My Immortal

876 106 52
                                    

«Kageyama-san può entrare.»
Sollevo la testa, posando lo sguardo sulla giovane infermiera che sorride cordiale. La seguo, abbandonando la sala d'aspetto anonima e asettica che sino ad ora ha accolto, nel più profondo silenzio, la mia disperazione.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a vedere il suo corpo collassare in cucina...
Abbiamo passato una vita assieme e avevo messo in conto che qualcosa di simile sarebbe potuto accadere. Solo non così presto.
L'infermiera afferra la maniglia, ma prima di abbassarla si volta e mi rivolge uno sguardo severo. «La prego solamente di non farlo stancare troppo.»
Socchiude piano la porta, facendosi da parte e lasciandomi entrare. Respiro profondamente, prima di decidermi ad avanzare, immobilizzandomi quando i miei occhi si posano sulla figura addormentata.

I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave

La sensazione di un groppo in gola mi spinge a portare una mano alla base del collo, cercando nel contempo di deglutire con forza. Chiudo gli occhi, riaprendoli però subito per posarli nuovamente su di lui. Così fragile nonostante la tua età...
La porta alle mie spalle si chiude e io ne approfitto per appoggiarmi alla parete e recuperare quel controllo di cui sono sempre andato orgoglioso.
«Shouyou...» bisbiglio più a me stesso che per richiamare lui. Mi stacco dalla parete e mi avvicino, fermandomi ai piedi del letto. Stringo con entrambe le mani la pediera in ferro.
I suoi capelli di un pallido color arancio, risaltano sulla federa candida. Così spettinati mi rimandano ai giorni in cui non volevamo far altro che giocare a pallavolo.
Dischiude lentamente gli occhi, che vagano smarriti per la stanza, ma si illuminano quando incontrano i miei.
Sorride, ma non riesco a ricambiarlo.
Per quanto tempo potrò ancora vedere quel sorriso?

'Cause your presence still lingers here
And it won't leave me alone
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real

«Hai intenzione di restare lì impalato ancora per molto?» lo chiede con un tono di voce così stanco che mi si gela il sangue nelle vene. E lui cosa fa? Sorride per farmi credere che tutto vada bene.
Da quanti anni va avanti questa storia Shouyou? Ogni volta che si presenta un problema tu lo affronti con il sorriso sulle labbra, ma questa volta è diverso. Nulla andrà bene...
Stringo con forza le dita attorno alla sbarra di ferro, sino a far diventare le nocche bianche e indolenzite.
«Non vuoi baciare tuo marito, Tobio?» se ne esce lui all'improvviso.
«Idiota!» mi sfugge spontaneamente, con voce spezzata.
Sgrana gli occhi e il sorriso si spegne. Ma è solo un attimo, prima che torni ad illuminare la stanza. Solleva la mano facendo segno d'avvicinarmi.
Rimango immobile ad osservare la fede, che un giorno di tanti anni fa gli ho infilato al dito.
«Una volta eri più veloce», mormora divertito.
Sbuffo e mi avvicino, prendendo posto sulla sedia di metallo accanto al letto.
Mi lancia una veloce occhiata. «Alla fine ci sei riuscito», e una piccola risata sfugge alle sue labbra.
La paura prende il sopravvento, mentre con entrambe le mani stringo la stoffa dei pantaloni.
Non può lasciarmi... Non dopo quello che abbiamo vissuto...

There's just too much that
time cannot erase
When you cried i'd wipe away
all of your tears

Abbasso gli occhi umidi sulla mano che piano stringe una delle mie, prima di riportarli sul suo viso.
«Andrà bene», bisbiglia ad occhi chiusi. Una lacrima scivola a lato del viso e io la catturo con la mano libera.
«Certo... andrà tutto bene!»
Dischiude gli occhi, posando su di me quegli occhi nocciola così pieni di vita.
«Non piangere Tobio.»
«Non sto piangendo», ma la voce rotta mi tradisce.

When you'd scream i'd fight away
all of your fears
I held your hand through
All of these years
But you still have
All of me

Appoggio con cura la sua mano sulle lenzuola immacolate, prima di piegarmi in avanti e sfiorargli la fronte con le labbra. Con piccoli baci scivolo sulla guancia, nello stesso momento in cui lui gira il viso. Le labbra si sfiorano.
«Ti amo!» mormora nel momento in cui mi allontano.
Lo so Shouyou, lo so! Mai una volta, in questi quarant'anni di vita passata assieme, mi hai fatto mancare la certezza del nostro amore. Sei sempre stato il centro rumoroso attorno a cui tutta la mia vita girava.
«Tobio...» inizia con tono serio, troppo. «Promettimi...»
Gli appoggio un dito sulle labbra, impedendogli di continuare.
«Non ho intenzione di prometterti nulla.»

