«La legge dovrebbe vietare certe cose!»

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No, seriamente, ogni Stato americano avrebbe dovuto varare una legge che vietasse a un uomo di avere delle labbra di quel genere e, soprattutto, avrebbero dovuto impedirgli di mangiare ghiaccioli in pubblico!
Beh, il bordo piscina di Gabriel non si poteva definire un luogo pubblico, però restava il fatto che Castiel, dopo essersi rivestito da maniaco dei giardinetti, leccava e succhiava quel ghiacciolo come se si fosse trovato sul set di un film porno e il fatto che Gabriel prima e qualche minuto dopo Sam fossero rientrati in casa non aiutava certo a distrarsi...
"Maledizione! Ma lo fa apposta? E davanti a estranei..." Dean finse di essere molto interessato a com'erano stati montati i pinguini di mozzarella...

Sam entrò in cucina, dove trovò Gabriel intento a decorare una coppetta piena di panna con delle fragole ma, invece di posizionarle con grazia, com'era solito fare, le stava ficcando dentro rabbiosamente.
«Vuoi che ci pensi io?» gli domandò Sam, facendolo sobbalzare.
«No... non preoccuparti, Sammy... vai a fare compagnia a Dean, è un bel po' che non vi vedete.» Sembrava un po' nervoso ma non c'era da stupirsi visto il trattamento che stava subendo da John.
«Non so come tu abbia fatto a mantenere la calma» disse Sam abbracciandolo da dietro e baciandolo sul collo.
«Anni di sparring partner con il mio vecchio» rispose con un mezzo sorriso. «Vai pure. Quando è pronto, vi chiamo.»

All'inizio Dean non condivideva l'entusiasmo di Sam per Gabriel (chi mai indosserebbe un grembiule con scritto "Bacio meglio di come cucino"?) ma questo succedeva prima che assaggiasse i suoi doppi cheeseburger con contorno di patatine: erano esattamente come piacevano a lui. «Oh mio Dio! Sono strasquisiti! Sammy, non dirmi che preferisci una squallida insalatina a queste delizie!» "Magari Lisa cucinasse così... Cibo macrobiotico... Puah!"
«Niente squallida insalatina per Sammy» replicò Gabriel, posando sul tavolo un altro vassoio. «Per lui, cheeseburger vegetariani.»
Sam lo ringraziò, illuminandosi come un albero di Natale, poi si servì.
«Sam, oltre che fare l'avvocato, non volevi anche dei figli?» chiese John. «Mi chiedo come farai visto che ci vogliono un padre e una madre
«Sai che l'adozione è accessibile anche a coppie come noi?» rispose Sam seccamente. «Comunque per ora abbiamo deciso di non averne. Dobbiamo finire di pagare il mutuo sulla casa.»
«Mi piace molto» disse Dean. «Immagino che l'abbiate scelta perché ha la piscina.»
«A dire il vero l'avevo comprata prima di conoscere Sammy ed è stato un vero colpo di fortuna che lui sia un appassionato di nuoto» replicò Gabriel, riempiendosi il piatto di entrambe le varietà di cheeseburger e una montagna di patatine.
«Non capisco perché avere una piscina per nuotatori provetti, quando è evidente che tu non lo sia affatto» disse John, squadrandolo con occhio critico.
«Infatti! Era Kalì l'atleta. Appena la mia ex l'ha vista, se n'è subito innamorata e non ho saputo dirle di no.» Sembrava che Gabriel avesse deciso di ignorare le provocazioni di John, probabilmente per non imbarazzare ancora di più Sam. L'unico segnale che facesse capire che qualcosa non andava, era un continuo pizzicarsi la radice del naso accompagnato da uno strizzamento degli occhi.
«Escluso il nuoto, pratichi qualche altro sport?» chiese John.
«Tipo lo sci? Naaa, perché devo andare a rompermi una gamba a 20° sotto zero, quando posso farlo comodamente scendendo le scale di un tribunale?»
Involontariamente, Dean scoppiò a ridere, beccandosi un'occhiataccia dal padre.
«Secondo me, un uomo che non fa sport non è un vero uomo» decretò John seccamente.
«Ed io pensavo che bastasse difendere ciò che è giusto e trattare gli altri con rispetto!» replicò Gabriel. «A quanto pare s'impara sempre qualcosa.»
«Veramente è la presenza del cromosoma Y a determinare la mascolinità di una persona» interloquì Castiel.
«Stavamo parlando di un'altra cosa!» lo fulminò John.
«A me non sembra...» s'imbronciò Castiel.
Ripensando a una cosa che aveva detto Gabriel poco prima, Dean si decise a chiedere: «La tua ex? Credevo che fossi...»
«Gay? E perdermi metà dei piaceri della vita? No, sono bisex, ma» aggiunse fissando Dean e John, con le dita intrecciate sotto il mento, «prima che vi facciate delle strane idee, ci tengo a precisare che non faccio orge: nel mio letto, e non solo lì, c'è posto soltanto per Sammy.»
L'interessato arrossì violentemente, mentre Gabriel gli posò con affetto una mano sul braccio.
John, se possibile, li guardò ancor più disgustato di prima. «Spero almeno che usiate le dovute precauzioni, con tutte le malattie schifose che girano» disse fissando intenzionalmente Gabriel.
Sam stava per scattare indignato, quando fu fermato dalla voce pacata e un po' roca di Castiel: «Non posso parlare per Sam che conosco da poco, anche se da un esame superficiale non ho riscontrato anomalie ma Gabriel è perfettamente sano: fa il check up tutti gli anni e, a parte un leggero sovrappeso, gli esami non hanno evidenziato malattie.»
Castiel Novak 1, John Winchester 0.
«Da un esame superficiale? Che cosa intendi?» domandò Sam.
«Alcune malattie possono essere individuate anche solo guardando il soggetto in faccia» rispose Castiel, sfoderando un'insospettata loquacità. «Per esempio, le borse sotto gli occhi potrebbero indicare problemi ai reni; il colorito giallognolo disfunzioni epatiche; pallido, anemia; un arrossamento permanente...»
«Ok Cassy, credo che Sammy abbia afferrato il concetto» ridacchiò Gabriel.
«Sei un dottore?» domandò Dean interessato, oddio come dr. Sexy!
«No, sono un infermiere.»
«Ma è più bravo e coscienzioso di tanti dottori laureati» disse l'avvocato con orgoglio.
«Come va l'officina?» chiese Sam.
«Al solito. Helping people, repairing cars, the family business» rispose Dean, stringendosi nelle spalle.
«Ti piace fare il meccanico?» chiese Castiel, mentre Gabriel lo guardava sorpreso.
«Sì molto. Mi piace vedere le auto schizzare via veloci, per me un motore guasto è come un puzzle da risolvere.»
«È lo stesso che provo io, assistendo le persone, quando si ripristina lo stato di salute iniziale, mi sento appagato.»
"Che strano modo di parlare..." pensò Dean. "Sembra proprio un libro stampato."

«E ora zuppa inglese con panna e fragole» declamò Gabriel, portando in tavola un vassoio con sopra cinque coppe di vetro e cominciò a disporle davanti ai commensali.
Sam notò che solo una delle coppe aveva le fragole conficcate con stizza nella panna ed era finita proprio a John. Si chiese se Gabriel l'avesse fatto apposta. "Beh, se anche fosse, Gabe è stato fin troppo gentile."
«A me non sembra una zuppa» disse Castiel cominciando ad assaggiarla.
«Potrei avere la ricetta?» chiese Dean. «Così la passerei a Lisa.»
«Puoi farla anche tu» ribatté Gabriel compiaciuto. «È veramente facile: panna, buccia d'arancia grattugiata, zucchero, pan di Spagna sbriciolato, succo d'arancia, due ore di frigo e le fragole vanno messe poco prima di servire. Poi ti scrivo tutto. La ricetta originale prevedeva del liquore all'arancia ma sapendo che avremmo bevuto birra non ho voluto rischiare. Allora, Cassy, ti piace?»
«Beh, la sto mangiando...» rispose perplesso. «Se non mi piacesse, non la mangerei.»
E dal sorriso soddisfatto di Gabriel, Dean intuì che quello era lo strano modo di Castiel per dire se una cosa gli piaceva o no.
«A me non sembra poi così buona» brontolò John con aria schifata e spinse la coppa lontano da sé.
«Adesso basta!» scattò Sam, alzandosi. «È da quando sei arrivato che ti comporti da cafone!»
«Sam! Ti sembra questo il modo di rivolgerti a tuo padre?» urlò John alzandosi anche lui.
«Sì, se non impari a comportarti in maniera civile in casa degli altri!»
«Samuel, per favore!» disse Gabriel, tirandolo per la manica e cercando di farlo sedere. «Già sento urlare tutto il giorno in tribunale, almeno a tavola cerchiamo di non scatenare l'Apocalisse, ok?»
«Scusami, Gabe.» E si risedette.
«Non la mangia, signor Winchester?» domandò Gabriel. «Le assicuro che non l'ho insaporita con la kryptonite rosa.»
«È una spezia?» chiese Castiel perplesso, inclinando la testa.
«Non proprio» ghignò Gabriel. «È una sostanza che trasforma dei gagliardi etero in orribili checche piene di velenoso cerone e mortali lustrini.»
«Credo che tu mi stia prendendo in giro» replicò Castiel imbronciandosi.
«Mi dispiace che non le sia piaciuta ma d'altronde se teme di essere avvelenato...» disse Gabriel e allungò una mano per riprendere il dessert.
«No, lo mangerò» grugnì John, «altrimenti poi mio figlio dice che non so come comportarmi a tavola.» Riprese il cucchiaino e finì il dolce. «E ora vorrei parlare con Sam. Da solo!»
«D'accordo. Non farti strapazzare troppo, eh?» replicò Gabriel rivolgendosi a Sam. «Quando avrete finito, ci troverete a bordo piscina.»


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