Jack Johnson

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Ho già avuto una prima richiesta, mi sento importante, lol.

Non si sopportavano, eppure dovevano vedersi ogni giorno. Facevano parte dello stesso gruppo di amici.
Viviana e Jack erano come acqua e fuoco e ogni singola sillaba uscita dalla bocca di uno dei due era motivo di insulto dell'altro.

-Oddio Mary hai visto quant'è figo Louis!- esclamò Jack J prendendo in giro la castana, che stava parlando con la sua amica del ragazzo che frequentava da qualche giorno a questa parte.
La ragazza inizialmente lo ignorò, sebbene volesse prenderlo a sberle.

-Quasi quasi ci provo anche con suo fratello!- continuò il biondo. Al che Viviana si girò verso di lui pronta a schiaffeggiarlo, ma la campanella suonò facendola fermare sui suoi passi.
Sbuffò sapendo che avrebbe dovuto sopportarlo per altre cinque ore.

-Un giorno di questi ti uccido...- sussurrò passandogli di fianco ed entrando dentro l'edificio. Ovviamente non era stata per niente credibile, infatti il ragazzo non si preoccupò o spaventò. La osservò dirigersi dentro scuola. La trovava infinitamente bella e impossibile. Era per questo che la prendeva in giro, per attirare la sua attenzione. Per far sì che i suoi occhioni azzurri lo vedessero, per avere la sua totale attenzione.

-Muoviti, JJ.- disse Gilinsky dandogli una pacca sulla spalla che lo fece scattare verso l'istituto, seguito dall'amico.

...
-Jack lasciami stare.- si lamentò Viviana, mentre il biondo continuava a stuzzicarle il braccio. Le piaceva anche quando non lo sopportava, quando gli urlava contro e quando avrebbe voluto picchiarlo. Lei aveva quel qualcosa che le altre non avevano.

-Perché? Hai paura che Louis ci veda? O forse dovrei dire Michael, o magari Trevor o forse...- non finì di parlare che gli arrivò uno schiaffo in pieno viso. Voltò il viso, mentre sulla guancia sinistra cominciava ad esserci il segno di cinque dita. Viviana si portò una mano alla bocca, non pensando di poter fare una cosa del genere, ma non si sentì in colpa.

-Non sono una prostituta! Quindi la devi smettere! Sono stanca delle tue continue prese in giro! Delle tue battutine! Non sono un oggetto! Ho anch'io dei sentimenti. Non capisco perché tu mi faccia tutto questo, so solo che ti odio, ti odio da morire...- sbottò la ragazza, mentre qualche lacrima sgorgava dai suoi occhi blu che Jack tanto amava.
Quelle parole lo lasciarono di stucco, si sentì tremendamente in colpa e stupido. Tutto a causa di una stupida cotta.
Non sapeva cosa dire, lo aveva ammutolito e anche ferito, nonostante lei non gli avesse fatto nulla. Sapere che lo odiava lo feriva internamente.

-Io...- provò a dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola. Viviana, nel frattempo, piangeva silenziosamente. Erano rimasti solo loro due nel cortile della scuola e si sentivano solamente le macchine passare e i singhiozzi da parte della castana.

-Ti chiedo solo di lasciarmi in pace... Per favore, Jack...- lo supplicò. Il biondo la scrutò, sapendo che non ce l'avrebbe fatta. Lui aveva bisogno di lei, dei suoi sguardi, dei suoi sbuffi, dei suoi occhi, dei suoi capelli, del suo profumo. Non poteva rinunciare a quello.
In un attimo di pazzia si avvicinò e la baciò, sapendo che non avrebbe ricambiato, ma lo fece lo stesso, perché Orazio disse 'Carpe Diem' e Jack lo prese alla lettera. Sapeva che non si sarebbe mai più presentata questa occasione, così colse l'attimo.

Eppure Viviana non si mosse, non batté ciglio, si fece baciare da chi la feriva, dal suo diavolo, dalla causa delle sue sofferenze. Non seppe spiegare, in un primo momento, perché lasciò che le loro labbra si toccassero, seppe solamente che durante quel bacio si dimenticò di tutti: di Louis, del suo odio nei confronti del biondo, dei suoi problemi, degli insulti, dei pianti.

Quando si staccarono entrambi erano scombussolati, soprattuto lei che non sapeva spiegare tutto quello.
-Cosa significa?- domandò confusa, continuando a sentire le lacrime agli angoli dei suoi occhi. Jack le sorrise passando i pollici sulle sue guance per asciugarle.
-Significa che sei l'unica per me, e che mi dispiace di essere un cretino, ma volevo solamente la tua attenzione.- rispose guardandola negli occhi. Viviana rimase sbalordita: il ragazzo che la prendeva in giro, che la insultava provava qualcosa nei suoi confronti.

-Io... Non so che dire...- ed era vero, era senza parole. Ma Jack non aveva bisogno di quelle, lui aveva bisogno di lei. Come uno scrittore aveva bisogno della penna, come una fan aveva bisogno del suo idolo, come i film romantici avevano bisogno di lacrime, come il mondo aveva bisogno della luna e come il mare aveva bisogno della sabbia.

-Non devi dire nulla, promettimi solo di restare, di non andartene, di non voltarmi le spalle, ma sii sincera, guardami negli occhi mentre lo dici, dillo col cuore in mano. Perché se me lo prometti non puoi più tornare in dietro, perché poi ti porteresti con te una parte di me. Quindi non promettere ciò che poi non puoi mantenere. Sei tutto quello di cui ho bisogno. Mi hai fregato al primo sorriso, al primo sguardo, al primo insulto, al primo sbuffo. Io, Jack Edward Johnson, ormai sono completamente nelle tue mani, Viviana Ross (Mi sono inventata un cognome, bc sono cose private).-

La ragazza era, ancora una volta, in lacrime davanti alle parole e agli occhi di colui che aveva appena ammesso di amarla. Lei sapeva che sarebbe stato difficile, che avrebbero riso e pianto, che si sarebbero urlati contro per poi baciarsi, che si sarebbero odiati per poi amarsi di nuovo, sempre più di prima. Eppure voleva correrlo quel rischio, voleva amarlo fino a stare male, fino a morire, finché non si sarebbe consumata ogni cellula dei loro corpi.
Dunque anche lei percorse il pericolo, anzi, ci si buttò tra le braccia.

-Ed io nelle tue, Jack Edward Johnson.-

SPAZIO ME!
Allora... vivianaguida1998 spero ti piaccia, se fa schifo dimmelo pure che posso provare a fare meglio.
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Byee

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