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A volte mi ci soffermo a pensare. A come sarebbe andata se quel giorno lo avessi avuto,il coraggio di urlarti contro. Dirti come mi sentivo davvero,senza portarmi dietro quel rimpianto che ancora adesso pesa quanto una palla da demolizione. Ma se ci penso bene alla fine non avrebbe avuto alcuna importanza,per te. Perché riesco ancora a ricordare il veleno che hai sputato con la lingua più biforcuta di un serpente,senza negarti il piacere di vedere il dolore che mi causavi. Che solo i deboli si fanno sopraffare.

E ora me lo chiedo,perché non sento il fuoco. La rabbia. Perché questo dovrei provare. Mi viene quasi da ridere perché non riesco,e forse neanche voglio. E non è neanche nostalgia,perché se non ci parliamo più una ragione c'è,che nulla è destinato a durare per sempre,neanche con tutto l'impegno possibile. È più forte,ti corrode dentro,e il tempo è un fottuto stronzo che non basta a richiudere le ferite. Le tiene fresche,che ricordarle è come strappare di nuovo le pellicine intorno. E il sangue esce copioso,perché rimarginarla è solo un utopia che non ha nulla di solido in cui sperare.

Una volta,una persona mi disse che viviamo di rimpianto,che la vita senza perde tutto il suo sapore. E lì ho capito. Che nella nostra esistenza incosciente non c'è un'unica strada percorribile e ai piedi di ognuna non trovi un cartello a rassicurarti,che la direzione non la puoi sbagliare. Siamo un mosaico di tentavi in un mondo fatto di pezzi scheggiati. Per questo rimettersi insieme è più facile a dirsi che a farsi,che non tutte le punte stanno bene insieme.

Possiamo scegliere,sperando che la dea Fortuna sia lì con noi,ma alla fine dei giochi,ci chiediamo sempre come sarebbe andata se quel giorno avessimo scelto in modo diverso. Se ce ne fossimo fregati del cartello e avessimo seguito l'istinto.

Magari se ti avessi reso la stessa dose sarebbe stato diverso,magari non sarebbe cambiato nulla. E se da una parte mi dico che ormai è fatta e che indietro non si torna,dall'altra lo sento che mi sta corrodendo come l'acido. Siamo umani d'altronde,nulla di diverso da carne e ossa;
Siamo gli effetti di una causa comune;
Siamo destinati all'eterno cambiamento,alla delusione che esso porta..e al rimpianto di qualcosa che è passato e che non potrà più essere.

Le rotelle girano senza freni,la mente viaggia,e il cuore si ammala. Che ne è così pieno da non riuscire più a battere. Se azzardi,riesci a sentirlo,mentre si spegne nell'ultimo dei lenti battiti che ti ha riservato. Poi lo spazio è nero,privo di quel colore vivo che portava con sé.

Non siamo fatti per essere senza pensieri,né per vivere con il sorriso stampato in faccia. Ci costruiamo maschere,nel tentativo di nascondere ciò che siamo davvero,come la polvere sotto quel vecchio tappeto in salotto. Siamo destinati a scegliere,sapendo che non tutti accetteranno con passività. Abbiamo un peso che grava,facendoci mancare quasi l'aria nei polmoni.

Quel giorno non ce la feci,a chiederti di restare,a subire di nuovo quell'umiliazione a cui mi ero già sottoposta più volte. E all'inizio ci ero passata anche io,che la colpa forse era mia. Il tempo non si è fermato e le strade si sono assottigliate..e sai che penso? Che forse stavolta non sono io l'effetto collaterale che ti ha allontanato. Che stavolta ho solo rivelato l'alone di opportunismo che avevi celato all'occhio attento di persone che come me,è raro si facciano fregare.

E adesso,sento di star impazzendo,mentre ancora inseguo il fantasma di qualcuno che in realtà non è mai esistito. E mi chiedo quando si capisca di aver toccato davvero il fondo,di essere pronti a dire basta e risalire. Se il filo tra ridicolo e dignitoso sia così spesso come pensavo. Se semplicemente la smetterò mai di ricollegare ogni conversazione a quei piccoli momenti che condividere allora,ci sembrava la cosa migliore.

Forse la risposta non la voglio davvero sapere,per lo meno non adesso,che chiudere gli occhi e voltare le spalle mi sembra più indolore,perché di schiaffi in viso già ne ho presi abbastanza. Ho deciso che oggi lo metto un punto,al divenire incessante,perché la stanchezza del cambiamento comincia a farsi sentire e la voglia di sentirmi giusta è un po' più forte.

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