La prima volta che gli occhi del giovane delfino di Francia si erano posati sulla figura della Regina di Scozia l'avevano guardata dal basso verso l'alto. Le sue gambe erano più lunghe di quelle di Francis, il suo viso più esile e il suo sorriso più largo.
Non l'avrebbe definita 'bella'. Era una bambina come tante, con lunghi capelli corvini, occhi grandi e scuri e a cui mancava un dente. Eppure c'era qualcosa di diverso in lei.
Forse il modo in cui la sua schiena era perfettamente eretta, o magari la grazia che la circondava, o la regalità con cui teneva il mento sollevato. Francis non lo sapeva.
D'altra parte erano molte le cose che non poteva sapere, aveva solo quattro anni.
Non sapeva quanto avrebbe amato quel sorriso, non sapeva quanto avrebbe desiderato baciare quelle labbra piene, non sapeva quanto l'avrebbe fatto sentire fiero vedere quella sua espressione regale non svanire mai, nemmeno di fronte a dolori che una persona non dovrebbe mai provare.
E certo non sapeva di stare guardando negli occhi l'amore della sua vita.
Quello che sapeva, però, era che - diversamente dalle altre bambine che suo padre gli aveva presentato - lei non sembrava intimidita dalla sua presenza. Se ne stava lì tranquilla, con le sue gambe lunghe e il suo sorriso sdentato, e lo guardava incuriosita.
D'istinto le labbra di Francis si arricciarono in un broncio, ma durò pochi istanti perché finalmente la bambina scozzese gli si avvicinò e - insieme alle sue dame di compagnia - si chinò in una riverenza, a cui lui rispose con un inchino.
"Je suis François, dauphin de France et votre fiancé. Bienvenue." disse solenne, raddrizzando la schiena e cercando di suonare convincente come lo era il re quando parlava alla sua corte.
"Merci François, je suis Marie, Reine d'Ecosse." rispose lei senza fatica. Il sorriso era ancora sulle sue labbra e Francis non poté evitare di ricambiarlo. Il suo accento straniero era appena percepibile e il delfino era impressionato e orgoglioso della sua futura moglie.
Sebbene non sapesse ancora nulla di lei non vedeva l'ora di poterla conoscere. Mary era più grande di lui, dopotutto, e di certo in Scozia aveva imparato giochi meravigliosi. Giochi che Francis moriva dalla voglia di provare.
Certo era comunque una femmina, ma non una femmina qualsiasi. Era la sua promessa sposa e come tale avrebbe dovuto persino mostrarle la tana che lui e Bash avevano costruito nel tronco di un albero caduto (cosa che Francis già sapeva suo fratello avrebbe aspramente contestato).
Subito dopo le presentazioni ufficiali del Delfino e della Regina fu il turno delle dame di compagnia di Mary. Quattro bambine vestite in modo stravagante con ampi sorrisi stampati sui visi. Francis le osservava curioso.
Sembravano le tipiche bambine che giocavano con le bambole e sognavano che i cavalieri delle storie le rapissero e le portassero chissà dove. I loro sguardi erano affascinati dallo sfarzo della ricca corte francese, ma le loro espressioni erano vuote. Nessuna di loro intrigava Francis.
Nessuna tranne Mary.
Quando gli si avvicinarono il principe rispose ai loro complimenti con sorrisi di cortesia, e quando finalmente ad un garzone fu ordinato di mostrare loro la via per le stanze di Mary, Francis tirò un sospiro di sollievo mentre le guardava andare.
Il gesto sfuggì al Re, - troppo impegnato a parlare con il Duca de Guise - ma non alla petite reine.
"Non è molto carino da parte tua, lo sai?" la bambina dai capelli scuri si rivolse a lui in francese di nuovo senza difficoltà. Francis si girò di scatto al suono della sua voce, la sua espressione era la stessa di quando sua madre lo trovava con una mano nel barattolo di marmellata di ciliegie.
Arrossendo, il piccolo delfino cercò di mascherare il suo evidente imbarazzo sbuffando. Alzò il mento e spostò lo sguardo su un punto alla sua destra non ben definito del giardino. "Non so di cosa tu stia parlando." rispose vago, mentre con la coda dell'occhio vide un sopracciglio di Mary sollevarsi e un angolo delle sue labbra piegarsi in un mezzo sorriso.
"Sì che lo sai, Francis." il suo tono era sicuro, quasi ironico. Francis sentì le sue guance colorirsi ancora di più, così si girò completamente, dandole le spalle.
Se suo padre l'avesse visto gli avrebbe proibito di vedere il suo pony per un mese intero. Non era certo modo di comportarsi al cospetto di una regina, ma al principe non importava. Regina o no quella bambina aveva trovato il modo di rendersi antipatica e ora non era più così certo di volerla sposare.
"Invece no." disse da dietro una spalla, girando appena il viso per farsi sentire. La sua voce iniziava pericolosamente a tendere verso l'infantile e lui non poteva permetterselo.
"Invece sì." anche se non poteva vederla, Francis era certo che Mary stesse sorridendo ancora di più. Dannate femmine, proprio non le capiva.
"Invece no!" esclamò lui sentendo montare la rabbia dentro, ma quando la reginetta non ribatté immediatamente Francis si girò di scatto, terrorizzato dall'ipotesi che potesse mettersi a piangere da un momento all'altro.
Quella sì che sarebbe stata una tragedia, se avesse pianto di fronte a suo padre e al duca de Guise, allora Francis non avrebbe perso solo il pony, ma anche tutte le sue spade di legno e i suoi mantelli da cavaliere!
Sarebbe stata una tragedia.
Tuttavia quando il suo sguardo si posò di nuovo sulla figura della bambina, il delfino notò che aveva una mano sulla bocca e un'espressione estremamente divertita. Sbigottito il piccolo francese schiuse le labbra per chiedere spiegazioni, ma non ne ebbe il tempo perché la Mary Stuart, Regina di Scozia, scoppiò a ridere di fronte a lui.
Francis sbatté gli occhi e sollevò le sopracciglia, ma evidentemente la sua espressione scioccata non fece altro che suscitare ulteriore ilarità in lei perché le sue risate crebbero d'intensità e Francis non poté evitare di pensare quanto contagiose fossero.
Così si ritrovò a ridere a sua volta. Non era certo di cosa stessero ridendo, ma si convinse di una cosa: forse, ma solo forse, sposare quella bambina non sarebbe stato poi così tremendo.
STAI LEGGENDO
Songs of love, death and crossed stars
Fanfiction'La terra copre colui che amo.' aveva adottato queste parole come motto ufficiale, per non far dimenticare mai a nessuno che una parte del suo cuore sarebbe sempre appartenuta alla Francia. A lui. Certi amori non finiscono mai del tutto, affrontano...