CAPITOLO 36

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Pov's Alyssa
Siamo sul treno che ci sta portando a Latina, Flavio seduto al mio fianco dorme.
Sono due mesi che stiamo insieme, non sono tanti, ma penso che tutto questo abbia avuto inizio molto tempo prima. La verità è che ci appartenevamo già da tempo senza rendercene conto. Diciamo che ero io a non rendermene conto, lui aveva già capito ogni cosa.
Qualche giorno fa, effettivamente molto più di qualche giorno, mi ha detto "ti amo". Non me lo ha più ripetuto, ma me lo ha dimostrato ogni giorno. Litigavamo, e quando ogni cosa sembrava andare per il verso sbagliato, lui mi ha fatto capire quanto è grande il suo amore. Quindi litigare a volte serve, anche perché se quel giorno non gli avessi urlato contro, non sarei mai tornata a ballare.
Passo dopo passo, giorno dopo giorno, mi sta riportando alla vita, rendendomi libera di essere ciò che avrei sempre voluto essere.
Mi sembra inverosimile ed assurdo che dopodomani conoscerò la sua famiglia, conoscerò Tiziano. Al solo pensiero il cuore rischia di uscirmi fuori dal petto.
Ho paura di non piacere loro, di non essere abbastanza, di non essere all'altezza. Flavio ha cercato di rassicurarmi in tutti i modi, ma l'ansia resta, non va via.
Una voce meccanica annuncia l'arrivo alla stazione di Latina. Ci siamo.
Sveglio Flavio, che mi guarda con aria assonnata.
《Siamo arrivati》gli dico con un sorriso.
Usciti dalla stazione prendiamo un taxi che ci porta a casa.
《Abbiamo solo oggi e domani tutti per noi, che ne dici se questa sera usciamo a divertirci?》mi chiede Flavio.
《Va benissimo. Non vedo l'ora!》
Mentre pranziamo e sistemiamo le nostre cose, la sera non tarda ad arrivare, e dopo una doccia veloce siamo pronti ad uscire.
Ci perdiamo tra le strade di una Latina mondana, Flavio è felice, sorride spesso, si vede che è a casa.
Vedendolo così mi chiedo se allontanarsi tanto da casa sia stata la scelta migliore per lui.
《A cosa pensi?》mi chiede ad un tratto.
《Sei così felice qui, hai tutti i tuoi amici. Perché sei rimasto a Milano?》
《Perché a Milano c'è mio fratello e c'è la donna che amo, non mi serve altro per essere felice》mi dice sorridendo.
Mi stringo a lui, perché dopo ciò che ha detto non esistono parole che possano fargli capire quanto gli sia grata e quanto abbia bisogno di lui, ogni giorno della mia vita.
Quando rientriamo è ormai tardi, appena dentro casa mi spoglio della giacca e tolgo le scarpe che per fine serata mi hanno massacrato i piedi, non faccio in tempo a rimettere tutto al suo posto che Flavio mi spinge delicatamente al muro, bloccando qualsiasi via di fuga con le sue braccia.
《Ti sei divertita questa sera?》mi chiede.
《Sì, tanto》gli rispondo.
《Ne sono felice》mi sussurra, e inizia a baciarmi. Prima sulle labbra, poi scende sul collo, per poi risalire di nuovo.
Penso che nulla avrebbe più senso senza di lui. Mi completa, fa di me una persona vera, perché lui è la mia persona e senza sarei nulla, un'anima a metà.
Una sola lacrima sfugge da uno dei miei occhi, ma non è una lacrima di tristezza, è una di quelle lacrime che vale la pena piangere perché dopo tanto cercare finalmente hai capito. È una lacrima liberatoria, che segna la fine di una fase e l'inizio di una nuova vita.
《Perché piangi?》mi chiede.
《Flavio io ti...》
《Shhh, non dirlo》mi blocca, premendo un suo dito sulle mie labbra.
Senza attendere un solo secondo lo bacio, perché se non vuole che io glielo dica farò di tutto per farglielo capire.
Le sue mani tra i miei capelli, il suo corpo schiacciato contro il mio. Sento il suo desiderio crescere sempre di più, ma lentamente lui si stacca, si allontana e abbassa lo sguardo. So che dietro questo suo comportamento c'è una sola parola: "Scusami". Ma non c'è niente da scusare, assolutamente nulla.
Lo attiro di nuovo a me e guardandolo negli occhi gli dico:《Ho bisogno di te》.
Riprendiamo a baciarci e nel mentre lui mi prende in braccio, si dirige verso la sua stanza, con un leggero calcio apre la porta, si avvicina al letto e mi ci fa sedere. Siamo una di fronte all'altro, le sue mani si muovono con delicatezza sul mio corpo e le sue labbra attraversano ogni centimetro di pelle scoperta.
《Non dovremmo chiudere la porta?》gli chiedo.
《Siamo soli in questa casa, non ce n'è bisogno》mi risponde.
Lentamente mi abbassa la zip del vestito, arrivato a metà si ferma e mi chiede:《Sei sicura?》.
《Conosci ogni parte di me. Io mi fido di te, io voglio te, solo te》.
Il vestito scivola via, sul pavimento e in poco tempo lo segue tutto il resto.
Il suo tocco sul mio corpo è rigenerante, è come rinascere, è come tornare a respirare. I suoi baci sono l'essenza dell'amore, quell'amore così grande che non può essere più tenuto in gabbia, quell'amore pronto a manifestarsi in ogni sua sfumatura.
È un'unione di corpi e un'unione di anime. È sentirsi, appartenersi. Essere uno solo.
Tutto accade in maniera naturale, come se fosse già deciso, perché era così che doveva andare.
Poggio la testa sul suo petto, sento il battito regolare del suo cuore. Lui ha una mano tra i miei capelli e con l'altra stringe la mia di mano. Ogni secondo i miei occhi diventano più pesanti.
《Flavio》lo chiamo, restando così come sono.
《Aly》mi risponde lui.
Seguono secondi di silenzio, in cui si sentono solo i nostri respiri, sincronizzati.
《Ti amo》sussurro.
Lui non mi risponde, ma stringe più forte la mia mano e mi lascia un bacio tra i capelli.
Ed è in questa cornice perfetta che, lentamente, il sonno mi avvolge.

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