Capitolo 7 : Quiet things that no one ever knows

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"Un fresco vento soffia su Madrid, portando i primi pollini in giro per l'aria e colorando la città con i delicati toni della primavera. Ma non sono solo i prati a fiorire in questo periodo, anche le storie d'amore sembrano andare per il meglio... Peccato solo che il prezzo da pagare sia un'amicizia incrinata, ma d'altra parte si sa: l'amore e l'amicizia spesso vanno di pari passo e talvolta il loro equilibrio è tremendamente precario..".

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Valdebebas - Allenamento del Real - Ore 11,30

Sto correndo da quasi un'ora ormai e non sento la stanchezza, perché l'allenamento è diventato la mia valvola di sfogo.

Ancora non riesco a credere a quello che è successo con Miranda: come potevo immaginare che tra lei e Sergio ci fosse qualcosa di così serio?

E poi, cazzo, lui è andato persino in America da lei.. due volte! E' una storia assurda..

E io? Dove diamine stavo io? Come ho fatto a non accorgermi di tutto questo?

Osservo Sergio che ride e scherza con gli altri in mezzo al campo e mi tornano in mente le sue parole dell'altra sera: "Io la amo". Lui la ama... perché mi sembra ridicolo? Io l'ho visto cambiare donna praticamente ogni sera, trovarsi una fidanzata a tempo perché poi si stufava e la tradiva con la prima che capitava: non posso permettere che lo faccia a Miranda, proprio no!

La mia Miranda non merita questo. Mia.. già dimenticavo che di mio non ha proprio nulla, specialmente adesso.

La verità è che mi sento ferito, ferito a morte dalle sue parole che continuano a rimbombarmi nella mente: "E perché non sei venuto a cercarmi? Perché non ti è venuto in mente di salire su un fottutissimo aereo e venire da me, eh? PERCHE'?". Già, perché? Non lo so perché.. Sono rimasto così colpito dalla sua partenza repentina, da questa estromissione improvvisa che sono rimasto spiazzato: non avevo messo in preventivo che un giorno, avrei potuto non fare più parte della sua vita o lei della mia, ho sempre pensato che qualunque cosa fosse accaduta, mi sarei girato e l'avrei trovata lì. E forse questo è stato il mio errore più grande: ho dato tutto per scontato, senza pensare che qualcosa o qualcuno avrebbe potuto mettere in discussione quella che per anni è stata non una certezza, ma LA certezza.

Che coglione! Sono proprio un deficiente! Talmente arrabbiato, ferito e confuso da non pensare che lei potesse avere bisogno di me, talmente orgoglioso da estrometterla come lei aveva fatto con me, senza provare a capire cosa potesse essere scattato in lei, in modo tanto dirompente, da farle compiere una scelta così radicale e quasi estrema per il suo carattere.

Sono il suo migliore amico ed in questo, invece, ho dimostrato di non conoscerla affatto o meglio di non volerla conoscere: e quale amico, degno di questo nome, si tirerebbe indietro invece di provare a capire? Ha ragione, ha ragione a dire che non ci sono parole, perché effettivamente non ho giustificazioni.

Un pallone arriva dalle mie parti e lo rimando verso Cristiano con un calcio, ancora preso dai miei pensieri: Sergio ha capito come stavano le cose e lo ha capito anche se non la conosceva così bene come me.

Cristo, come ho fatto a non accorgermi di tutto questo? Davvero ero così preso dalla mia storia con Eva da non avere più un ruolo così significativo nella vita della mia migliore amica?

Però se è stato così con Miranda, lo è stato anche con Alicia.. e allora come mai l'idea di perdere lei non mi sembra così devastante come con Randy? Perché quando Alicia mi ha detto di avere una relazione con un tizio, non ho provato quella fitta che provo ogni volta che vedo Sergio vicino a Miranda? Possibile che il problema sia solo Sergio?

A thin borderline || Ramos, CasillasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora