Una lettera inaspettata

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Sono più di 500 anni che vago nel mondo cercando di dimenticarlo, ma non ci riesco. Ogni cosa mi ricorda lui. Ogni singolo giorno ricordo come sono diventata così e automaticamente penso a lui. Rivivo sempre quel giorno. Ho provato in tutti i modi a dimenticarlo, ma non è servito a nulla. Ormai mi ero quasi rassegnata alla possibilità di rivederlo o solo sentire pronunciare il suo nome da qualcun altro . Ed ora mi ritrovo questa lettera fra le mani con il mio vero nome segnato sopra. Non venivo chiamata così da anni. Tutto ciò mi riporto a quel periodo.
Era il lontano 1527 e tutto sembrava andare per il meglio o, almeno, fu così fino a quando nel mio paesino venne ad abitare una nuova famiglia molto ricca: i Mikaelson. Fin dalla prima volta che li incontrai rimasi affascinata da uno di loro. Passavo giornate intere a pensare a lui e alla sua bellissima risata e a contare i giorni e le ore che mancavano al prossimo ballo o pasto a cui avrebbero partecipato i Mikaelson e quindi anche lui. Ogni volta che mi parlava il cuore mi batteva forte e iniziavo a balbettare come un idiota. E si, non c'era alcun dubbio: io ero follemente innamorata di Kol Mikaelson. A questo punto la vera domanda da porsi era: cosa provava lui per me? Beh questo non l'ho mai completamente capito. Un giorno era gentile e dolce e quello dopo freddo e distaccato. Non sapevo mai come comportarmi con lui.
Nel frattempo i miei e i Mikaelson diventavano sempre più amici e il 31 dicembre 1527 organizzarono un ballo per festeggiare la fine dell'anno e per augurare a tutti un felice anno nuovo. Qualche giorno prima era stato il mio compleanno, avevo compiuto 17 anni, ma erano tutti troppo impegnati a preparare la festa per ricordarselo. Tutti tranne lui. Quel giorno ricevetti un mazzo di rose rosse e un bigliettino in cui mi chiedeva di conservargli un ballo. Penso che i miei scleri si siano sentiti anche dall'altra parte del mondo.
In men che non si dica arrivò il giorno del ballo e io passai tutta la mattinata e il pomeriggio a prepararmi. Quando tutti gli invitati furono arrivati feci il mio ingresso con i miei genitori nella sala. Subito Kol mi si avvicinò e mi baciò una mano per poi prendermi a braccetto e condurmi verso la sua famiglia. Dire che ero diventata rossa come un pomodoro è poco.
Salutai per prima Rebekah, la sua sorella minore, e infine Klaus e Elijah, i suoi fratelli maggiori. Subito dopo venne annunciato l'inizio del ballo e io e Kol ci dirigemmo verso il centro della sala per poi iniziare a ballare non appena partì la musica. Essere così vicina a lui mi faceva battere il cuore velocemente. Ero davvero felice. Dopo aver ballato un altro po' e aver parlato con qualche ospite, Kol mi chiese di andare in giardino con lui ed io accettai. Camminammo a lungo l'uno di fianco all'altro in silenzio. Il cielo quella notte era pieno di stelle ed era una cosa stupenda da guardare. Faceva un po' freddo, ma non avevo voglia di entrare. Volevo restare un altro po' fuori con lui. Forse ad un certo punto lui si accorse che avevo freddo e si tolse la giacca per poi appoggiarmela sulle spalle. Lo ringraziai e lui scrollò le spalle come a dire che l'aveva fatto con piacere. Rimanemmo a guardarci negli occhi per un tempo indefinito. Perché avevo una grandissima voglia di abbracciarlo?
All'improvviso sentimmo dei passi che sembravano venire verso di noi ed io d'istinto mi tolsi la giacca per poi arrossire. Presto scoprimmo che quei passi erano di Rebekah che era venuta a cercarci per dirci di tornare perché era l'ora di fare un brindisi visto che era quasi mezzanotte. Arrivammo giusto in tempo. Fatto il brindisi, venne l'ora che gli ospiti se ne andassero. Quando se ne furono andati io salii nella mia stanza e dopo essermi cambiata andai a dormire.
Da quel giorno Kol venne spesso a trovarmi e passavamo un sacco di tempo insieme. Nessuno dei due parlava, ma a me andava bene così. Dopotutto ero con lui e questa era l'unica cosa che mi interessava.
