Bianca's POV
Questa situazione si sta ripetendo troppe volte. Puntualmente due o più volte a settimana, al tramonto, questi tizi si presentano a casa mia e da lì inizia la maratona verso un "posto sicuro", o sarebbe meglio definirlo IL posto sicuro, in questi giorni non sono stata capace di andare altrove. Ogni volta i miei passi mi portavano verso la casa di Dennis, non posso farne altrimenti, sarà la stanchezza che non mi permette di andare avanti, o la paura di cambiare strada e il non trovare nessun luogo come quello in cui oramai passo molto del mio tempo. In cui mi sento sicura pur non essendo a casa. No non è il giusto paragone, ritiro quello che ho detto, perchè paradossalmente nella mia di casa, pur essendoci nata, non mi sento più tanto al sicuro da un po'. Mi accontento così di quella degli altri. Non ho altra scelta.
Posso dire di stare bene qui, è un ambiente caldo, e comodo, e Dennis sarebbe una compagnia piacevole se solo non facesse tutte queste domande. Che però devo dire ne ha moderato il numero. E' meno insistente rispetto alle prime volte. Non mi posso di certo lamentare, se non fosse per lui non sarei qui. E' lui che mi permette di entrare a casa sua, senza volere niente in cambio, senza pretendere niente tranne che delle semplici spiegazioni.
Peccato che non sono brava con le parole e ne mi piace raccontare cose personali. Sono un persona chiusa, le mie cose me le tengo per me perché so che è meglio che meno persone possibili si impiccino.
Oggi Dennis mi ha particolarmente stupito. Appena entrata ecco che nello stesso momento fa la sua comparsa con in mano una teglia di biscotti al pan di zenzero fumanti dicendo che mi stava aspettando. Non posso negare la sensazione di positività che mi ha colpito, quel gesto mi ha fatto sentire voluta, per una volta.
Ed è così che siamo seduti entrambi nel letto a mangiucchiare, o meglio io sono seduta, lui è mezzo sdraiato, poggiato al materasso con un solo gomito, e poco gli importa di tutte le briciole che sta disseminando, cosa a cui io sto facendo debita attenzione. Questo quadretto mi fa riflettere un'ennesima volta su quanto siamo diversi io e lui, ma nonostante questo siamo nello stesso posto mangiando biscotti fatti da sua madre e stiamo ridendo amabilmente alle battute del cartone animato trasmesso alla televisione.
Posso così anche notare la differenza abissale che c'è fra noi due quando stiamo a scuola, e ora, quando nessuno ci guarda, quando siamo chiusi in queste quattro mura.
Quella volta in cui a scuola mi aveva notata per la prima volta è stata l'unica e l'ultima volta che aveva provato a parlarmi. Dall'episodio della sua amica di letto, non mi ha più cercato, solo poche volte con qualche sguardo fugace, ma forse anche perché io non glielo permetto, cerco sempre la sedia più lontana dalla sua, standogli alla larga, lui ha i suoi passatempi lì, e io non sono compresa, io so troppo di una cosa che nessuno dovrebbe sapere, ed è soprattutto per questo che ci teniamo a debita distanza, non è solo lui, ne esclusivamente io, siamo noi.
Non è quello il nostro tempo, non è quello il nostro luogo. Entrambi sappiamo benissimo qual'è l'ora in cui ci è permesso di smettere di evitarci e poter stare insieme, darci quella minima confidenza che ci differenzia dagli sconosciuti che siamo la mattina.
Non mi sforzo di spiegare tutto questo, a me va bene così. Ci va bene così, per ora.
-Ti sei fatto preparare i biscotti per me?- gli chiedo addentandone uno.
-Principalmente per me, vado pazzo per questa ricetta, e poi ho pensato anche per la mia visitatrice clandestina, sapevo che non ti sarebbero dispiaciuti. Almeno...Ti dispiacciono?
-No, assolutamente, mi piacciono un casino. Mi capita raramente di mangiare biscotti fatti in casa.
Finisco di parlare, ma lui non mi risponde, resta immobile a fissarmi il viso -Sei sporca.
-Io? Dove?- mi allarmo.
Lui indica le mie labbra, ma prima che possa rimediare personalmente lui mi anticipa portando il suo indice all'angolo sinistro della mia bocca, e in un gesto estremamente delicato pulisce via le molliche in eccesso. Una premura che mai nessuno mi aveva rivolto e che mi lascia di stucco per un breve periodo di tempo. Cosa che Dennis nota ma che poi sceglie di ignorare, senza aggiungere niente.
Ed è così che passa la serata, tra parole e silenzi, sguardi e gesti di due ragazzi che non sono amici ma nemmeno sconosciuti, non sono amanti, non sono nemici, non sono niente.
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Lascia la finestra aperta
ChickLitOgni giorno a quell'ora lei era lì. Così come me, l'aspettavo. Abbiamo due ragazzi, uno l'opposto dell'altro, il bianco e il nero, il sole e la luna, ognuno con i suoi problemi. Il loro primo incontro è stato frutto del caso, e gli altri? Come si sp...