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Valentina pov's

"Perché l'ha fatto?"questo pensiero mi tormentava.

Non eravamo amici o conoscenti, non sapevo niente di lui, la sua famiglia, i suoi amici, cosa gli piaceva e cosa no. So solo che si chiama Giorgio.

Giorgio.

Giorgio.

Aveva qualcosa di familiare, la sua voce era così confortante. Non so perché ma sentivo come se un filo invisibile ci unisse e ogni volta che ci guardavamo questo filo diventava più spesso.

"Erano tuoi amici quei due ragazzi?" dissi.

Mostro pov's

"Erano tuoi amici quei due ragazzi?"disse lei.

"Si" risposi freddo.

Impugnai con più forza il volante e accelerai. Ero teso, avevo tradito l'Honiro, la mia banda, i miei fratelli, la mia famiglia. Mi sento un coglione, una merda, mi sento in astinenza, ho bisogno di bere, ho bisogno di fumare. In più sto qui, in questo quartiere, in queste strade, in questo inferno.

Troppi ricordi, mi assalgono la mente. I passi, le urla, gli schiaffi, i pugni, la rabbia che é più forte di te, il terrore, l'autodistruzione. Non posso sopportarlo.

"Abito qui"disse lei.

Non sapevo ancora il suo nome però mi sentivo come se già la conoscessi. Poi quegli occhi, comunicavano tanto però ogni volta che li guardavo mi riportavano a quella sera...quella fottuta sera.

Accostai con la macchina e la feci scendere. Prima di farla andare via la presi per il polso.

Valentina pov's

Mi afferrò per il polso.

Un dolore lancinante mi pervase, per fortuna ero vestita di nero, se qualche ferita se fosse aperta il sangue non si sarebbe visto.

Mi girai lentamente.

"Come ti chiami?" mi chiese.

"Valentina"risposi.

Appena dissi il mio nome lui sbiancò, sinceramente non capii perché, di solito tutti mi dicevano che avevo un bel nome.

Entrò velocemente in macchina e sfrecciò via con la sua macchina. Ero in debito con lui.

Presi le chiavi dal mio zaino e aprii la porta.

"Mamma!Papà!" urlai.

Nessuna risposta.

Per fortuna non c'era nessuno. Mi tolsi lo zaino e la giacca e li buttai sul divano, mi accorsi che la TV era rimasta accesa sul telegiornale.

"Papà..." pensai. Mio padre lavorava per la polizia e adorava vedere i crimini che aveva risolto lui stesso in TV. Decisi di guardare la notizia flash che apparve ora sullo schermo.

"Uomo trovato morto dentro un cassonetto a Roma. Dalle diagnosi del corpo é quasi certo che ci siano segni di 20 o più coltellate. I sospettati sono la nuova banda che piano piano sta terrorizzando tutta Roma, l'Honiro..."disse la telegiornalista.

Dalle immagini riportate sembrava il quartiere affianco al mio. Un brivido mi percorse la schiena ma poi riflettei, con un padre poliziotto e un sistema avanzato di antifurto nessuno verrebbe ad aggredirci.

Mi ero distratta da quello che dovevo fare.

Salii le scale e corsi in camera mia. Aprii il cassetto della mia scrivania e cercai.

"Dove cazzo é?!" imprecai.

"Finalmente eccolo!" Dissi tra me e me.

Presi il temperino e il cacciavite e aprii il temperino facendo cadere la lama per terra. La presi e corsi in bagno, mi spogliai ed entrai in doccia.

Presi la lametta e tracciai dei segni sul mio polso. Era come se volassi con dei pesi sulle ali, squallido e stupendo allo stesso tempo. Intanto le lacrime scendevano, rigavano il mio viso come le goccie della doccia e sembrava che stessero disegnando sul mio viso.

Mostro pov's

Era lei, in quei 5 anni non era cambiata affato.

Flashback

Ero sdraiato nel divano, stavo scrivendo a Valentina.

La mia unica amica, l'unica persona che mi capisce. É bella e simpatica, poi i suoi occhi, però io ho 13 anni e lei ne ha 12, siamo troppo giovani per stare insieme.

Valentina: Ho sonno ora, notte.

Giorgio: É già mezzanotte, vabbé notte.

Scrissi, era già mezzanotte, se mio padre sarebbe arrivato di sicuro mi avrebbe picchiato o insultato.

Mi alzai dal divano per andare in camera ma inciampai sul tappeto.

Proprio in quel momento sentii il rumore della porta aprirsi. Una figura stava entrando in casa mia, mio padre. Aveva in mano una bottiglia di Jack Daniels e puzzava di fumo e alcoll.

"Cazzo fai ancora impiedi, ogni stracazzo di sera devo ritornare a casa e trovarti sveglio?!" Disse mio padre, aveva la voce rauca e gli occhi rossi.

"E io ogni stracazzo di sera devo trovarti fatto e ubriaco?!" Risposi io, ma mene pentii poco dopo.

"Non alzare la voce con me brutto coglione! Tu ti credi meglio di me? Eh?! Io e tua mamma abbiamo trovato delle sigarette in camera tua e stranamente la tua felpa puzzava di fumo!" Disse. Io sbiancai

"Che c'è? Ora non parli più?" Disse ridacchiando.

"Io non sono un brutto coglione, ok?!" Dovevo difendermi in qualche modo quindi cercai di cambiare discorso.

"Hai ragione...Infatti tu sei un errore! Sei nato da un preservativo bucato, tu non saresti dovuto nascere! Infatti é meglio rimediare" Disse mio padre andando in camera sua.

Avevo paura, che cosa avrebbe usato? La cintura? Gli schiaffi? I calci? La riga?

Sentivo i suoi passi, più si avvicinavano più l'ansia mi mangiava vivo.

"Togliti la felpa, oggi useremo la cintura" disse.

Me la tolsi scoprendo tutti i miei tagli, i miei segni di guerra.

"Che figlio di merda, ti tagli come una checca. Ah giusto, tu ti fai quella troietta della tua amica. Come si chiama?" Disse mio padre.

"Non la nominare stronzo!" Dissi, la rabbia mi ribbolliva nelle vene. Questa volta era troppo.

Successe tutto in un attimo, presi il mio taglierino che avevo sempre nella felpa e uccisi mia madre e mio padre.

Poi gli occhi di Valentina che mi guardavano terrorizzati. La stavo quasi per uccidere ma decisi di scappare. Incontrai Giulio e Mattia e fondammo la nostra banda attuale, l'Honiro. Purtroppo Pierfrancesco e David ci tradirono e si dedicarono al rap ma tuttora io e Madman parliamo ancora.

Fine flashback

Ogni drink equivaleva ad un ricordo, un ricordo equivale a una lacrima. Goccia dopo goccia mi bevevo la mia vita restante, tiro dopo tiro scomparivo piano piano nel fumo.

Ciao, ho aperto un mio profilo instagram. Se vi va potete seguirmi, mi chiamo ahs.alien

Bye bye

È quasi l'alba || MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora