Una volta che fu fuori dalla camera di lei, Samuel tirò dritto verso la sua.
Si sbattè la porta alle spalle con tutta la rabbia che aveva in corpo e si sfilò dapprima la maglia e poi i pantoloncini lasciandoli cadere disordinatamente per terra, poi, si portò verso la vasca da bagno e premette on sullo stereo.Prima di immergersi dentro la vasca, alzò lo sguardo verso lo specchio sopra al lavandino e scorse il suo riflesso stanco e la sua barba più incolta del solito.
Sotto ai suoi occhi erano ben visibili delle lievi occhiaie e questo gli fece aumentare la rabbia che provava verso di Sana.
Aveva passato tutta la notte precedente a credere che qualcosa finalmente fosse cambiato tra loro, che quel bacio fosse solo il primo di una lunga serie, che quegli occhi da cerbiatto oramai gli appartenessero.
Ed invece, come sempre, le cose non erano andate come lui si sarebbe aspettato che andassero.
Lei si era tirata indietro per l'ennesima volta scegliendo di preservare la solidità del loro rapporto d'amicizia piuttosto che la novità di un qualcosa di speciale che sarebbe potuto nascere tra loro.Era una codarda.
Era un'incoerente.
Era una delusione.
Affondò totalmente nel tepore dell'acqua fino a quando essa non arrivò al suo collo e si lasciò trasportare dalle note di Chandelier di Sia che echeggiavano tra le mura del suo bagno riuscendo per un po' persino a spegnere l'interruttore dei suoi pensieri.
Dopo all'incirca una mezz'ora, si diresse verso l'armadio scegliendo con cura il pantalone e la maglia che avrebbe indossato per incontrare poco più tardi, al BarCentral, i suoi amici di sempre: Cristian e Max.
Alzò lo sguardo verso l'orologio che segnava le 12:15 pm.
Era in ritardo.
Dannazione. Esclamò.
Si guardò un'ultima volta allo specchio posto al di sopra del suo comò e si passò una mano sul viso notando soddisfatto la morbidezza delle sue guance dopo essersi tolto quel velo di barba che, fino a qualche minuto prima, le aveva colorate di nero.
Si spruzzò uno dei sui profumi preferiti: il Nautica Voyage.
Amava quell'essenza perchè sebbene fuori vi fossero all'incirca dieci gradi centigradi quell'aroma che si ispirava alla fresca brezza marina gli ricordava tanto l'estate.Uscì dalla sua camera sorpassando velocemente quella di Sana.
Da quel giorno doveva chiudere la parentesi Rossana e doveva aprire altre parentesi: tonde, quadre, graffe, tutto purchè avessero un nome diverso da quello di lei.
Benchè in cielo ci fosse il sole, il freddo di quella mattina era un freddo che penetrava dentro le ossa e le congelava nel giro di pochissimi attimi.
Si portò la sciarpa più vicino al viso ed infilò nell'occhiello l'ultimo bottone del suo giubbino.
Un volta che arrivò al BarCentral vi entrò ed il suono stridulo di un campanellino accompagnò la porta mentre lentamente si spalancava.
Quando finalmente fu all'interno si guardò intorno.
Quella mattina il BarCentral era stranamente molto meno affollato del solito e da subito comprese che il servizio non sarebbe stato di certo dei migliori.
Era da anni cliente affezionato di quel bar ed alcuni segnali di "malfunzionamento temporaneo" gli furono da subito palesi, come il numero indefinito di tazzine lasciate sul bancone dai clienti che lo avevano preceduto ed ancora lì in attesa di essere lavate e sistemate nuovamente, oppure il via vai confuso dei camerieri che con fare stanco e disorientato giravano tra i tavolini, questi ultimi solo in minima parte occupati.Infondo era Natale anche lì dentro. Pensò.
Alzò lo sguardo verso l'orologio posizionato dietro alla macchina del caffè e notò che aveva tardato di oltre mezz'ora all'appuntamento.
Si voltò verso Cristian e Max che lo attendevano sul divano, fece loro un cenno col capo in segno di saluto e si tolse la sciarpa travolto dall'improvvisa ondata di calore che proveniva dai caloriferi puntati sui trenta gradi.
Prima di raggiungerli li scrutò da lontano.
Avevano sicuramente fatto le ore piccole la notte precedente.
Come lui d'altronde.
Con l'unica differenza che a lui di quanto accaduto quella notte non gli era rimasto nulla.
A loro probabilmente sì.
Con ogni presumibilità: un numero di telefono, un indirizzo stradale, un succhiotto sul collo, un'avventura da condividere tra amici davanti ad un boccale di birra alla spina.
Lui non aveva nulla di tutto quello se non un pezzo di autostima mancante visto che era stato rifiutato nonostante credeva di averle dato il meglio di sè.
《Cazzo si gela fuori!》esordì non appena si sedette di fianco a loro sprofondando tra i cuscini colorati del divano di pelle posto al centro della sala.
《 Allora, siete pronti per il grande giorno?》domandò eccitato Cristian.
《Cazzo, sì》rispose su di giri Max.
Samuel fece un cenno di assenso col capo.
Finalmente era arrivato quel tanto desiderato giorno, stavano organizzando quella vacanza a Praga da una vita, ancor prima di compiere sedici anni, tuttavia, sia per la loro comune minore età e sia per il prezzo esorbitante che costava quel viaggio, erano stati costretti più volte a posteciparlo.
《Recuperate il sonno stanotte che per cinque giorni ci daremo unicamente alla vita notturna!》esclamò, con una strana allegria sul volto, Samuel.
Poi con la mano fece cenno alla cameriera di essere pronto per l'ordinazione.《Ciao Samuel, è me che volevi giusto?》esordì Alessia non appena lo raggiunse, prendendo in mano, nel mentre, un taccuino ed una penna.
Samuel la fissò per qualche istante dopo aver spostato i suoi occhi dal menù al seno di lei messo sapientemente in mostra da una camicetta bianca abbottonata solo a partire dal quinto bottone in giù.
Quella ragazza bionda con due grandi occhi nocciola era da un po' che gli faceva il filo e Samuel ora aveva deciso di iniziarle a dare corda.
《Sì, Ale, è esatto, è te che volevo... perchè non ti siedi un po' qui?》le bisbigliò sporgendosi in avanti mentre con l'indice puntò verso le sue sue gambe.
Lei acconsentì sotto gli occhi meravigliati di Cristian e Max non abituati a vedere l'amico con quel fare così malizioso ed all'un tempo sicuro di sè.
Quella mattina Samuel aveva deciso di voler cambiare rotta ed in fondo quale modo era migliore se non iniziare dal cambiare metodo di pilotare la nave?
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Ti Voglio Bene Veramente.
Teen FictionQuesta storia parla di Rossana e Samuel, due ragazzi diversi ma allo stesso tempo tanto simili. Lei solare ed estroversa, lui introverso e chiuso. Lei studiosa e creativa, lui costantemente con la testa fra le nuvole. Sono due mondi diversi...