I giorni seguenti scorrono via tranquillamente. Sono tornata a casa e pronta per tornare al lavoro a tempo pieno e per concentrarmi su Chris e i bambini che arriveranno. Non vedo l'ora di scoprire di che sesso siano e cominciare a fare shopping. Mi sfuggirà di mano e alla fine sarò costretta a comprare una nuova casa. A proposito... dove metteremo i bambini quando nasceranno? Non c'è spazio. Sono nel panico. Totale.
Mentre ci penso mi appoggio ai fornelli dietro di me e sorseggio del caffè guardando persa nel vuoto il mio giardino. Ric è sul divano con il Mac a lavorare prima di andare in ospedale e solleva il viso squadrandomi
«tutto bene, piccola?» chiede alzandosi e scuoto la testa «cos'è successo? Stai bene? Hai la nausea? Ti porto qualcosa?» mi mitraglia di domande e non riesco neanche ad aprire la bocca prima che sia di fronte a me a scostarmi i capelli dal viso.
«dove metteremo i bambini?» bofonchio senza guardarlo. Ride e mi bacia sulla fronte.
«è divertente la mia ansia, per te?» chiedo tornando in me stessa. Si versa del caffè e ne prende un lungo sorso, prima di rispondere
«ci penso io. Non ti preoccupare»
«vorrei che ci pensassimo insieme» rispondo. Mi bacia sulle labbra teneramente e risponde «certo. Quello che vuoi» e torna sul divano.
Non abbiamo più parlato di quella conversazione avuta in ospedale e non ci voglio pensare. In compenso abbiamo fatto talmente tanto sesso da farmi ancora sentire in paradiso.
Dopo essermi vestita, indossando un vestito beige al ginocchio e scarpe con il tacco, che mi distruggeranno entro le 15, saluto mio marito e apro la porta di casa, infilando una giacca di pelle nera.
«dove credi di andare?» chiede appoggiandosi allo schienale del divano e incrociando le braccia al petto forte.
«al lavoro. Devi portare Chris a scuola» rispondo chinandomi a prendere la borsa che pesa più di me. Ma che cavolo ci metto dentro? Sassi?
«e pensi di andarci vestita così?» domanda passandomi gli occhi lungo il mio corpo.
«sto così male?» chiedo guardandomi e sistemandomi il vestito. Ho il seno più grosso e un po' strizzato sotto il vestito. Si vede leggermente la pancia, ma sembra solo mi sia mangiata un chilo di pasta e non che abbia due cose che crescono.
«diciamo che sei la cura vivente per la depressione» esclama
«beh....ehm...grazie» dico arrossendo. Non so perché ma i complimenti di mio marito mi fanno sempre sorridere e imbarazzare. Mi vede come io non mi sono mai vista e questo mi lascia un po' perplessa. Come fa a vedermi così bella? Così perfetta?
«ti metto in imbarazzo?» domanda divertito e sorridendo con le fossette che vorrei baciare. Mi muovo da un piede all'altro e gioco con gli anelli davanti al mio ventre
«sai che è così.... maledetto» sospiro
«comunque tu non esci vestita così» dice alzandosi e avvicinandosi come una pantera. Mi butto i capelli dietro le spalle dandomi un'aria da vamp, ma fallisco miseramente
«perché mai non dovrei uscire vestita così?»
«perché tutti vorranno le tue tette e il tuo culo e sai che....»
lo interrompo alzando gli occhi al cielo «sì, sì, che io sono solo tua e tutto il resto»
«mi prendi per il culo?» chiede afferrandomi i fianchi e tirandomi a sé
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Io e Te. Terzo capitolo
ChickLitil matrimonio è stato rovinato e dovranno cercare in qualche modo di uscire dall'ennesima crisi del loro rapporto, ma tutto è cambiato. E se tutti questi avvenimenti li portassero alla fine? e se tutto quello che hanno fatto per stare insieme alla f...