Primo capitolo.

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Aveva bisogno di un uomo.
Uno a cui possibilmente avanzassero centocinquantamila dollari. Lali Esposito guardò il modesto falò al centro del soggiorno di casa sua e si domandò se non fosse uscita di testa. Sul foglio che aveva in mano c'erano tutte le qualità che la sua anima gemella avrebbe dovuto possedere. Fedeltà. Intelligenza. Senso dell'umorismo. Forte senso della famiglia e amore per gli animali. E un ottimo stipendio. Alcuni ingredienti stavano già bruciando. Il capello di un parente – suo fratello era ancora seccato. Un miscuglio di erbe profumate – forse per addolcire il carattere. E il bastoncino per... be', quello sperò non significasse ciò che pensava lei.
Con un respiro profondo, gettò la lista nel secchio di metallo e la guardò ardere. Si sentiva un'idiota a fare un incantesimo, ma non sapeva che altro inventarsi e non aveva niente da perdere. E poi, in quanto proprietaria di un'eclettica libreria in una moderna cittadina universitaria dello stato di New York, le era concessa qualche stranezza. Tipo ordinare l'uomo perfetto alla Madre Terra. Le fiamme divampavano sprigionando un fumo che le fece venire in mente le croste di pizza bruciate sul fondo del suo fornetto elettrico. Arricciò il naso, prese l'estintore e ci spruzzò la schiuma sopra. Poi andò a prendersi un bicchiere di vino rosso per concludere il rito.
Sua mamma era costretta a vendere Tara. La sua casa natale.
Con una bottiglia di cabernet sauvignon, Lali rifletté sul dilemma. La libreria era ipotecata. Il progetto dell'annessione del bar era impegnativo e non poteva sottrarvi un centesimo. E guardandosi intorno nel suo piccolo loft vittoriano capì subito che non c'era niente da vendere. Nemmeno su eBay. Aveva ventidue anni e a quest'ora avrebbe forse dovuto abitare in un appartamento elegante, indossare abiti firmati ed uscire con un corteggiatore diverso ogni sabato sera. Invece ospitava cani abbandonati e affidava alle sciarpe il compito di dare un aspetto diverso ai soliti vestiti. Vivere alla luce del sole, essere aperta a ogni possibilità e seguire il suo cuore erano ciò in cui credeva. Purtroppo nessuna di queste caratteristiche poteva salvare la casa di sua madre.
Bevve un sorso di vino rosso e ammise che non c'era altro da fare. Nessuno aveva il denaro che occorreva e stavolta, quando l'esattore delle tasse fosse tornato, il finale non sarebbe stato rosa. Non era Scarlett O'Hara. E non credeva che il disperato ricorso all'incantesimo le avrebbe fatto trovare l'uomo perfetto alla porta.
Suonò il campanello. Lali spalancò la bocca. Mio Dio, era lui? Guardò i pantaloni lerci della tuta e la camicia corta che indossava e si chiese se facesse in tempo a cambiarsi. Come si alzò per rovistare nell'armadio il campanello suonò di nuovo, al che fece un bel respiro e andò a rispondere.
«Era ora che aprissi questa porta.» le sue speranze svanirono. Lali guardò la sua migliore amica, Cande Bieber, e mise il broncio.
«Speravo fosse un uomo.»
Cande sbuffò ed entrò in casa. Sventolò una mano dalle unghie rosso ciliegia e si lasciò cadere sul divano.
«Te lo sogni. L'ultimo con cui sei uscita l'hai fatto scappare quindi non ti rimedierò altri appuntamenti. Cos'è successo qui dentro?»
«In che senso l'ho fatto scappare? Credevo volesse aggredirmi.»
Cande alzò un sopracciglio. «Si è avvicinato per darti il bacio della buonanotte. Tu per evitarlo hai inciampato e sei caduta e lui si è sentito un cretino. Ci si bacia quando ci si saluta dopo una serata fuori, La. È una consuetudine tra gli umani.»
Lali buttò l'immondizia rimasta in un sacco e raccolse il secchio. «Aveva mangiato un quintale di aglio a cena e non mi andava che si avvicinasse.»
Cande prese il bicchiere di vino e bevve un bel sorso. Stese le lunghe gambe avvolte nella pelle nera e posò i piedi calzati da stivali col tacco a spillo sul bordo del tavolino malconcio.
«Ridimmi perché non fai sesso da dieci anni?»
«Strega.»
«Ah, già, ti sei data alla castità.»
Lali rise. «Spiritosa. Com'è che mi degni della tua presenza il sabato sera? Ti vedo in forma.»
«Grazie. Vado a bere qualcosa con un tizio alle undici. Vuoi venire?»
«Al vostro appuntamento?» l'altra fece una smorfia e svuotò il bicchiere.
«Almeno saresti di buona compagnia. Lui è noiosissimo.»
«E perché ci esci?»
«È fico.»
Lali si sedette sul divano accanto a lei e fece un sospiro.
«Vorrei essere come te, Cande. Perché ho tutte queste fisime?»
«Ed io perché non ne ho neanche una?» Piegò le labbra in una smorfia di disapprovazione e indicò il secchio. «allora, che stavi facendo col fuoco?» Lali sospirò.
«Ho fatto un incantesimo. Per... ehm, trovare un uomo.» l'amica piegò la testa indietro e rise.
«Okay. Ma il secchio cosa c'entra?» arrossì. Cande non avrebbe mollato l'osso. Tanto valeva dirglielo.
«Ho fatto un falò in onore della Madre Terra», mormorò.