Un giorno successe. Fu una cosa improvvisa, ma che mi piacque molto. Mentre eravamo in giardino sdraiati uno di fianco all'altro, ognuno perso nei propri pensieri, lui richiamò la mia attenzione così mi girai verso di lui. Ci guardammo negli occhi e lui inizio a balbettare delle cose almeno per me incomprensibili, leggermente rosso in viso, ed era così adorabile che io volevo abbracciarlo e riempirlo di coccole. All'improvviso lui perse il mio viso tra le mani e mi baciò. In quel momento il mio cuore iniziò a battere talmente forte che pensavo di stare per morire. Dopo un po' d'esitazione ricambiai in modo impacciato il bacio. Mi sembrava che le guance mi stessero andando a fuoco. Dopo un po' ci staccammo e lui balzò in piedi e dopo aver balbettato un mi dispiace scomparve dalla mia vista. Mi sentii così sbagliata. Avevo forse sbagliato qualcosa?
Passai i giorni seguenti sdraiata sul letto a fissare il soffitto. Mi alzavo solo per vestirmi e andare a mangiare, anche se la maggior parte delle volte non toccavo il cibo che c'era nel piatto. Tutto ciò durò circa una settimana, ossia fino a quando non lo rividi. Quella sera mi sforzai di non mostrarmi ferita o altro e cercai di mangiare tutto. Lui non mi degnò di uno sguardo e ciò mi fece stare molto male. Quando loro se ne furono andati io rimasi qualche altro minuto nella sala da pranzo con i miei a parlare dopo di che andai nella mia stanza. Una volta entrata nella stanza mi sdraiai sul letto, chiusi gli occhi e lasciai che le prime lacrime iniziassero a scendere. All'improvviso sentii come se qualcuno si stesse sdraiando di fianco a me. Spalancai gli occhi, girai la testa di lato e lo vidi. Lui mi asciugò le lacrime con un pollice e mi diede un bacio sulla fronte per poi abbracciarmi mentre mi chiedeva scusa. Mi chiese di essere la sua ragazza ed io felicemente accettai. Da allora per circa due mesi ci vedemmo di nascosto. Furono i mesi più belli della mia vita. La mia felicità durò fino a quando Klaus scoprì della nostra relazione. Lui geloso del fatto che suo fratello fosse felice lo uccise davanti ai miei occhi con un pugnale d'argento e ciò che avvenne in seguito nella mia mente è ancora molto confuso. Ricordo solo che mi risvegliai sul mio letto con Rebekah al mio fianco. Lei mi raccontò tutta la loro storia e mi disse che ora, per colpa di Klaus, ero un vampiro come loro. All'inizio pensai che mi stava prendendo in giro, ma poi, quando mia madre entrò in camera e mi abbracciò, sentii l'irrefrenabile voglia di staccarle la testa a morsi e di bere tutto il suo sangue. Senza nemmeno pensarci due volte lo feci e, mi sento in colpa a dirlo, ma mi piacque ed anche tanto. Giusto in quel momento entrò mio padre che all'inizio rimase scioccato dalla scena, ma poi mi salto addosso e cercò di uccidermi. Rebekah ci separò, ma visto che lui continuava ad opporsi gli spezzò il collo.
E fu così che da un giorno all'altro mi ritrovai da sola a dover imparare a controllare il mio nuovo essere. La famiglia Mikaelson scomparve la notte stessa e non li ho rivisti ne sentiti nominare fino ad oggi.
Ora mi ritrovo questa lettera tra le mani e dopo qualche secondo di perplessità decido di leggerla.
"Salve Marlene.
So che sei riuscita a sopravvivere fino ad ora ed a controllare la tua fame. Sapevo che ce l' avresti fatta. Purtroppo ti scrivo per comunicarti una brutta notizia. Il tuo amato Kol circa un mese fa è stato risvegliato ed ha impiegato tutto questo tempo per cercare di rintracciarti, ma,non appena ti ha trovato, è stato ucciso e questa volta per sempre. Infatti per ucciderlo hanno usato un paletto di quercia bianca che, come tu ben sai, sono gli unici che possono ucciderci. Noi pensavamo di averli distrutti tutti, ma, a quanto pare, ci sbagliavamo. Speravo davvero tanto di scriverti per darti una buona notizia, ma il destino è imprevedibile. Ti auguro di avere tutto ciò che desideri.
                                         Addio, Rebekah."
Sentii un dolore enorme al livello del cuore. Sapere che non avevo più la possibilità di rivederlo mi faceva stare malissimo. La prima cosa che mi venne in mente fu quella di suicidarmi, ma poi pensai a quanto lo avrei deluso e al fatto che lui voleva che io fossi felice. Così feci due semplici cose: bruciai la lettera e gli promisi che avrei fatto di tutto per essere felice e che non l'avrei mai dimenticato. In quel momento mi affacciavo sul mio futuro consapevole che lui sarebbe stato sempre al mio fianco anche se non potevo vederlo e che potevo farcela anche se non mi aspettava un percorso facile.

Always In My Heart || Kol Mikaelson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora