RESILIENZA

⊱scarlet

[Cancer by twenty one pilot nei media]

Min Yoongi / 민윤기
—ROSSO SCARLATTO

Fin dal primo anno in cui ha imparato a tenere una penna in mano e a scrivere, Min Yoongi è sempre stato affascinato dai nomi e dai loro interessanti significati, da piccolo adorava sedersi sul enorme sedia in legno di suo padre e scrivere su un foglio i caratteri hangul del suo nome. "Nome Omen", nel nome è scritto il proprio il destino, il proprio nome non è solamente l'insieme di lettere a casaccio ma è qualcosa che ti appartiene, che a volte ti condanna e che devi riuscire a portare addosso come un marchio sulla pelle. Ma nel caso di Yoongi era assolutamente impossibile perché il suo nome era abbastanza inusuale e dal significato indecifrabile: "quella perla rossastra", che stava a significare? Che razza di nome era? Il suo nome era davvero strano, così strano da spingere Yoongi a rispondere sempre con un "non ricordo" alla domanda "che significato ha il tuo nome?"

Ma dal giorno in cui Yoongi scoprì il significato del suo di nome iniziò a mettere più attenzione  anche a quello degli altri e con stupore si rese conto che il nome di tutti coloro che lo circondavano riusciva quasi sempre a raffigurarli a pieno, come se quei caratteri hangul riassumessero davvero il loro essere. Prendiamo come esempio il suo migliore amico Kim Namjoon, il suo nome significava "una personalità telentuosa dalla corea del sud", Namjoon è sempre riuscito a portare bene il suo nome perché–al contrario di ciò che dimostrava agli altri lui è sempre stato un ragazzo pieno di capacità e di talento.

Yoongi di incuriosì anche del nome che,dalla notte precedente,illuminava lo schermo del suo cellulare: Park Jimin.

Così cercò il nome del più piccolo su Google e sorrise quando scoprì che Jimin significava letteralmente "la saggezza è più grande del cielo". Sorrise e pensò che quello di Jimin fosse davvero un bel nome, un nome difficile da dimenticare, dal significato profondo e dal suono così dolce e melodico. Ma il suo sorriso si spense e si schiaffeggiò moralmente quando nella sua testa iniziò a riecheggiare un pensiero insolito: il forte desiderio di voler pronunciare quel nome ad alta voce ma non come faceva di solito,in maniera brutale, Yoongi voleva pronunciarlo con il tono di voce che meritava, un tono di voce dolce, gentile e premuroso.

«Oh guardate! Gli sfigati hanno un nuovo giocattolo» Jackson risvegliò Yoongi dai suoi pensieri e lo costrinse ad alzare di scatto lo sguardo verso di lui «Sul serio? giocano a UNO durante la ricreazione?» Jackson ridacchiava mentre indicava con il dito il tavolo in cui era seduto Jimin insieme ai suoi amici.

«Hai portato quello che mi serviva?» la voce di Yoongi mise di nuovo tutti all'attenti «Se la tua risposta è sì, che stai aspettando a darmelo?»

«E' dentro il mio zaino, te lo passo da sotto il tavolo» sussurrò Jackson verso Yoongi «Mi raccomando vacci piano hyung»

A Yoongi non importava nulla delle sue stupide raccomandazioni perché l'unica cosa che desiderava in quel momento era quella di riuscire a mettere tutto in pausa e smettere per un po' di pensare. Così, con delle mosse abbastanza prudenti, avvicinò la sua mano verso quella di Jackson e prese ciò che gli serviva, non ne poteva più, voleva riuscire a dimenticare la cazzata che aveva combinato la notte prima e sbarazzarsi almeno per trenta minuti di tutte quelle odiose paranoie che pernottavano da un po' nella sua testa.

«Perché non invitiamo quei tre alla mia festa?» Moonyeong, la ragazza di Yoongi, mise fine al silenzio che si era creato grazie alla sua voce squillante «Sarà divertente, potremmo fargli quello scherzo dentro la mia cantina, Oppa ti ricordi quello scherzo?»

Come poteva dimenticarsene? Quella sera era stata indimenticabile e sopratutto era stato così soddisfacente vedere tutte le facce spaventate di quei ragazzini mentre scappavano da casa di Moonyeong «Sì, mi ricordo» ma stranamente Yoongi non si sentì affatto entusiasta al pensiero di fare uno scherzo tanto maligno a un ragazzo sensibile come Park Jimin.