ESAMI TERZA MEDIA

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Finalmente arrivò il giorno tanto atteso, con ansia e paura, avevo studiato molto in quel periodo, non vedevo l'ora di lasciarmi alle spalle anche quel giorno.
Entrai dal solito portone di un marrone antico, con qualche pezzo di legno venuto, il solito collaboratore sorridente per il corridoio - Vitulli al piano di sopra - entrai in una classe qualunque al piano di sopra neanche sapendo fosse quella giusta, trovai i miei professori  a ferro di cavallo, con al centro una sedia, fatta apposta per il più totale disagio, dietro come se non bastasse, c'erano altri ragazzi e ragazze che aspettavano il proprio turno.
Io per fortuna ero l'ultima, avevo il tempo per prepararmi psicologicamente a quel momento in cui dovevo parlare davanti a tanti professori, eravamo tutti in ansia, io compresa, mi tremava la gamba, senza che io facessi nulla.
In quel momento, ripetevo tra me e me, la mia tesina sull'adolescenza, ad un tratto entra una ragazza alta, magra, capelli lunghissimi di un castano che si avvicinava al dorato, smisi di ripetere nella mia mente quella stupida tesina, incominciai a guardarla, lei non si era accorta di me, cercavo di ripetermi, che dovevo concentrarmi. È il suo turno, il suo esame va bene, qualsiasi cosa facesse in quel momento, mi stupiva, quando iniziò a parlare, la sua voce nelle mie orecchie erano vita.
Finisce, va via, dopo un bel po di turni,arriva il mio, non dico molto, in quel momento, non ricordavo gran parte della tesina, ma poco importava, avevo visto gente non aprire bocca, ma comunque veniva promossa, iniziavo a sottovalutare quel momento, anche perché, nella mia testa non cerano più tutti quei studi, quelle materie, c'era lei, la sua voce.
Esco da scuola mi guardavo attorno, con la speranza di rivederla, ma nulla, il viale della scuola era deserto.
Avvisai mia madre, della promozione, ma da lei non ebbi così tanto entusiasmo, subito dopo chiamai la mia ragazza, potevo benissimo andare a casa sua e dirglielo, ma io ero di un paesino lontano dal suo, quindi, per sentirci, ci limitavamo con delle telefonate che duravano avvolte ore.

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