlo cadere e guardo confusa i servi davanti a me. -Si... Che cosa è successo?- gli chiedo allontanandomi.

-Che cosa è successo?- chiede alzando le sopracciglia. -Sei sparita da questa mattina, credevo ti fosse successo qualcosa. Ero preoccupato- la sua espressione si addolcisce e noto, grazie alla luce delle lanterne, un rossore comparire sulle sue guance.

-Ero con Dou... Con il Principe Douglas- mi correggo e sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata. Devo imparare a mantenere la formalità quando, intorno a noi,  sono presenti altre persone

-Maestà- Logan punta lo sguardo su Douglas e china il capo in segno di rispetto. -Scusate, non vi ho porto i miei saluti- sussurra ancora a testa bassa.

-Non preoccuparti- dice appoggiando una mano sulla sua spalla.

-Vostro padre e vostra madre erano molto preoccupati. Hanno organizzato delle squadre di ricerca da mandare per tutto il paese- dice alzando lo sguardo da terra, facendo alzare gli occhi al cielo al Principe.

-Vado a comunicare loro il mio ritorno- ci volta le spalle e inizia a camminare verso l'entrata del Palazzo, facendo svolazzare il mantello sulle sue spalle. Resto a guardarlo per qualche secondo, sperando che si giri a guardarmi, ma sparisce dalla mia visuale.

Il Principe E La Serva.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora