Il corpo di Mike è steso a terra, intorno a me si sente solo il rumore della pistole di Scott mentre cade, per un attimo penso che stia valutando l'idea di uccidermi, ma viene verso di me tranquillamente: senza attimo vere attacchi di panico.
Mi slega e io mi alzo subito in piedi, sento i polsi liberi e finalmente posso dire di essere "libero".
"Vieni." Mi dice Scott mentre aiuta a camminare Ariana.
"Dove andiamo?" Chiedo con l'intento di tagliare la gola anche a lui benché mi abbia salvato.
"Luke... se non vuoi vederle morte dobbiamo sbrigarci." Prendo in braccio Noemi, sento il suo profumo nonostante settimane di distanza.
Mi metto davanti, vicino a Scott, mentre lui parte lasciando il corpo di Mike steso a terra assieme a quello di Aron. È cambiato rispetto l'ultimo mese, si è tinto i capelli di un biondo platino, secondo me stava meglio con il suo colore naturale.Ci fermiamo davanti casa sua, per un attimo ho l'istinto di ucciderlo, però scompare. Forse posso fidarmi di lui, anche se è una parola grossa.
"Prendi Noemi." Mi dice con voce rotta scendendo dalla macchina, lui sta prendendo Ariana. Entriamo a casa sua e andiamo nel sotterraneo, quello dove mi hanno rapito.
Come fa a sapere dove si trova?
"Scott qualche passo falso e..." inizio a dire ma lui mi ferma dicendo: "Luke, vi sto salvando, però dobbiamo muoverci, okay?" Mi dice mentre camminiamo per il lungo corridoio.
Entriamo in una stanza, è la stessa in cui mi hanno fatto vedere quel video falso. Ci sono due lettini d'ospedale, mi fa cenno di appoggiare Noemi lì sopra. Lui apre un armadietto e prepara una... flebo? Credo che sia una flebo.
"Cos'è?" Chiedo mantenendo la calma.
"Serve una flebo, le hanno drogate troppo. Sono fortunate ad non aver avuto l'overdose." Rimango in silenzio, non voglio aggiungere nulla, ogni parola potrebbe farmi cadere a terra in questo momento.
Scott prepara due flebo e le inietta nelle loro braccia.
"Stai calmo, siediti." Mi dice mentre copre le due ragazze con un misero lenzuolo. Alla fine si siede di fronte a me.
Sono a disagio.
E ho paura per loro.
"Scott, perché hai ucciso Michael? Non mi volevi morto? Come loro?" Lui fa una risatina; come se la cosa fosse ovvia.
"Non puoi capire che cosa ho passato. La finta morte di mio fratello, la morte di mio padre... è stata tutta colpa tua. O almeno così pensavo. Quando scoprii che mio fratello era in vita ho iniziato a scoprire tutto questo." Lui dà un occhiata veloce alle ragazze.
"Tutti quelli che conoscevamo ci hanno traditi." Commento, ora che ci penso Scott ha perso tutti, non ha più ne fratelli ne padre.
Deve essere davvero dura per lui.
"Mi hai perdonato così in fretta quindi?" Chiedo alzando un sopracciglio.
"Dove aver scoperto che la tua famiglia è composta da assassini, beh... è stato facile perdonati." Mi fa una pena assurda, in tutti i sensi.
"Cosa facciamo con loro?"
"Appena si sveglieranno le porteremo in ospedale." Mi dice ed io annuisco; lui si alza e va a prendere un bicchiere e dentro ad esso ci versa dell'acqua.
"Tieni, avrai sete." Dice sorridendo ed io accetto il bicchiere, tanto non ho nulla da perdere.
Finito di bere lui si siede davanti a me, come prima, c'è un po' di imbarazzo tra di noi.
"Vorrei chiederti una cosa se posso." Mi dice Scott facendo rigirare su se stesso l'anello di famiglia.
"Quello che vuoi."
"Chi ha ucciso mio fratello Shawn?" Mi chiede seriamente e vedo che sta tremando.
"Michael lui ha ucciso Shawn, Jessica Prescott, Miranda... e tante altre vittime. Solo perché godeva nel vedere cadaveri."
"È malato quel figlio di puttana!" Esclama infuriato mentre si alza in piedi.
"Ora non è più nella nostra vita, dimenticalo. Mi dispiace per la tua famiglia." Dico in tono calmo.
"Ho perso tutti. Quanto vorrei riavere Shawn qui." Scott si passa una mano tra i capelli, è disperato.
"Vieni." Gli dico, lo porto nella porticina in fondo alla stanza che porta sul retro: l'ho notata quando ho cercato di scappare da questo posto.
Lui si siede per terra, si porta le mani al viso.
Gli porgo una sigaretta accesa, lui se la porta alle labbra e fa un sospiro di sollievo appena il fumo invade i suoi polmoni.
Io faccio lo stesso.
Mi siedo vicino a lui e finiamo di fumare insieme.
"Ora che farai?" Chiedo improvvisamente tornando sull'argomento.
"Andrò lontano da qui, non posso andare dalla polizia: ho ucciso una persona e sarebbe inutile denunciare qualcuno se le vittime sono morte." Dichiara buttando via il mozzicone.
"Io ho ucciso troppa gente." Commento strappando l'erba del suo giardino.
"Alla fine grazie ad Ariana sei riuscito a porre fine a tutto questo. Tu volevi uccidere perché volevi la verità. In fondo sapevi che sarebbe successo qualcosa ad Ariana, per questo hai aggredito Matt." Cerco di seguirlo nel discorso: alcune cose mi fanno riflettere.
Io sapevo che sarebbe successo qualcosa a qualcuno... ma allo stesso tempo non lo sapevo.
Figo.
"Torniamo dentro." Mi fa Scott e poi mi alzo pure io.Tre giorni dopo...
Carico nel baule il borsone di Scott, lui invece porta le valigie e qualche libro che aveva in casa, tra i quali alcuni suoi preferiti.
"Okay, questa è l'ultima." Afferma Scott guardando me, Noemi e Ariana che sono appena arrivate.
"Io posso andare ora." Dice e abbraccia sia Noemi sia Ariana.
Lui ha deciso di andare a Roma, almeno potrà ricominciare e studiare medicina in modo più approfondito.
"Luke, non cacciarti nei guai. Ti voglio bene." Lui mi porge una mano, però mi limito ad abbracciarlo perché da quanto ho capito non vorrà più tornare in America. Ha troppi ricordi qui.
La maggior parte sono brutti.
Vediamo la sua macchina andare verso l'aeroporto e allontanarsi per sempre.
"Andiamo? Vi accompagno a casa." Dico alle ragazze andando alla macchina.
Ariana si siede davanti, porterò prima lei a casa.Arrivo davanti alla sua villa, perché lei ha una casa davvero enorme.
Una villa.
La accompagno alla porta.
"Ora sono al sicuro, non sparirai vero?" Mi chiede preoccupata.
"No, ho detto che non ho intenzione di lasciarti andare. Sei una delle persone più importanti." Ammetto con un sorriso, uno di quelli che non facevi da tempo.
"Ti voglio davvero bene, Luke." Mi stringe fortissimo per qualche minuto. Una scena del genere un mese fa sarebbe stata impossibile per me.
Invece ora lei è qui tra le mie braccia.
"Ci vediamo domani." Le dico in un orecchio e poi vado verso la macchina.
Noemi è già davanti, se evitasse di contorcersi per andare al posto del passeggero e aprisse solo lo sportello?
Troppo complicato per lei.
Però a me piace così.
Metto in moto la macchina, però non ho intenzione di portarla a casa.
"Ora copriti gli occhi con questo." Dico porgendole una benda.
"Ma sei scemo o cosa? Io non mi copro gli occhi." Dice ridendo.
Quanto mi è mancata.
"Dai non fare storie."
"Ma non ho voglia." Piagnucola, quanto posso amarla?
"Caramelle dopo?" Ribatto.
"Dammi la benda." Ovviamente cede, quanto sono diabolico? Ora devo pure comprare le caramelle.Parcheggio vicino alla strada, ho sempre rispettato le regole stradali, giuro.
"La strada sarà un po' in salita, perciò ti guido io." Dico prendendo le sue braccia.
"Luke dove mi stai portando?" Chiede sempre più curiosa.
"E chi lo sa?" Dico ironicamente.
La porto fino al punto in cui possiamo fermarci.
Davanti a noi c'è il mare, quello che lei ama, quello che definisce strada verso la libertà.
Non ho idea di cosa si fumi.
Le slego dolcemente la benda e rimane a bocca aperta quando vede il panorama.
"È perfetto... da qua si vede Venice Beach." Dice indicando le piccole sagome che dovrebbero essere uomini.
"Ne abbiamo passate eh." Dico mentre la faccio avvicinare a me.
"Troppe." Commenta senza degnarmi di uno sguardo; ipnotizzata da quel panorama.
"Ti amo." Dico e lei si gira.
"Ti amo." Replica lei, appoggio una mano sulla sua guancia e poi le rubo un bacio.
"Tu sei la mia stessa vita ora." Le sussurro e semplicemente mi dà un bacio.
Uno di quelli veri.
Nonostante tutto lei è diventata la mia vita.
E Ariana è scomparsa.
Ora finalmente i miei demoni mi hanno lasciato.
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I'M NOT DANGEROUS ||LUKE HEMMINGS||
Misteri / ThrillerUna sera tra amici si trasforma in un incubo dopo che Luke Hemmings uccide Matthew Espinosa. Dopo la sua morte si accorge che la vita delle persone che ama è in pericolo.