<<Paolo? Cri che sta succedendo?>> prima sto parlando con James della festa e ci stiamo divertendo e l'attimo dopo mi ritrovo la mia guardia del corpo davanti assieme alla mia migliore amica.
<<Signorina, suo padre mi ha mandato qui perché vuole che torni il prima possibile a casa. Non sta tanto bene.>> Paolo rimane impassibile, con le mani intrecciate dietro la schiena e testa alta. E' un uomo possente, indossa una divisa nera ed è il capo della scorta della nostra famiglia. <<Possiamo andare adesso?>> la domanda è rivolta solo a me, ma è Cristina a rispondere. Giuro che non ci sto capendo più nulla di tutta questa storia.
<<Si, ma...prima andiamo a salutare Alexandra.>> mi convince la mia migliore amica tirandomi per il braccio verso l'interno della sala, ancora colma di gente. Lascio che Paolo salga nella mia stanza per prendere la mia valigia, in modo che possiamo andare via nel minor tempo possibile. Se mio padre non sta bene e non me ne ha parlato la cosa sarà un tantino grave. Francamente sono anche un poco felice di andare via, James e le sue domande mi stavano dando molto fastidio, mi chiedeva della mia vita e iniziava a stancarmi. <<Ale!>> la blocca, sempre lei, una volta che siamo rientrate. Tra una decina ci sarà il taglio della torta, i genitori della festeggiata sono in fermento e camminano tra i tavoli nella sala per parlare con tutti i presenti, anche i ragazzi che non conoscono.
<<Ragazze, che succede?>> ci domanda non appena ci avviciniamo a lei. Le spieghiamo in breve la situazione e lei mi abbraccia come a consolarmi. <<Tesoro, adesso ti do le due foto e poi puoi andare. Mi dispiace tantissimo per tuo padre.>>
Qualche secondo dopo spunta alle nostre spalle sua madre, Alya, che mi consegna le foto e mi lascia due baci sulle guance. Cristina ed io torniamo fuori dove troviamo Paolo con la mia valigia al seguito.
<<Beh...dobbiamo salutarci...mi mancherai Cri.>> lascio che mi abbracci, anche se odio gli abbracci per la maggior parte delle volte. Gli abbracci di Cristina, però, mi vanno bene perché mi hanno consolata molte volte in questi anni.
<<Anche tu Char, tantissimo.>>
Usciamo dall'hotel in silenzio, in genere il bodyguard che mi accompagna quando sono in giro con la squadra e con mio padre è il più giovane: Mattia. Ci troviamo bene insieme, spesso ci incontravamo e andavamo a mangiare insieme poi lui è dovuto partire per l'America per un corso d'aggiornamento e mi ha promesso che tornerà molto presto. Quando entro in macchina trovo ad aspettarmi mio padre.
'Ma non stava morendo?'
<<E tu che ci fai qui? Non stavi 'molto male'?>> non mi sarei mai bevuta una storia del genere, mi avrebbero chiamato i miei fratelli più piccoli nel panico più totale e saremmo andati via molto più velocemente. <<Però, effettivamente, mi stavo annoiando. Quindi...grazie.>> gli sorrido e prendo posto vicino a lui. Mi lascia sulle gambe un fascicolo dov'è scritto: Charlotte Agnelli.
<<Qui ci sono scritti i tuoi compiti.>> perché ho come l'impressione che ora mia stia trattando come una semplice sua dipendente? Ah si, perché sta facendo lo stronzo. Apro la cartellina nera con lo stemma della Juventus e leggo ciò che è scritto al suo interno. Mi spettano pochi compiti, in realtà pensavo peggio, dovrò controllare le mail della posta di mio padre, leggere tutti i comunicati che poi passeranno da lui e scrivere i programmi giornalieri per la squadra.
<<Pensavo peggio. Adesso potresti tornare a fare il padre di famiglia e spiegarmi perché sei qui.>> gli sorrido cercando, nella mia mente, dei motivi per i quali lui sia qui. Ma...non ne trovo neanche uno.
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Il più bel goal||Paulo Dybala
FanficCharlotte Agnelli ha vent'anni ed ha appena terminato gli studi superiori. Suo padre, Andrea Agnelli, nonché Presidente della Juventus F.C., decide di darle un ruolo nell'attività di famiglia. Nell'ultimo anno, però, Charlotte ha stretto un partico...