Capitolo ottavo

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Farei carte false per sapere che cosa sta pensando Ruben in questo momento, se è tornato a casa stanco dal viaggio di lavoro e se stasera sarà ancora una volta scontroso con me, o se invece si sarà fatto passare l'arrabbiatura. E vorrei anche sapere se, nel frattempo, ha avuto altri contatti con la sua ex-moglie, con Kylie e con Trevi. Riguardo a quest'ultimo risolverò domani quando lo incontrerò: gli chiederò che cosa si sono detti lui e Ruben. Per le altre due, purtroppo, resta il buio più fitto che mi agita da morire.

Voglio sorprenderlo, quindi dopo aver poltrito nella vasca da bagno per venti minuti con il sottofondo musicale di Adele e le candele da massaggio svedese accese che spandono una fragranza aromatica di muschio bianco, mirtillo, lampone e rosa canina, esco dall'acqua più tonica e rilassata. Mi trucco con cura, creo dei morbidi boccoli con la piastra e, dopo attenta scelta, opto per un abito nero abbastanza scollato con una longuette di pizzo seducente, con sandali gioiello Just Cavalli e una pochette Chanel abbinata. Voglio proprio vedere se Ruben mi terrà ancora il muso!

Prendo un taxi perché non voglio arrivare col vestito sgualcito

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Prendo un taxi perché non voglio arrivare col vestito sgualcito. Stringo le labbra al pensiero che lui non mi ha proposto di venirmi a prendere, pazienza almeno mi accompagnerà a casa più tardi.

Quando arrivo è tutto un brulicare di gente. La direttrice di Vanity Fair è stata chiamata a dirigere un'altra testata e ha organizzato una festa d'addio. Ci sono un sacco di personaggi famosi, modelle, stilisti. Non ne ho nessuna voglia: questi eventi mi spingono a dare il peggio di me perché non servono a niente, sono solo uno sfoggio di superficialità, potere ed successo. Setaccio con lo sguardo la sala fingendo che non m'importi nulla e di non cercare nessuno in particolare. Intravedo Ruben al buffet e mi si spalanca il cuore, mi sento all'istante più leggera come se una mano invisibile avesse aperto una porticina nel mio cuore e fosse volata via la stanchezza di questi giorni. Mi avvicino sicura di me.

- Ciao - mi saluta sorridendomi quando mi materializzo accanto a lui. - Sei arrivata - constata. E dallo sguardo lungo che mi fa scivolare addosso capisco che apprezza.

Anche lui non è niente male.

- Che cosa ti ha indotto a vestirti come un pinguino? - domando trattenendo una risatina soffocata. - Occhio e croce... è un Valentino - dico sfiorandogli il petto con la mano e toccando la stoffa preziosa con i risvolti satinati.

 è un Valentino - dico sfiorandogli il petto con la mano e toccando la stoffa preziosa con i risvolti satinati

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Il mio adorabile dilemmaWhere stories live. Discover now