«Oh, mio Dio.»
«Senti. Sono disperata. Non ho ancora incontrato la persona giusta e c'è un nuovo problema che devo risolvere, quindi ho messo insieme le cose in un'unica lista.»
«Che lista?»
«Una mia cliente ha comprato questo libro sugli incantesimi e ha detto che, dopo aver stilato un elenco di tutte le qualità che voleva in un uomo, l'ha trovato davvero.»
Cande era improvvisamente interessata. «Ha conosciuto uno con tutte le caratteristiche che voleva?»
«Già. La lista deve essere dettagliata, non generica, sennò l'universo non capisce bene cosa vuoi e non ti manda niente. Secondo lei con questo incantesimo l'uomo giusto arriva.»
Gli occhi verdi di Cande ora brillavano. «Fammi vedere il libro.»
Non c'era niente come un'altra donna single per sentirsi meno patetica a dare la caccia a un uomo. Lali le passò il libretto con la copertina in tessuto e già si sentiva meglio.
«Mmm. Vediamo la tua lista.» lei indicò il secchio.
«Bruciata.»
«Ne hai sicuramente una copia sotto il letto. Lascia stare, la prendo io.» Si avvicinò al futon giallo canarino ed infilò una mano sotto i cuscini. Qualche secondo dopo stringeva la lista tra le unghie rosse e si leccava le labbra come se si stesse accingendo alla lettura di un romanzo erotico. Lali si stravaccò per terra. Cominciava l'umiliazione.
«Numero uno», cominciò l'amica, «un fan dei Mets.» Lali immaginava già ciò che sarebbe seguito.
«Baseball?» urlò Cande agitando platealmente il foglio. «Per la miseria, come fa il baseball ad essere una priorità? Sono anni che i Mets non arrivano in finale di campionato! Si sa che a New York ci sono più fan degli Yankees! Così tagli fuori la maggior parte della popolazione maschile!»
Lali strinse i denti. Perché la contestavano sempre quando esprimeva la sua preferenza per una delle due squadre di New York? «I Mets hanno grinta e carattere, ed io ho bisogno di un uomo che sappia fare il tifo per la squadra che parte svantaggiata. Mi rifiuto di andare a letto con un fan degli Yankees.»
«Sei senza speranza, ci rinuncio», disse Cande. «Numero due: amante dei libri, dell'arte e della poesia.»
Ci pensò un attimo e fece spallucce. «Questo è accettabile. Numero tre: monogamo. Molto importante. Numero quattro: che voglia dei figli.» alzò la testa.
«Quanti?»
Lali sorrise al pensiero. «Ne vorrei tre, ma mi accontenterei anche di due. Forse era meglio specificarlo?»
«No, la Madre Terra farà la cosa giusta. Numero cinque: che sappia comunicare con una donna. Sacrosanto. Sono stufa di libri su Marte e Venere. Mi sono letta tutta la serie e non ci ho ancora capito niente. Numero sei: amante degli animali.» Sbuffò. «Questa è come quella dei Mets!»
Lali si girò verso di lei. «Se odia gli animali come faccio col volontariato al canile? E se magari va a caccia? Mi sveglio di notte e mi ritrovo un cervo morto che mi guarda dalla mensola del camino.»
«Che esagerata.» Cande tornò alla lista. «Numero sette: onestà e valori morali. Questo io l'avrei messo al primo posto, ma, che diavolo, io non sono una fan dei Mets. Numero otto: buon amante.» alzò le sopracciglia. «Questo per me sarebbe al secondo posto. Ma sono contenta che almeno hai preso in considerazione l'argomento. Forse non sei così senza speranza come pensavo.»
Lali inghiottì a vuoto, sentendosi attorcigliare le budella. «Vai avanti.»
«Numero nove: che abbia un forte senso della famiglia. Ci sta. Voialtri sembrate i Walton di Una famiglia americana. Okay, numero dieci...» Il ticchettio dell'orologio. Lali osservò l'amica rileggere l'ultimo requisito. «La, forse ho capito male il numero dieci.» lei sospirò.
«Forse no.» lesse a voce alta: «Che abbia centocinquantamila dollari in contanti a disposizione».
Alzò lo sguardo.
«Spiegami meglio.»
«Mi serve un uomo da amare e che mi dia centocinquantamila dollari. E mi serve in fretta.»
Cande scosse la testa come se fosse appena uscita dall'acqua. «Per fare che?»
«Per salvare Tara».
L'amica sbatté le palpebre. «Tara?»
«Sì, la casa di mia madre. Sai, come nel film Via col vento? Ricordi che mia madre scherzava sempre sul fatto che ci sarebbe voluto più cotone per pagare i conti? Non ti ho detto che la situazione è precipitata. Lei vuole vendere e io non posso permetterlo. Non hanno soldi e nessun altro posto dove andare. Farò qualunque cosa per aiutarli, anche sposarmi. Proprio come Scarlett.»
Cande prese la borsetta farfugliando qualcosa, tirò fuori il cellulare e digitò un numero.
«Cosa stai facendo?» le chiese Lali con la paura che la sua amica non capisse. Dopotutto lei non aveva mai preteso che fosse un uomo a risolvere i suoi problemi. Ah, com'erano caduti i prodi!
«Annullo il mio appuntamento. Dobbiamo parlare. Poi chiamo la mia psicologa. È molto brava e discreta e accetta appuntamenti anche a mezzanotte.»
Lali rise. «Sei un'amica fantastica, Cande.»
«Eh, lo so.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09, 2016 ⏰

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