Capitolo 6: Reflejos

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NdA: "Lo so, non ci credo neanche io eppure è vero, ho scritto il capitolo! Gaudio e tripudio tra le genti! Per farmi perdonare ho scritto un po' di più, circa 12 pagine di word, e ormai non sento più i polpastrelli. Spero che il capitolo vi piaccia, perché è abbastanza intenso. Aspetto i vostri commenti, come sempre. Spero abbiate passato una buona estate e che il rientro non sia stato troppo traumatico. Un abbraccio globale, Lu"

Capitolo 6: Reflejos

"Che diavolo sta succedendo? Dimmi che diavolo sta succedendo!"

"Mi sembra sia abbastanza chiaro cosa stia succedendo, razza di idiota!"

"Smettila di trattarmi come uno stupido e dimmi la verità!"

"Verità? Quale verità? Non la so la verità"

"Si che la sai. Lo hai fatto di proposito?"

"Che?"

"Voglio sapere se lo hai fatto di proposito"

"Io non devo dirti niente, tu non meriti niente!"

"Freija?"

La sua voce mi riportò alla realtà. Mi voltai e sorrisi a Cristiano in piedi dietro di me.

"Tutto bene?"

"Si, tutto bene".

"Ti ho chiamato tre volte prima che avessi risposta. Dov'eri?" mi chiese con un mezzo sorriso.

"Scusami, a volte mi perdo nei miei pensieri".

Rimase a guardarmi in silenzio, i suoi profondi occhi scuri che indugiavano nei miei; per un momento ebbi la sensazione che avesse intuito tutto, ma non era possibile, almeno non lo credevo.

Quello che fece fu limitarsi ad allungare una mano e a dire "Vieni con me, voglio mostrarti una cosa".

Appoggiai la mia mano sulla sua e lo seguii verso il retro del ristorante, un locale appena fuori Madrid, di classe ma molto tranquillo, senza la classica folla dei ristoranti di lusso della capitale. Un posto speciale, bellissimo, un posto maledettamente sbagliato che era stato testimone dell'ultima grossa lite tra me e Sergio prima dell'inevitabile.

"Ecco, guarda" disse il mio accompagnatore.

Cercai di concentrarmi ed in quel momento vidi la fontana con i pesciolini. Quella non c'era due anni fa.

"Che carini" commentai.

Sorrise e mi condusse dall'altro lato, dove c'era una panchina, parzialmente nascosta dalla fontana stessa e dalle siepi. Non era la stessa di qualche anno fa.

"Questo angolo mi piace particolarmente. Spesso vengo qui con la scusa di mangiare un boccone, ma finisco per passare più tempo su questa panchina che al ristorante".

"Perché?" chiesi genuinamente curiosa.

"Quando ero piccolo, ero molto povero e mangiare tutti i giorni era una sorta di evento. C'era un piccolo stagno vicino casa mia ed io ci andavo tutti i giorni tornando da scuola: mi piaceva stare con i pesciolini, gli raccontavo le mie cose e mi sentivo compreso in qualche modo. Un giorno, apparentemente uguale agli altri, passai di lì, ma dei pesciolini non vi era traccia. Mi misi a cercarli da tutte le parti ed iniziai a domandare alle persone che vivevano lì intorno, finché un anziano mi disse che erano venuti a pescarli con un retino e che probabilmente in quel momento erano già su qualche graticola. Piansi per una settimana e promisi a me stesso che avrei fatto di tutto un giorno per poter vivere senza dover essere costretto a cibarmi dei miei stessi amici. Così feci costruire questa fontana e vengo a dare da mangiare ai pesciolini ogni volta che posso".

AUTUMN IN MADRID || Ramos, Casillas, Higuain (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora