L'identità dell'assassino

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La allontano subito, è più scossa per questo eppure le ho appena detto che qualcuno la vuole morta.
"Scusa." Mi dice a testa bassa: olio corpo è attratto da lei, ma la mia mente è concentrata su quell'altra ragazza che ha cacciato via i miei demoni.
Io non voglio perdere nessuna delle due: in tutti i sensi, non so nemmeno se uscirò vivo da questa situazione.
"Vieni. Dobbiamo andare da Jessica." Lei mi prende per un polso e ci dirigiamo alla macchina.
Cerco di andare veloce ma il traffico stamattina è veramente insopportabile.

Camminava per il corridoio con lo sguardo perso e tutta sola, Matt era appena venuto da me per chiedermi dei soldi e io intanto la  vedevo tutta sola.
Alcune persone quando la vedevano si facevano delle risatine
Avevo una voglia tremenda di parlarle ma allo stesso tempo avevo paura.
"Forse sono stato un po' troppo cattivo con quella ragazza." Mi disse Matt indicandola con il capo; per fortuna aveva ammesso ciò che ha fatto.
"Decisamente!" Replicai arrabbiato e lui sorrise in modo perfido.
"So che ti piace okay? Ma io mi devo divertire quindi non mi rompere i coglioni." Lui aveva sempre quel tono e quella voglia di comandare che odiavano quasi tutti nel nostro gruppo.
"Dov'è Mike?" Mi chiese ed io gli rivolsi un'occhiataccia.
incazzato con te. A quella festa hai drogato Ashley ed ora è scomparsa. Tiene molto a sua sorella." Lui fece spallucce ed io invece, rabbrividii al pensiero di Mike in lacrime per la sorella scomparsa qualche mese fa per colpa di Matt.
Lei  non era più lì, notai.
Salutai Matt senza ricevere nessuna risposta, ma sinceramente non ci tenevo neppure.
In giardino non c'era.
Neppure alla mensa.
Dove poteva essere quella ragazza che era sempre sola?
Dopo qualche minuto la vidi in lacrime che attraversava il corridoio e io nemmeno provai a consolarla.
Vidi Scott che la seguiva ed io, curioso,  li seguii per pura curiosità.
O forse no.
Forse la amavo e non me ne ero accorto finora.
Però non ci credevo perché non ero il tipo che si innamora.
Però quelle fossette.
Quel viso da angelo.
Quella voce che ti fa rabbrividire ogni volta che la ascolti.
Ero malato.
Malato di lei.
Loro due erano nel retro della scuola dove nessuno avrebbe potuto vederli.
Tranne me.
Io c'ero sempre per lei.
Non sentivo nulla, potevo solo vedere come la stavo perdendo secondo dopo secondo, in ogni momento lei si avvicinava a Scott e lasciava me.
Anche se non stavamo insieme lei era come una droga; mi stava uccidendo ma mi stava anche dando la sensazione più bella delle mia schifosi vita.

"Luke? Mi stai ascoltando?" Mi chiede ed io tossisco, lei mi rivolge un mezzo sorriso non del tutto sincero.
"No, scusa ma ho i pensieri fissi su Jessica. Non sento l'ospedale da ieri sera." Le spiego e sinceramente non sto pensando a lei, ma a qualche vecchio ricordo passato che non mi faceva dormire la notte.

Trovo il parcheggio subito e sono abbastanza sollevato.
Entriamo in quel salone e poi andiamo al terzo piano.
Una donna dietro il bancone ci fissa e mi sento leggermente a disagio.
"Salve, sono qui per Jessica Prescott." Dico e lei scrive qualcosa al computer per poi dirmi: "Luke Hemmings?"
"Sì sono io."
"Documento." Mi dice con tono acido come se la avessi disturbata durante il lavoro. Le tiro il documento che cade sotto la scrivania: lei si piega per raccoglierlo e sospira.
L'ho fatto solo per essere un po' stronzo.
"Dovrete aspettare un po'." Ci dice con tono avvilito.
"Va bene, ma sbrigatevi: voglio sapere come sta." Dico e poi me ne vado e lei mi segue.
"Ci vorrà un po'." Dico sospirando e mi siedo.
Lei è agitata ed evita di sedersi.
"Stai tranquilla, starà bene." La conforto e lei sembra non aver sentito nulla.
"Come hai fatto a trovarla?" Mi chiede improvvisamente ed io rimango di stucco.
"Devi sapere che non sono il ragazzo che ti salverà; non sono per niente un bravo ragazzo." Ammetto e lei si siede finalmente.
"Cosa sei? Una specie di bad boy figo? Cosa hai fatto di male? Hai ucciso una mosca?" Dice ridendo e mi strappa un sorriso.
"La vita non è un film e sono molto lontano per rappresentare il bad boy che ti proteggerà. Perché io sono una persona tremendamente malata." Non so se riuscirò a dirle tutto, si allontanerà da me e avrà paura.
Non voglio che lei mi abbandoni.
"Perché dovresti essere malato?"
"È una lunga storia, ma tutto quello che ho fatto ha portato a questo. Ho ritrovato Jessica e se non avessi fatto quello che ho fatto ora tu saresti morta." Dico tutto d'un fiato sperando che lei non ne parli più, però è impossibile che non me ne parli.
"Cosa hai fatto?" Chiede sempre più impaziente e curiosa.
"Non posso dirtelo. Ma sappi che io non sono pericoloso."
"Cominci a spaventarmi Luke."
"Non sai che cosa ho passato per te." Ammetto e in testa mi compaiono troppi ricordi che non riesco a sopportare. 
Sento la sua mano appoggiarsi alla mia, prima avrei fatto qualsiasi cosa per avere un contatto così con lei; ma ora penso solo a Noemi e a quello che potrebbe pensare.
"Io non ho paura di te." Dice.
"Io invece ho paura a innamorarmi di te." Replico senza pensare.
Cade il silenzio dopo le mie parole e siamo due fantasmi.

I'M NOT DANGEROUS ||LUKE HEMMINGS||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora