Capitolo 4 - Di prigione in prigione

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C'era stato un tempo in cui Kyle aveva dato la sua totale fiducia a qualcuno, un tempo in cui credeva che la vita fosse fatta solamente di cose belle e di sorrisi. Allora sua madre era ancora viva e suo padre voleva bene a entrambi. L'amore per i suoi genitori era assoluto e reciproco, o almeno così credeva. In quei giorni lontani, quando tutto era come doveva essere, Kyle era stato realmente felice. Ma le cose erano cambiate e il giovane aveva deciso che non si sarebbe mai più fidato né affezionato a qualcuno.

Perdere una persona importante causava troppa sofferenza, e sentirsi traditi era uno strazio insopportabile. Affezionarsi era per Kyle sinonimo di dolore, e di quest'ultimo il giovane uomo aveva già sperimentato abbastanza le diverse sfumature.

Ora, pensare che qualcuno come Farland gli avesse voltato le spalle, lo faceva sentire il più grande idiota della terra. Perché non era riuscito a vivere in solitudine e a chiudere il suo cuore al mondo? La sua ingenuità era davvero patetica.

Eppure avrebbe dovuto sapere che non poteva fidarsi di nessuno.

Per colpa della tua stoltezza un uomo è morto.

No, era stato Kenneth, lui non poteva saperne niente. Come poteva immaginare quello che stava succedendo? Come avrebbe potuto anche solo pensare a una simile possibilità?

Se solo non fossi così fiducioso nei confronti del prossimo saresti stato preparato e avresti potuto fare qualcosa. Avresti potuto salvare un uomo innocente e uccidere il tuo nemico.

No, non ci sarebbe stato nulla da fare. Se anche avesse fermato Kenneth, oltre la porta della sala interrogatori avrebbe trovato qualcun altro pronto a colpirlo.

Non dovevi fidarti. Dovevi tenere gli occhi aperti. Sei solo un povero ingenuo che non riesce a vivere senza gli altri.

Kyle riusciva a mala pena a stare dietro ai pensieri che avevano iniziato a invadergli la testa da quando Aron gli aveva rivelato la verità. Più pensava allo stato attuale delle cose, più non riusciva a capacitarsi di quello che era accaduto.

Come si era arrivati a quel punto? Possibile che lui non si fosse accorto di nulla?

Quei pensieri e incubi continuarono a tormentarlo per tutto il resto del tempo che gli rimaneva da passare nell'ospedale del dottor Cooler. Però, grazie a quest'ultimo e all'aiuto di qualche antidolorifico in più, le sue ore di sonno aumentarono e il dolore al petto diminuì poco a poco. Dopo la prima settimana Kyle volle provare ad alzarsi e a camminare. Non fu facile, la testa gli girava e dal suo torace provenivano alcune fitte che gli mozzavano il fiato, ma Aron era accanto a lui, pronto a sorreggerlo quando perdeva l'equilibrio. Kyle non avrebbe voluto che assistesse a uno spettacolo così patetico, ma l'uomo sembrava tenere molto alla cosa, inoltre quello era stato l'unico modo per convincerlo a lasciarlo provare a stare in piedi. Aron non era un tipo apprensivo, ma aveva capito che Kyle era testardo e che voleva guarire in fretta, perciò aveva paura che facesse sciocchezze o che prendesse troppo alla leggera la sua convalescenza.

Nonostante il detective facesse di tutto per dimostrare il contrario, la situazione non stava migliorando velocemente e, quando le due settimane pronosticate dal dottore per la guarigione erano sul punto di scadere, il giovane era perfettamente conscio di non essere nel pieno delle sue forze.

Riconoscere la sua debolezza lo faceva stare male al punto di fargli salire le lacrime. Non poteva più sopportare di sentirsi così inutile.

La sera non riusciva ad addormentarsi facilmente, perché era sempre ossessionato da questi pensieri, e passava ore e ore a guardare il soffitto con un fastidioso nodo alla gola, che diveniva via via sempre più insistente. In quelle occasioni arrivava sempre Aron, che si metteva accanto a lui raccontandogli diverse cose. A volte gli parlava del suo lavoro, altre del suo hobby di andare in moto, qualche volta gli raccontava qualcosa di divertente che aveva detto il dottor Cooler (che secondo Aron era un famoso esperto di barzellette, anche se un po' macabre), oppure se ne stava semplicemente lì con lui per fargli compagnia.

Kyle non sapeva come interpretare quel suo comportamento ma, se all'inizio lo trovava strano, con il passare del tempo cominciò ad apprezzarlo sempre di più. Parlare con Aron lo aiutava a rilassarsi, e capitava che mentre conversavano lui si addormentasse senza accorgersene. Aron non si offendeva affatto, anzi, sembrava proprio che il suo obiettivo fosse quello di riuscire a farlo assopire, ma ovviamente se il giovane gli avesse chiesto qualcosa a riguardo egli avrebbe negato tutto spudoratamente. Quell'uomo era fatto così, si prendeva cura degli altri senza darlo a vedere, e a Kyle piaceva questo lato del suo carattere.

Il diciottesimo giorno dall'arrivo di Kyle in ospedale, dopo che il dottor Cooler lo ebbe visitato, Aron si presentò nella stanza del giovane ed esordì con queste parole: – Ti andrebbe di venire a stare da me? –

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Il quarto capitolo non finisce qua (ovviamente)! Questo è solo un assaggio di quello che vi aspetta! Kyle deciderà di andare a casa di Aron (con tutti i "rischi" che ciò comporta...=w=*) oppure impugnerà la pistola e tornerà al dipartimento (per sollevare un gran polverone e ammazzare qualcuno)? Voi che ne pensate? >D<

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Per qualsiasi cosa (anche inerente alla storia) chiedete pure senza problemi! ^^

Ps: Ovviamente continuerò a pubblicare su questa pagina! Aspettatevi spin off di Carnivore e qualche storia inedita! >D<

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 01, 2016 ⏰

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