You used to captivate me
By your resonating light
Now i'm bound by the life
you left behind

La sua mano allontana la mia. «Voglio morire a casa nostra Tobio», bisbiglia, mentre la mano che stringe la mia trema.
O forse sono io?
«Tu non morirai!» Alla fine riesco a dirlo.
«Ora, però, sei tu a fare l'idiota.»
«Tu non morirai», ribadisco, mentre un singhiozzo anticipa il dolore che mi stringe il petto.
Mi lascio trascinare sul letto, ritrovandomi stretto nel suo abbraccio. Riesco a percepire il battito regolare del suo cuore. In passato questo battere forte e sicuro è stato fonte di sicurezza e fermandomi ad ascoltarlo potevo scacciare ansie e paure. Adesso non è altro che fonte di dolore...

Your face it haunts
My once pleasant dreams
Your voice it chased away
All the sanity in me

Il bussare alla porta anticipa l'entrata del medico che ha in cura Shouyou, seguito a breve distanza dall'infermiera.
«Potrei parlarle, Kageyama-san?»
«Quale dei due?» si intromette Shouyou, sollevando la mano in cui risalta la fede.
Il medico mi guarda perplesso.
Sospiro, nel dover ancora, dopo tanto tempo, chiarire la nostra situazione. «È mio marito.»
«Sì, sono suo marito», ci tiene a rimarcare, con espressione talmente seria che riesce quasi a strapparmi un sorriso.
L'infermiera gli si avvicina, accarezzandogli i capelli. «Noi intanto faremo degli esami, va bene?»
Shouyou mette il broncio, mentre l'unica cosa che io vorrei fare è cacciarli a calci dalla stanza.
«Vada pure», mi sorride l'infermiera. «Ci penso io a questo bel bambino.»
Non vorrei lasciarlo, ma l'occhiata eloquente che mi lancia il dottore mi spinge a farlo.
«Torno subito», preciso, cercando i suoi occhi e ritrovando ancora una volta il suo sorriso.
Percorro il corridoio in silenzio, seguendo a distanza il medico che rivolge un sorriso fintamente cordiale a ogni paziente che incrocia. Si ferma davanti ad una porta dove il suo nome è tirato a lucido, come se l'apparenza contasse più di tutto il resto.
Non ho intenzione di affidare la vita di Shouyou nelle mani di un imbecille simile.
«La prego si sieda», mormora una volta entrati, accomodandosi nella poltrona di pelle nera dietro la scrivania.
«Posso benissimo restare in piedi.»
Mi guarda incerto. «Mi ricordo di lei», inizia, rilassandosi contro lo schienale. «Lei era quella promessa della pallavolo che aveva lasciato il Giappone per trasferirsi negli Stati Uniti», continua, passandosi una mano tra i capelli scuri. «Naturalmente sono passati...»
«Non sono qui per chiacchierare», lo interrompo e lui mi fissa imbarazzato, prima di rivolgermi uno sguardo in cui traspare pietà. Non ho mai permesso a nessuno di guardarmi così, figuriamoci a quest'inetto.
Incrocio le braccia sul petto e lo guardo contrariato. «Vorrei sapere la situazione, dottor...?»
«Sono il dottor Sasaki. Sasaki Hideo», puntualizza con enfasi, prima di afferrare una tra le tante cartelle mediche impilate sul basso schedario alla sua destra. La apre, sparpagliando i vari fogli sulla scrivania. «Nonostante la sua età non sia eccessivamente avanzata», inizia, prendendo un referto e osservandolo controluce. «Il suo cuore è proprio malconcio. Eppure, credevo voi atleti faceste una vita sana...»
Non lascio che finisca, battendo con violenza una mano con sulla scrivania. «Non sono interessato ai suoi sproloqui del cazzo. Voglio solo sapere della salute di mio marito. Oppure le sto chiedendo troppo?»
«No... Sì, certo», si schiarisce la voce, imbarazzato. «Non ha speranze di sopravvivere all'operazione che gli servirebbe», e me lo dice come se non stesse parlando della vita di Shouyou.

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that
time cannot erase

Con un movimento veloce delle mani, scaravento a terra tutta la documentazione che si trovava sulla scrivania e lo guardo furente. Lui d'istinto si solleva di colpo, mandando la sedia a sbattere contro la vetrina all'angolo.
«Voglio che venga dimesso.»
«Ma...»
Non attendo altro e gli do le spalle, allontanandomi dalla sua presenza fastidiosa. Afferro la maniglia e spalancando la porta, ma prima di andarmene gli lancio un'occhiata da sopra la spalla. «Voglio portare mio marito via da questo posto. Provveda immediatamente», e mi allontano, mentre le sue ripetute proteste si perdono nel corridoio desolato.

