Una piccolo indizio

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Sento il mondo crollare addosso, ha detto che una di loro due morirà? Le patti che mi completano? Non posso vivere senza Noemi e non posso stare senza Ariana.
"Matt, piuttosto uccidi me è lasciale vivere." Lo prego, sto davvero pregando questo ragazzo. Lui afferra il mio collo e mi costringe a guardarlo negli occhi, vedo la sua rabbia e il suo odio verso di me.
"Devi soffrire! Perché io ho sofferto molto più di te. Ogni tua vittima era qualcuno di caro per me!" Sbraita facendomi cadere a terra.
"Hai un'ora Luke... un'ora per decidere chi salvare. Se non avrai fatto la tua decisione... loro moriranno e pure tu. Però tu col tempo... a loro basta solo qualche dose in più di droga e non saranno più in questo mondo crudele." La rabbia comincia a salirmi, sento formicolio, adrenalina, odio, vendetta, voglia di morte.
Faccio piccoli respiri con la speranza che i due ragazzi non mi tocchino. Cerco di fargli notare che sto prendendo il famoso coltellino.
"Morirai Matt." Urlo e i due ragazzi ridono.
"Luke... moriranno prima le tue puttane." Non mantengo più la calma: ha fatto lo stesso identico errore di quella sera, quell'errore che gli ha costato la morte.
Mi alzo facendo finta di avere male alle costole, però avevo il coltellino ben saldo in mano. Mi avvicino a Matt che mi sorride di gusto.
"Matt... sei morto." Dico con il tono più calmo che abbia mai avuto. Con un movimento rapido gli taglio la gola e una mare di sangue finisce su di me sull'asfalto.
È morto.
Questa volta davvero.
I due ragazzi indietreggiano, senza la protezione di Matt non sono nulla.
"State calmi. Non voglio farvi del male." Mento, dato che ora voglio uccidere più gente finché non avrò indietro quelle ragazze. Loro si fermano in mezzo alla strada come se si sentissero protetti da me. Mi avvicino al ragazzo bruno con la carnagione ambrata, respira affannosamente.
"Dove si trovano?" Dico minacciando la sua gola con il coltello sporco di sangue, con braccio tengo l'altro ragazzo pietrificato. 
"Non lo so."
"Dove sono?!" Urlo all'altro ragazzo tenendo il coltellino sotto la gola dell'amico per minacciarlo. 
"Luke... non lo so, Matt voleva che tu le trovassi per conto tuo. Perché non aveva intenzione di lasciarle vive." Abbasso lo sguardo, mi rendo conto di non avere nessuna traccia. Potrebbero essere ovunque, sicuramente non nel posto più ovvio del mondo.
"Siete morti." Dico con uno sguardo da maniaco. 
"Pensaci bene, vuoi davvero avere altre persone sulla coscienza? Luke... ti stai facendo del male."
"Chi sei? Chi sei tu per dirmelo?! Sei solo un'altra persona che ha collaborato a tutto questo." Sbraito, il ragazzo che sto minacciano con il coltello sta letteralmente impazzendo. Senza pensarci taglio la gola al ragazzo e poi all'altro che mi aveva parlato, però con una pugnalata nello stomaco.
Muoiono sul colpo, sento l'odore della morte.
È così strano.
Così piacevole.
Mi avvicino al corpo immobile di Matt, doveva essere davvero necessario tutto questo? Non potevo continuare la mia vita?
Ovviamente no.
Cerco qualcosa tra le tasche c'è un orologio, sembra un timer. Infatti sul display c'è scritto: 1:57:20.
Ho solo questo tempo per capire dove si trovano o dove la ragazza che salverà si trova.
La cosa brutta di questo momento è che devo accettare la realtà.
Solo una persona vivrà.
Il morirò e quella ragazza si salverà. Ma l'altra resterà solo un magnifico ricordo.
Trovo il cellulare di Matt nella tasca. Mi ricordo persino la password dall'ultima volta che me la disse; lui non la cambia quasi mai.
Guardo i messaggi e ne vedo uno, dello stesso numero che c'era sul telefono di Scott e a casa di Mike.
Devi farlo soffrire, pensa come farebbe lui. Solo così lo freghi.
Corro in macchina convinto che possa trovare risposte o calmarmi. Stringo l'orologio che segna il tempo al mio polso.
1:56:20.
Corro verso casa di Mike, ci deve essere qualcosa lì che prima non ho visto. Chi è quello al telefono? Possibile che sia l'autore di tutto questo e che aveva imposto a Matt cosa fare con me?
Parcheggio davanti casa sua, vedo la porta aperta: eppure l'avevo chiusa quando sono uscito per andare alla collina.
Ne sono sicuro.
Cammino lentamente verso quella casa. Appena entro non c'è nessuno, tengo in mano il coltello ancora sporco di sangue. Giro in po' per la casa alla cieca senza sapere dove sto andando; la casa sembra vuota ed io mi ritrovo con l'ansia di decidere dove possano trovarsi. Non ce la farò a salvare una di loro e me stesso.
Di certo io morirò e la ragazza resterà viva. Finisco in cucina dove trovo delle pasticche: sopra c'è scritto che è un potente sonnifero. Sono aperte e ne mancano tre; perché i genitori di Mike prendono queste cose. Lancio un'occhiata al tavolo dove vedo una cartella, nera, pronta per essere aperta. Mi avvicino con cautela, la tocco sentendo la pelle finta sotto le dita.
La apro delicatamente per poi trovare delle foto, sono delle foto che non avrei mai voluto vedere.
In quel preciso istante capisco ogni cosa, ogni indizio, so chi devo salvare. Anche se devo fare appello a tutte le mie forze per non cedere al loro giochetto e andare dall'altra.
Guardo l'orologio, segna: 1:48:00.
Corro in macchina e mi dirigo verso la fabbrica, apro il cruscotto prendo la pistola e con una mano carico i proiettili.
Ora so dove devo andare.
Mi fermo fuori da quell'ammasso di macerie. Nascondo la pistola e vado verso quella fabbrica. Lei è lì, posso finalmente dire di averla salvata e forse posso salvare pure l'altra. Dò grandi spallate alla porta, ma non si apre. Infine tiro qualche calcio e alla fine obbedisce e si apre.
Qui dovrebbe esserci l'assassino e lei.
C'è troppa calma.
Tengo stretto il coltello in attesa di qualcuno da uccidere. Vado nella stanza dove trovai Jessica per la prima volta; la ragazza nell'angolo è legata ad una sedia. Testa bassa, esausta, drogata e molto probabilmente pure stuprata.
Io sapevo fin dall'inizio che era lei quella in pericolo, è stato tutto un giochetto per farmi allontanare da lei. Perché quell'animale ha preso solo una ragazza. Taglio la corda che aveva legata ai polsi.
Ariana è svenuta, il viso è pieno di lividi e ferite.
Noemi non è mai stata in pericolo, a casa di Mike c'erano le delle foto... di Ariana, non di lei. Ciò vuol dire che Noemi non è mai stata rapita, perché, altrimenti, l'assassino avrebbe dovuto fotografarla. Sento alle mie spalle qualcuno, prima di slegare Ariana giro e vedo un ragazzo con un cappuccio. Sento che qualcuno mi ha preso le braccia, come hanno fatto i due ragazzi che erano con Matt.
"Bastardo! Lasciala andare!" Sbraito, sono disperato, non so dove sia Noemi e questa cosa mi fa andare in bestia.
"Sei stato bravo Luke, hai fatto la scelta giusta." Lui si tira via il cappuccio, vengo scosso da stupore, delusione, rabbia, ricordi e tristezza. Quel ragazzo alto, capelli mossi, tiene le mani a pugni chiusi mentre si avvicina. Si passa una mano tra i capelli viola... tinti.
Michael è davanti a me.
Mi sorrido mentre fa un espressione sadica.
Cala il silenzio in stanza, sento solo le mani dei ragazzi che mi tengono stretto.
"Tu eri morto." Commento guardando, trattengo le lacrime.
Lui ha causato tutto questo.
"Luke... è stato piuttosto facile. Quando ho finto la mia morte poi, non pensavo fossi così ingenuo, sai?" Non replico, resto a guardarlo mentre passa le dita sulla lama del coltello.
"Hai persino creduto che fossi tuo amico; era tutta una tattica. Aspettavo il momento giusto. Ed è arrivato finalmente." Fa un respiro profondo.
"Quando hai quasi ucciso Matt, io mi sono fatto più furbo. Poi hai incominciato a sapere troppe cose e avresti sospettato di me subito. Ma puoi sospettare di un morto? No."
"Michael... hai ucciso tu tutte quelle ragazze? Sei davvero stato capace di fare ciò che hai fatto?" Lui ride, in un modo molto inquietante però non mi fa paura ma piangere.
"Cameron prepare dei sonniferi eccellenti. Così ne approffitai, ho finto la mia morte e poi ho continuato ad uccidere, torturare, stuprare, drogare e così via. Non immagini quanto sia divertente. Ho fatto un bel lavoro! Matt lavorava per me, ma ad un certo punto era stanco di rapire ragazze e così uccisi il fratello: Shawn. Ero io quel cecchino. Poi sono stato io a farti svenire, a farti credere che le tue ragioni di vita fossero morte. Matt era la mia ombra, io però euro invisibile." Non riesco a credere ad una sola parola, è stato lui?! È stato veramente lui?!
"Michael... ti credevo il mio migliore amico. Perché lo hai fatto?" È già tanto se trattengo le lacrime.
"Tu perché hai ucciso? Perché uccidi Luke? Per il mio stesso motivo. Sei malato come me."
"Figlio di puttana! Dov'è Noemi?! Dove si trova?! Mi hai ingannato come volevi, stronzo! Porca puttana dimmi dove si trova." I ragazzi mi tengono sempre più stretti mentre cerco di liberarmi.
"Luke... hai fatto la tua scelta. Però sono buono perciò... ti farò assaporare il tuo ultimo respiro vicino a lei." Dice e già capisco che morirò.
"Portatelo via, insieme a quella troia." Dice rivolgendosi ai due ragazzi.
Mi chiudono in macchina con le corde ai polsi e un sacchetto di yuta in testa. Sento Ariana vicino a me.
Ora diventerò davvero psicopatico.
Soprattutto dopo questa scoperta.
È ora della mia vendetta.
Michael morirà a costo della mia stessa vita.

I'M NOT DANGEROUS ||LUKE HEMMINGS||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora