Lo sbruffone (1)

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- Signora Oyku! Presto! Nell'ufficio della Signora Monica!

Smisi di disegnare forse l'abito più bello di tutta la collezione primaverile, e mi recai di corsa nell'ufficio della Signora Monica. La Signora Monica fu la prima persona che si fidò ciecamente di me, basandosi soltanto di alcune mie bozze e una lettera di presentazione consegnata da Mete. Il giorno del colloquio, portai nuovi disegni, ne vide 3 di 15 e mi disse: ''non ho bisogno di vedere altro! Sei assunta. E per quanto riguarda questi modelli, li spedisco subito in sartoria. I modelli dovranno essere pronti il prima possibile. Benvenuta Oyku''. Non potevo credere a quelle parole. Il mio sogno si stava avverando. Sin da bambina sognavo di diventare una stilista, mi piaceva disegnare abiti e sognavo un giorno lavorare in questo settore.

- Oyku abbiamo un piccolo problema

-Mi dica tutto Signora Monica!

-Non è un problema irrisolvibile o complicato. Ti ricordi i modelli maschili che hai disegnato lo scorso trimestre? Bene sono già pronti e i modelli sono anche pronti per essere fotogratati.

-Perfetto Signora Monica! Non capisco quale possa essere il problema..

- La coordinatrice era incinta. E dopo la preparazione di due modelli, è scappata di corsa in ospedale.

- Che bello! Sta arrivando la piccola Nihal, allora! Non si preoccupi, farò arrivare un mazzo di fiori rigorosamente rosa in ospedale da parte nostra.

- Oyku non ho bisogno che tu faccia spedire un mazzo di fiori! Ho bisogno che tu mi risolva la situazione con i modelli e che finisca lo shooting prima che i modelli e i fotografi si stufino. C'è anche il figlio di una mia cara amica.

-Stia tranquilla Signora Monica, mi dirigo subito nel posto.

Presi un taxi al volo, e andai verso il posto indicato dalla Signora Monika. Avevo passato tutta la mia vita a disegnare modelli, ma quella era la prima volta che dicevo a qualcuno, con un mio capo addosso, cosa fare e come mettersi per sfoggiarlo al meglio. Ero molto emozionata, ma tutto sommato, davo l'aria di una tranquilla e senza problemi, forse. 

Arrivata li, mi fecero strada, conducendomi in una stanza con la porta scura chiusa. Mi feci coraggio, quasi trattenni il fiato, ed aprii la porta. Dentro, stava seduto sopra la scrivania un ragazzo. Indossava una camicia, il sotto di un completo nero, e in mano teneva due giacche, sempre della mia collezione. Appena mi vide, non esitò a parlare:

- Mi scusi Signorina, più di 15 minuti fa, ho chiesto quali di questi due stracci dovevo mettere per le foto. Mi hanno detto di aspettare. Ho chiesto un caffè, e mi hanno detto di aspettare. Spero che lei sia qui per entrambe le cose, oppure penso proprio che andrò via.

- Si dia il caso, che quei straccetti che lei afferma , fanno parte della collezione che ho disegnato con le mie mani! Se vuole, può anche andarsene perché lei non merita d'indossare capi cosi belli. Ah purtroppo, per mia sfortuna, non ho il suo caffè. 

- Perché per sua sfortuna? Si figuri, andrò a prenderlo in un bar. Qui il servizio va un po a rilento.

-Perché mi sarei veramente divertita a tirarglielo in quella bella faccia da smorfioso che ha!!! Adesso, se vuole, può anche andare a prendere il suo bel caffe in un bar efficente o come vuole lei! Ci sono altri modelli molto più belli e gentili di lei che aspettano li fuori.

-Bene io me ne vado! Tanto sono sicuro che, quando uscirà da quella porta e scoprirà che tutti gli altri modelli sono andati via, mi rincorrerà. Se vuole ancora che posi per i suoi straccetti, ecco il bigliettino con il numero del mio manager. 

- Questo bigliettino veda di metterselo nel ---

E mi chiuse la porta del camerino in faccia. Ero su tutte le furie. Uscii dalla porta, e come mi disse quello sbruffone, non vidi nessuno. Tutti i modelli erano andati via per altri impegni vari. In quel momento non avevo idea di cosa fare, anche perché non avevo intenzione di ricontattare allo sbruffone dei straccetti. Forse, in tutta la mia vita, non avevo conosciuto una persona cosi smorfiosa e antipatica quanto quel ragazzo senza nome. Anzi, un nome nella mia testa lui lo aveva già: lo sbruffone/smorfioso. Presi la decisione di dire a tutti i fotografi che lo shooting sarebbe posticipato ad un altro giorno. Presi le giacche che lo sbruffone aveva gettato per terra, e ritornai nell'atelier. 

-Signora Monika mi dispiace! Arrivata li ho--

- Si! Si! Oyku so tutto

Mi bloccai subito, non potevo capire come facesse a saper già tutto. Ma prima che le potessi domandar qualcosa, lei prosegui.

-Oyku il tuo comportamento è stato inaccettabile! Se solo tu sapessi chi era quel modello che hai mandato via.. Non penso avremo un altra opportunità di lavorare con lui.. Dovevi avere un po di pazienza con lui, penso che adesso avrò delle conseguenze.

-Meglio Signora Monika! Quell'essere antipatico e sbruffone ha offeso i miei modelli! Mi ha chiesto un caffè Quanto avrei voluto aver---

-Oyku quello ''sbruffone'' come dici, è il figlio di una mia carissima amica! Ovvero Onam Dincer! Oyku quello era il figlio di Onam!! Lo sbruffone era Ayaz Dincer, il modello più reclamato di tutta Istanbul!



Il filo invisibile (provvisoriamente in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora