Prologo.

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Chiusi il getto d'acqua bollente lasciando cadere le ultime goccioline sul mio corpo nudo.
Afferrai l'aciugamani bianca da sopra il lavello avvolgendola in vita, ed usci dalla doccia facendo attenzione a non scivolare.
Sospirai pesantemente sentendo il pavimento freddo sotto i miei piedi, avevo perso la cognizione del tempo, ero lì più o meno da un'ora e mezza, ma tutto ciò mi rilassava. Mamma continuava a bussare alla porta irritata sollecitando la mia velocità, ma in quel momento poco mi importava.

"Benjamin! Sbrigati, tuo fratello Alex deve usare il bagno" urlò lei abbassando la maniglia esasperata.
Sbuffai all'ennesimo tentativo di mia madre, così stanco, aprii la porta fissandola.

"Prego, il bagno è libero" dissi sarcasticamente dirigendomi in camera mia.

"Ciao nano" mi salutò Alex, mio fratello, scompigliandomi i capelli.

"Smettila" lo rimproverai con una smorfia in viso per poi chiedermi in stanza.

Non volevo andare a quella stupida festa, era uno di quei ritrovi tipici famigliari, in cui i parenti più strambi si avvicinano per vedere quanto sei cresciuto ed improvvisamente ti ritrovi con le guance gonfie per i pizzicotti e la saliva ovunque. Una cosa positiva? Il cibo. Si mangia fino a scoppiare.
Decisi di indossare i soliti skinny jeans neri e strappati, mia madre mi ripeteva sempre che dovrei osare con i colori, ma credo che il nero rifletta il mio essere, il mio stato d'animo, il mio tutto insomma.

Afferrai il fono asciugando il ciuffo rigorosamente moro e folto per poi sistemarlo davanti allo specchio. Indossai una camicia semplice bianca ed un giubbotto di pelle nero. Ero pronto nella metà del tempo, stupefacente pensai.

Presi l'iphone da sopra il comodino dando uno sguardo a Whatsapp e poi uscii dalla camera.

"Ehi Ben, stai andando ad un funerale?" mi chiese Alex.

"Si, il tuo, stronzo" risposi a tono alzando il terzo dito, scherzosamente.

"Ehi voi due, basta o vi caccio fuori di casa" la risposta di mia madre fu tempestiva.

"Mamma hai per caso visto la mia cintura? " chiesi avvicinandomi. 

''Ben, renditi utile. Ho lasciato in cantina la chiave del portone principale, dimenticando di salirla, potresti andare a prenderla?'' sorrise.

Sbuffai all'idea di quel posto polveroso e sporco.

"Mamma! Non può andare Alex?" sorrisi speranzoso.

"No, lui deve sistemarsi, muoviti" disse severa.

"Mamma, dovresti darmi la chiave della cantina, almeno"
Dissi, dopo di che sbuffai, ero scocciato di quella situazione, non aveva neppure sentito che volevo la mia cintura.

Mia madre mi porse la chiave della cantina, gli feci un cenno con la mano come per dirle che sarei tornato subito, percorsi il lungo corridoio di casa mia e mi chiusi il portone di casa alle spalle. Chiamai l'ascensore e aspettai che arrivasse rigirandomi la chiave tra le mani. Nel condominio non abitavamo in molti, solo una vecchia signora al terzo piano, il primo piano invece era abitato solo nella stagione estiva da una giovane coppia, beh, al secondo piano abitavo io.

L'ascensore arrivò, le porte si aprirono così entrai dentro, pigiai il piano 0 e aspettai che le porte si chiudessero, l'ascensore iniziò a scendere molto lentamente, sbuffai quando vidi che la luce si stava persino per fulminare. Le porte si riaprirono e mi precipitai fuori, accesi la luce dato il buio e cercai la porta della nostra cantina. Numero 2, molta fantasia in questo appartamento, girai la chiave nella serratura e spalancai la porta, entrai dentro, lasciai la porta mezza aperta e iniziai a tossire, c'era troppa polvere là sotto, dovevamo iniziare a pulire.

Vidi la chiave di casa appoggiata al mobile e la presi, alzai lo sguardo e vidi uno strano simbolo su una mattonella, si illuminava nella stanza buia della cantina. Avvicinai la mano dove ancora tenevo la chiave e toccai il disegno, questa si alzò come per magia, sgranai gli occhi, tutto questo era totalmente strano, guardai dentro al buco formato dalla mattonella alzata e ci trovai un anello, anch'esso si illuminava al buio, lo presi tra le mani e iniziai ad analizzarlo, era a forma di piuma, lo accarezzai con il polpastrello quando un rumore forte mi fece alzare lo sguardo, la mattonella si era rimessa apposto da sola, ero confuso e adesso spaventato, uscii velocemente dalla stanza richiudendola la porta alle mie spalle, decisi di non prendere l'ascensore per evitare altri intoppi e salii velocemente le scale.

Avevo paura che quell'anello significasse più di quanto valeva economicamente, avrei chiesto spiegazioni a mia madre. Avevo anche paura che da lì a poco il percorso per tornare sopra mi si sarebbe sbarrato da muri che scendevano giù dal soffitto, come nei film. Ero terrorizzato, non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia come quel giorno. Appena arrivai di sopra girai la serratura ed entrai, una volta dentro sbattei la porta dietro di me.

"Benjamin? Sei arrivato finalmente!"

Sentii urlare mia madre dall'altra stanza, poggiai le chiavi sul mobile accanto a me e mi rigirai l'anello tra le mani.

"Mamma ho trovato questo in cantina" dissi prima di infilarmi l'anello all'anulare.

"Cos'hai trovato?"
Chiese mia madre uscendo dalla cucina, si guardò intorno confusa.

"Benjamin dove sei?"
Pensai fosse uno scherzo, mi aveva davanti e non mi vedeva, ridicolo. Avrei cancellato quella giornata e pensare che non era neppure finita.

"Mamma sono qua!"
Esclamai sbattendomi una mano in testa, leggermente, non volevo rincoglionirmi di più.
Mia madre entrò nella mia camera e la seguii.

"Adesso non senti più?" Chiesi scocciato, percorsi il corridoio fino a fermarmi poco prima del bagno, la porta era aperta e Alex non era più all'interno, ero stranito adesso, entrai dentro il bagno e mi posizionai davanti allo specchio. Credo che i miei occhi si fossero persino allargati, ero ancora più terrorizzato di prima in cantina, non riuscivo a specchiarmi, era come se non ci fossi.
Ricollegai all'anello e lo sfilai mettendolo in tasca.
Sospirai rivedendo il mio corpo davanti allo specchio. Mi toccai la tasca.

Ero sicuro adesso, valeva più di quanto credevo.

"Benjamin, eccoti! Perché non mi rispondevi?"
Mi voltai verso mia madre e accennai un sorriso.

"Scusa mamma, ho tolto adesso gli auricolari dalle orecchie" decisi di non dirgli nulla.





NA: Salve caramelle!

Ecco il prologo della nostra nuova fanfiction, questa è diversa da tutte le altre ''teen-drama'' con una trama tutta da scoprire, intrecciata e misteriosa. 

Spero che la prima parte vi possa piacere io e Chummy ci siamo impegnate molto per ''partorire questo capolavoro'' 

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Baci caramellosi.

Ers, Chummty ♥.

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