When you cried i'd wipe away
all of your tears
When you'd scream i'd fight away
all of your fears

Riesco a fare solo qualche passo, prima che la voglia di piangere mi scuota e mi costringa ad appoggiarmi alla parete alla mia destra.
Mi ero imposto di essere forte, di riservare questo a quel futuro che attende a braccia aperte la mia disperazione. Ma ora tutto è diventato così incontrollabile.
Noi abbiamo ancora tante cose da fare assieme. Perché?

I held your hand through
all of these years
But you still have
All of me

Mi lascio andare su una sedia e tra le lacrime, mi ritrovo a fissare queste mani incapaci di sostenerlo in questo momento di difficoltà.
«Kageyama...»
Sollevo la testa di scatto, ritrovandomi davanti Natsu con un sorriso tirato. Mi porge una mano nel silenzioso invito a tornare da lui. L'afferro, rimettendomi in piedi e avanzando silenziosamente, sino a quando non mi afferra il gomito con forza.
Mi volto, ritrovando quei suoi stessi occhi nocciola.
«Mio fratello è forte», dice solo nel riprendere ad avanzare.
La seguo con lo sguardo, sin quando non si ferma davanti alla porta della sua stanza.

I've tried so hard to tell myself
that you're gone
But though you're still with me
I've been alone all long

Davanti ai nostri occhi Shouyou tenta in tutti i modi di impedire all'infermiera di attaccarlo ai macchinari che monitorizzano le sue funzioni vitali, asserendo di voler andare a casa.
Non sembra neanche l'uomo debole di prima.
«È per il suo bene», mormora la donna, riuscendo, infine, nell'arduo compito di farlo sdraiare. «Lei è proprio impossibile!»
«Voglio andare a casa!» strepita lui, incrociando le braccia sul petto, nonostante i vari tubicini. E quando si rende conto della nostra presenza si rilassa, imbarazzato, continuando però a sbuffare.
Natsu sorride. «Dovresti essere contento delle cure amorevoli a cui sei sottoposto, niichan.»
Sorrido a quell'appellativo con cui ama ancora chiamarlo. Gli accarezza il viso con mano tremante.
«Voglio andare a casa con Tobio», implora lui. Mi lascio andare sulla poltrona. Chiudo gli occhi e lascio che la stanchezza prenda infine il sopravvento.


«Tuo marito sta dormendo», sento bisbigliare.
Socchiudo gli occhi e nascosto dalla penombra che avvolge quest'angolo della stanza, mi permetto di osservarli.
«Voglio morire a casa mia, accanto alla persona che amo», mormora stringendo le lenzuola e piangendo silenziosamente.
Stringo con forza i braccioli della poltrona, mordendomi il labbro inferiore per impedire che le mie lacrime si uniscano alle sue.

When you cried i'd wipe away
all of you tears
When you'd scream i'd fight away
all of your fears

«Vuoi già arrenderti?»
Lui non risponde e lei ne approfitta per continuare.
«Hai ancora tanti anni davanti, stupido!» La voce le trema, ma non è intenzionata ad arrendersi. «Devi farlo per lui. Non puoi lasciarlo solo...» Trattiene il respiro, non essendo in grado di portare a termine quel pensiero.
«Ci sarete voi con lui vero?» chiede invece lui, nella speranza che arrivi una risposta affermativa.
Idiota! Sono io a non volere nessuno che non sia tu...
«Shouyou», riprende, «credi davvero che permetterebbe a qualcuno di stargli vicino?»
Lui abbassa la testa, conscio della risposta. «Il mio cuore...»
Natsu si siede sul letto, stringendolo a sé. «Il tuo cuore potrà guarire.»

I held your hand through
all of these years
But you still have
All of me, me, me

Finalmente soli, mi siedo sul letto e mi permetto di accarezzargli il viso, ora rilassato dal sonno, con lo sguardo. Allungo una mano e con i polpastrelli ne disegno il profilo.
Storce il naso e mi ritrovo a sorridere. Mi chino su di lui, sfiorandogli le labbra con un fugace bacio.
Shouyou apre gli occhi e mi sorride.
«Buongiorno amore!»
«Veramente...» ma non concludo il mio pensiero, perché cingendomi il collo con un braccio mi attira a sé. Le labbra si sfiorano, poi lascio che il bacio si approfondisca, riversandovi tutto il mio amore.
«Andiamo a casa», gli sospiro sulle labbra.
L'espressione del viso si illumina, attirandomi ancora una volta nel suo abbraccio.
«Mi alzerai ancora la palla Tobio?» mi chiede all'improvviso, mentre qualcosa di umido mi accarezza il collo.
Ricambio l'abbraccio, stringendolo con forza. «Sempre», dico solamente e lui si rilassa.
«Andiamo a casa», mormora con il sorriso sulle labbra, cercando di scendere dal letto, ma io lo fermo per la necessità di ricordargli qualcosa che troppo spesso ho tenuto per me.
«Ti amo!» bisbiglio emozionato, ritrovando nei suoi occhi la stessa emozione.

My ImmortalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora