Non sono un pugno

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Eravamo rimasti soli, gli altri dei nostri erano appena andati via.

Fissavo silenziosamente il tavolo su cui eravamo seduti, c era parecchia roba sopra: la tazza del te che avevo appena bevuto, un bicchiere d'acqua, un piattino su cui erano rimasti alcuni biscotti ed un posacenere con varie cicche dentro, mi misi a contarle, erano undici, la maggior parte erano mie, non le avevo contate ma sapevo di aver fumato troppo, la gola mi bruciava, ma era un bruciore che non mi infasidiva, un bruciore a cui ero abituata, che mi toccava sempre nei mie momenti no. Quando mi sentivo nervosa era come se le sigarette uscissero del pacchetto e si accendessero da sole , era una cosa che non riuscivo a controllare,  che non volevo controllare. Quando ero giù era cosi, tutto il mondo svaniva, c'eravamo solo io e la mia Marboro.

Intorno a noi silenzio, eravamo seduti fuori, in pieno Dicembre in quel locale che ormai mi appariva così familiare. Faceva freddo, ma quello non era un problema per me.

Lui era nella sedia accanto alla mia, lo sentivo respirare lentamente, sapevo che aveva lo sguardo fisso nel nulla, quello sguardo perso, quello sguardo che parlava senza dire nulla, non avevo il coraggio di guardarlo, mi sentivo in colpa anche se dentro di me sapevo di non aver torto, era un mio punto di vista, la pensavo seriamente così e non ero in grado di mentirgli.

Lui continuava a non parlare mantenendo il suo sguardo fisso nel nulla immerso in chissa quali pensieri, in realtà sapevo cosa a cosa stava pnsando ma non volevo ragionarci su.  Spostai improvvisamente la mia sedia avvicinandomi alla sua e mi tuffai sul suo petto abbracciandolo, le lacrime mi Salirono agli occhi, a fatica le bloccai rimandandole indietro. Odiavo piangere, odiavo farlo davanti a lui. Volevo dirgli tante di quelle cose ma non ci riuscivo. Ogni tanto la porta si apriva e sentivo il rumore di tacchi che si spostavano nei tavoli vicini..volevo parlargli ma davvero non ci riuscivo. Rimanemmo in quella posizione per quanto? Minuti?ore? Chissà.. ad un tratto presi coraggio e d'un fiato gli dissi < Mi ami ancora?>passò un minuto che sembrò un eternità poi un altro ancora più lungo   <..si..> mi rispose alla fine, poi aggiunse < Ma tu invece?> avrei voluto urlargli contro che lo amavo, come nient'altro fino a quel momento, che era la cosa più bella che avessi, che tenevo a lui come a nient'altro ma mi sentivo ipocrita e stupida solo a pensarle quelle cose figuriamoci a dirle, ero appena stata ritenuta egoista e considerata come una che non lo amava come diceva da ben tre persone. Credevo nel mio ragionamento.. e allora perché mi sentivo così?  <Si, ti amo> risposi.

Sposto' in modo dolce,  come era suo solito, il mio viso posizionandolo davanti al suo, ci guardammo finalmente, ma non mi piaceva cio che vedevo. Il suo sguardo era triste, e mi faceva star male. <Io sarò un militare, quella sera' la mia vita,Lo hai sempre saputo. Non puoi uscirtene ora con questi discorsi insensati> lo guardai più attentamente, si, conoscevo la vita che avrebbe fatto ma una cosa era pensarla ed un altra era accettarla. < Il mio era solo un ragionamento teorico Lorenzo, portato agli eccessi, iniziato commentando uno stupido libro che parla della vita di quattto mogli di militari. Io una vita così non la voglio, non sacrificherei mai tutto per seguire un uomo che segue a sua volta la sua passione.  L'amore è importante ma è da ipocriti il solo ipotizzare che tutto il resto non conti, che a tutto il resto non diamo importanza.> sposto'gli occhi da me al posacenere, sapevo che si era accorto di quanto avevo fumato, sapevo che sapeva perché erano così tante quelle maledette cicche. Poi sbuffando, riportò il suo sguardo sul mio viso ed io aggiunsi <da donna soddisfatta della propria carriera lavorativa non sarei disposta a buttate tutto nel cesso per seguire l'uomo che amo, per seguire la sua passione. La carriera di quest'uomo dovrebbe avere la stessa importanza di quella che avrebbe la mia. Perché dovrei abbandonare la mia carriera, la mia passione, sacrificarmi per seguire una persona che invece farebbe esattamente quello che vuole fare?non guardaemi così,  Non capisco perché ci rimani male..> in realtà lo capivo perfettamente ma pregavo di sbagliarmi <ti ripeto che la mia era solo un ipotesi. Non viviamo nel terzo mondo, se ti traferissero io verrei con te, per stare con la persona che amo sapendo di poter praticare il lavoro che voglio anche in quel luogo. La mia era solo un ipotesi assurda..> sbuffò nuovamente ma questa volta non stette in silenzio <oh andiamo, so che il tuo era un esempio stupido. Ma mi ha ferito lo stesso.> mi fissava intensamente con quei suoi occhi dannatamente blu e dannatamente belli < e allora? Come può una cosa così irrealizzabile ferirti così tanto? Mi stai dicendo che, se io dovessi trasferirmi in un altro stato per lavoro e ti chiedessi di abbandonare il mestiere  che fai,  quel lavoro che ami così tanto e che ti rende così felice, consapevole del fatto che se partissi con me in questo nuovo posto non potresti farlo, tu non ci penseresti due volte, lasceresti tutto e mi seguiresti?> quasta volta sbuffai anche io, incredula sull'ipotesi che avevo fatto, ma lui continuava a fissarmi, con un intensità ancora più grande di quella precedente e mi rispose ciò che mai avrei pensato < Si, partirei subito, non ci penserei neanche un minuto. Ti Seguirei, ti starei vicino trovandomi un altro lavoro magari, costruendomi una nuova vita, costruendoci insieme una nuova vita, ma non capisci? Una vita senza di te non avrebbe nessun significato. > una fitta mi face contrarre lo stomaco, erano paroli forti quelle, parole grandi.

Mi sentii profondamente in colpa, io lo amavo e sapevo che era così ma davvero non sarei stata disposta a fare un passo del genere, forse avevano ragione, ero un ipocrita egoista che non teneva a lui abbastanza..lo abbracciai più forte di prima, una lacrima mi sfuggì rigandomi il viso < Ti amo> gli ripetei <Forse in un modo diverso dal tuo, ma è così e non lo metterò mai in dubbio> lui ricambio'il mio abbraccio, mi diede un bacio su una tempia, prese la mia mano che era chiusa in un pugno sulla gamba e l'avvolse con la sua, accarezzandola lentamente.  Sorofondai il viso nell'incavo del suo collo ed a bassa voce gli sussurrai guardandolo <io non sono un pugno, io non sono un sasso chiusa in me stessa, io sono tua, sono legata a te e lo sarò sempre" aprii così la mano ed intrecciai le mie dita tra le sue, poi avvicinandomi diedi un bacio leggero alle nostre mani legate.

Quante volte mi ero lamentata di quel ragazzo?Quante volte avevo pensato che lui non ci teneva poi così tanto?

Mio Dio, come ero stata stupida.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2013 ⏰

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