Sono arrivati

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Il giorno trascorse, il sole calò oltre l'orizzonte e il buio inglobò tutto il Principato. Non vi era neanche più un rumore del conflitto, gli eserciti si erano ritirati per la notte.
Il cancello del palazzo venne aperto e le truppe filarono all'interno. Avevano resistito più di quanto Margot avesse mai creduto, sebbene molti saldati fossero caduti.
Pierre adibì una zona delle segrete ad accampamento, lasciando che gli uomini potessero rifocillarsi e subito venne dato loro del cibo. Margot temeva che il Belgio potesse attaccare durante la notte, quando nessuno era sull'attenti. Alcuni uomini vennero finanziati per i turni di notte, così da non lasciare mai il castello privo di sorveglianza. Quando la regina e Pierre si ritirarono nelle stanze di Margot, si coricarono e rimasero a guardare il soffitto, l'uno accanto all'altra.
"Quindi finora abbiamo scoperto la loro prima tattica. L'accerchiamento."
Margot si mise sul fianco, perdendosi a guardare il profilo del re. "E se anche la Spagna ci attaccasse? Il re di Scozia aveva tre figli, Leonard, Harry e Gemma, regina della penisola iberica. E se anche lei affiancasse il fratello in questo scontro?"
Pierre strinse le labbra, scrollando le spalle. "Non possiamo saperlo. Dovremmo solo sperare che quella donna non abbia alcun interesse nei nostri confronti."
Margot si passò i pugni sugli occhi, tirando un grosso respiro. "Non possiamo fare nulla?"
Pierre scosse il capo, girando poi la testa per vedere il volto della donna che sarebbe dovuta diventare sua moglie. "Non dobbiamo fare nulla. Se mandassimo delle spie o un qualsiasi ambasciatore in Spagna, Gemma saprebbe che siamo sulla difensiva e che cerchiamo di farla andare dalla nostra parte. Se avesse una scelta, la regina spagnola non affiancherebbe di certo noi."
Un rumore di passi e pianti isterici si levò dal retro del palazzo ed entrambi i sovrani girarono la testa verso la finestra, sebbene questa fosse oscurata dalle tende. Alcuni servi erano stati incaricati di approfittare della notte per eseguire le sepolture degli uomini caduti. Margot ingoiò a vuoto, chiudendo le palpebre. "Che Dio possa prendersi cura delle anime di tutti loro, persone innocenti."
Pierre annuì. "Ora è meglio riposare. Tratteremo nuovamente all'alba." Si sporse su Margot e le lasciò un bacio sulla fronte, accarezzandole uno zigomo.

All'alba, lo stridio del ferro fece svegliare tutti di soprassalto. Margot si liberò dalla stretta di Pierre e si mise in piedi, andando alla finestra. La scena che le si presentò davanti, una volta spostata la tenda pesante, fu sorprendente.
L'esercito di Leonard stava combattendo contro degli uomini che non erano quelli di Monaco. Pierre accostò la regina, stringendo gli occhi a causa della luce crepuscolare. Quando scorse la divisa degli uomini, si lasciò andare ad un sospiro di sollievo e si avvicinò alla sedia dell'angolo, raccogliendo i suoi vestiti e mettendoli immediatamente addosso. "Sono arrivati" disse semplicemente, prendendo la spada e appendendosela sul fianco. "E' arrivato l'esercito francese."
Margot continuò a guardare fuori dalla finestra, a contare quanti uomini ci fossero sulla scena e constatò che, in aggiunta a quelli di Monaco, avrebbero potuto quasi arrivare alla stregua dell'esercito belga. Si portò una mano al petto e si avvicinò al suo separè, facendo un cenno alla cameriera fuori dalla stanza di prepararla. Pierre sgusciò fuori dalla stanza senza che Margot potesse prima raccomandarsi.
Quando fu pronta, la regina abbandonò le sue stanze e corse al piano di sotto. La gente era in piedi e vagava liberamente per il castello - sebbene comunque molti uomini fossero stati messi in guardia delle stanze più importanti. Margot si guardò intorno alla ricerca di Pierre, ma l'unico sguardo che incontrò fu quello della madre. Aveva delle profonde borse ad incorniciarle gli occhi, i capelli sfatti e la gonna del vestito sporca. Evelyne si gettò tra le braccia della figlia, accarezzandole la schiena.
Margot si staccò dalla presa e perlustrò il viso della madre. "Dove sei stata?"
"Ho dato una mano dove occorresse, piccola mia." Una lacrima scivolò sulla sua guancia e prese la figlia per il gomito, allontanandosi in un angolo appartato. Margot le asciugò la lacrima. "Sai" disse Evelyne, stropicciandosi gli occhi. "Tuo padre ha sempre vissuto con il timore di una guerra." Margot abbassò il capo. "Eppure è riuscito sempre a tenere la situazione sotto controllo."
La regina sgranò gli occhi, riportando il suo sguardo scuro su quello chiaro della madre. "Credi che qualcosa mi sia sfuggita? Ho fatto in modo di avere un totale controllo su ogni singola parte del Principato e sulle questioni internazionali-"
Evelyne la interruppe. "Non ho detto che tu non abbia fatto lo stesso." E Margot chiuse la bocca. Sua madre, fin da quand'era piccola, aveva sempre trovato il modo di farla restare senza parole, nel bene e nel male. "Voglio che tu, a questo punto, sia ancora più di attenta di quanto tuo padre abbia mai fatto durante il suo regno."
Margot annuì. "Lo farò."
"Non perché io non mi fidi di te - sei anche l'unica cosa bella che mi è rimasta nella vita. Ma perché sei una donna, e tale situazione non è vista di buon occhio, ti reputano debole."
Margot appoggiò le mani sulle spalle della madre, tirando su con il naso. "Non lo sono e non lo sarò. La tua fiducia in me è ben riposta, puoi starne certa."
Evelyne lasciò un bacio sulla guancia della figlia. "Ora torno di là" disse, indicando con il pollice il corridoio alle sue spalle. "Qualcuno potrebbe avere bisogno di me."
Margot annuì e lasciò andare la madre, girandosi a sua volta. Di Pierre non c'era ancora traccia. Aprì le porte del castello e uscì all'aria aperta. Il sole stava sorgendo. Vide una sagoma sfrecciarle accanto e urlò a gran voce il nome dell'uomo. "Louis!"
Il cocchiere si bloccò e girò lo sguardo verso la regina. Andò rapidamente verso di lei. "Dimmi tutto."

Nothing is like it used to be - The WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora