Tempo.
Thalia ne ha fin troppo, ora, una vita immortale dedita ad Artemide, una vita da passare cacciando fra i boschi, in compagnia di ragazze di tutte le età -alcune nate secoli prima, come quella biondina che non perde occasione di comportarsi come la mamma del gruppo, alcune che non hanno raggiunto neanche i tredici anni.
Una prospettiva del genere avrebbe entusiasmato la piccola figlia di Zeus in fuga da una madre instabile e dallo spettro di un fratellino che le era stato strappato dalle braccia troppo presto, la bambina che voleva soltanto smettere di soffrire, ad ogni costo.
Eppure, oggi, il rimorso di quella scelta fatta in una situazione disperata le chiude lo stomaco in una morsa ferrea, le fa dolere il petto e le fa pungere gli occhi blu.
Ha una vita immortale a sua disposizione, Thalia.
Ma con lei non c'è l'unica persona con cui -per quanto le costi ammetterlo- vorrebbe viverla.
Non è mai stata una tipa che si lascia andare ai sentimenti, sempre troppo impegnata a proteggere Annabeth, a nascondere le cicatrici della sua anima sotto vestiti pieni di borchie e strati di trucco nero.
Non lo è mai stata, ma Luke era l'eccezione, la sua unica eccezione.
Luke era giornate passate a stuzzicarsi e a battibeccare e dita allacciate di notte, senza dire una parola, perché il messaggio della sua stretta gentile era più che sufficiente.
"Sono qui per te, tutto andrà bene."
Luke era il ragazzino che ne combinava di tutti i colori, che le faceva lo sgambetto per strada, che le nascondeva lo zaino nei posti più impensabili, che la prendeva in giro bonariamente, che le nascondeva fra i capelli qualsiasi cosa appiccicosa trovasse, ma anche quello che le baciava la testa in quei rari momenti in cui Thalia si concedeva di crollare, quando la mancanza di Jason tornava a pesarle sul cuore e quando il pianto isterico di sua madre infestava i suoi incubi.
Luke era la l'impressione di avere qualcosa di buono, una spalla su cui piangere, qualcuno di cui fidarsi ciecamente.
Luke era la sua nuova idea di casa e famiglia, era il sentirsi i genitori della piccola Annabeth, era risate, malinconia e sapore di lacrime al tempo stesso.
Luke era occhi azzurri come il ghiaccio e capelli biondi come il grano, era un perenne sorrisetto malizioso su labbra sottili, labbra che a volte Thalia vorrebbe aver avuto il coraggio di baciare.
Luke era la sicurezza di non venire mai delusa.
Luke è morto prima ancora che Thalia potesse rivederlo, ed la sua eco è meravigliosa e dolorosa allo stesso tempo, un sorriso amaro che nasce al suo ricordo ed una nostalgia costante che forma un groppo alla gola, un respiro di tregua ed un pianto trattenuto a stento.
Thalia vorrebbe pensare di meno, a volte, ma il troppo tempo a sua disposizione non gielo permette.
Quando il dolore nel suo petto diventa insopportabile, quando le lacrime minacciano di straripare, vorrebbe semplicemente smettere di ricordare, staccare la spina e ricominciare da capo, ma non è possibile, e questo Thalia, che ha visto la morte da vicino fin troppe volte, lo sa fin troppo bene.
A volte, quando l'apatia delle notti fredde ed insonni passate a cercare Zoe fra le stelle si fa eccessiva, Thalia vorrebbe urlare, ma non c'è voce umana, e nemmeno divina, capace di sfogare il dolore che si prova nell'essere soli al mondo.
Thalia ha un tempo infinito a sua disposizione.
Ma a che serve, l'infinito, se non hai qualcuno con cui condividerlo?
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Tempo ~Thaluke~
FanfictionA volte, quando l'apatia delle notti fredde ed insonni passate a cercare Zoe fra le stelle si fa eccessiva, Thalia vorrebbe urlare, ma non c'è voce umana, e nemmeno divina, capace di sfogare il dolore che si prova nell'essere soli al mondo.