Capitolo 1

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Percorsi la passerella. Passo dopo passo, dovevo arrivare solo fino alla fine, fare una giravolta e tornare indietro. Poi avrei potuto vomitare, come facevo ogni giorno, quel poco che avevo nello stomaco. Camminai sui quei trapoli con l'immagine impressa di com'ero una volta. Ero una ragazza come tante, con una vita felice, certo anch'io avevo i miei probliemi, ma nulla in confronto ad ora. Ero alta ed avevo un fisico normale, come ogni ragazza con le tette piccole mi sarebbe piaciuto avere una taglia in più di reggiseno, ma questo 'difetto' mi sarebbe servito poi per diventare quello che sono ora. Una modella. Sorpassai la tenda e finalmente mi siedetti sulla sedia davanti al mio specchio. Mi tolsi i trampoli e presi una salviettina struccante, con tutto il trucco sbavato realizzai che quella non ero io, ma ero obbligata ad esserlo. Mi cambiai prendendo un normale jeans e una canotta bianca abbinate alle mie all star. "Se continui a vestirti cosi non diventerai mai famosa" disse Ellen alle mie spalle, non so perchè ma fin da quando ero arrivata mi sparlava dietro continuamente, ma avevo imparato a non farci caso. "Scusi signorina è lei Ariel Wild?" mi chiese un signore vestito in giacca e cravatta con degli occhiali da sole, ma io mi chiedo se sei un locale buio che te li metti a fare degli occhiali da sole? Annuì, senza dire una parola mi fece cenno di seguirlo, avevo paura, che cosa voleva quell'uomo da me? Dopo qualche minuto arrivammo davanti ad una macchina nera e con sguardo incerto chiesi "Cosa ci facciamo qui? Io devo andare a casa". L 'uomo mi guardò e fece un sorrisino, "Stiamo aspettando una persona", lo guardai spazientita e bramosa di risposte che sapevo non sarebbero arrivate fino all'incontro con il misterioso uomo. Sentii dei passi e mi volsi per vedere chi era il signore in questione, ma l'unica cosa che vidi fu Ellen che se ne andava in giro con uno a braccetto che sicuramente l'aveva pagata per andare a letto con lui. Disgustata mi rigirai e davanti a me vidi due occhi verdi che mi guardavano incuriositi. "E lei chi è?" chiesi irratata, era tutto una perdita di tempo e l'unica cosa che volevo era tornare a casa, ma sapevo che se non fossi rimasta là sarei stata licenziata. "Io sono colui che ti salverà da questo mondo se solo tu farai qualcosa per me", cosa? Cosa pensava che io fossi un ogetto? E si credeva addirittura un eroe perchè lui poteva 'salvarmi'. Risi e lo guardai con uno sguardo truce, "Ma come si permette? Pensa veramente di essere superiore a me? Avrà la mia età e pensa di salvarmi da questa situazione?" continuai a ridere con amarezza. Perchè nessuno poteva salvarmi, nessuno. Dovevo ammettere che era proprio un bel ragazzo, quegli occhi verdi che si contrastavano con i suoi riccioli marroni, le sue labbra sottili e rosee, il suo fisico alto e snello che dava comunque un senso di protezione. "Facciamo una prova, se poi le dimostro che posso salvarla, lei starà al mio gioco" disse con uno sguardo cupo, ma la cosa che mi colpì di più fu la parola gioco, avevo già capito tutto: questo per lui era solo un gioco. Anche se non mi costava nulla accettare, in fondo avrei passato un po' di tempo con un ragazzo affascinante che avrebbe perso un po' di tempo con me solo per gioco. Annuì come risposta e lui rise, "Cos'è non hai più la lingua?". Non ricevendo una risposta da parte mia tese una mano verso di me e disse "Io comunque sono Harry, Harry Styles", era un nome che avevo già sentito parecchie volte ma non mi ricordavo dove. "Ariel" dissi in tono monotono, ma non gli presi la mano, anzi volsi le mie spalle e mi diressi verso casa. "Accompagnala fino a casa e fatti dare il numero" sentì dire dal ragazzo al bodyguard. "No, grazie".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 16, 2016 ⏰

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