CAPITOLO 12

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Jade's POV
Mi sveglio lentamente a causa di un raggio di sole che filtra dalla tenda della mia finestra e che casualmente deve colpire proprio i miei occhi. Appena apro gli occhi mi rendo conto di non essere sola, bensì alla mia sinistra dorme Evan. Velocemente ripercorrono tutta la serata, fino a quando baciandoci siamo entrati nella mia stanza e mi ha buttato nel letto. Mentre penso alla sera precedente Evan si sveglia e rimaniamo a guardarci negli occhi per quella che sembra l'eternità. Poi con un mezzo sorriso decido di dire qualcosa, per uscire dalla situazione imbarazzante in cui ci troviamo.
Io: Buongiorno...
"Wow Jade complimenti, tu si che sai come iniziare una conversazione dopo esserti ritrovata nel letto con qualcuno" penso mentre Evan ricambia il saluto.
Decido di sciogliermi dall'abbraccio in cui sono intrappolata e mi dirigo verso il bagno, decisa a darmi una sistemata e vestirmi. Spero che Evan stia facendo lo stesso perché non ho proprio idea di cosa dirgli nel caso dovesse essere ancora sotto le mie coperte. Quando esco tiro quasi un sospiro di sollievo nel vederlo vestito come la sera precedente mentre tentenna davanti alla porta, indeciso su cosa fare.
E: Ti va una colazione al bar davanti?
Io: Certo!
E: Ok, allora il tempo di cambiarmi e andiamo.
Accompagno Evan alla porta e lo saluto con un veloce bacio sulla guancia. Ora che ci penso non ho neanche visto Asia! Corro nella sua stanza e quando apro la porta non trovo nessuno, probabilmente sarà andata a fare un giro con il suo FANTASTICO ragazzo...decido di cambiarmi anche io per uscire e velocemente mi infilo un paio di pantaloni militari e una semplice t-shirt nera. Mi guardo allo specchio e dopo aver indossato i miei amati anfibi neri mi avvio verso la porta, alla quale Evan ha appena bussato. Lui indossa una maglietta dei Pink Floyd e un paio di blue jeans. I suoi capelli biondi e ricciolini gli contornano il viso, caratterizzato da due adorabili fossette che vengono fuori appena sorride. Sorrido anche io e insieme ci avviamo verso il bar, sono felice che non abbia parlato ancora di ieri sera, anche se mi piacerebbe chiarire la nostra situazione.
Fortunatamente alle 8:00 il bar non è molto affollato quindi riusciamo a trovare un tavolo per due, vicino all'entrata.
C: Buongiorno, cosa vi posso portare?
Io: Un cappuccino e una brioche al cioccolato, grazie
E: Lo stesso anche per me.
Il cameriere se ne va con il nostro ordine lasciando me ed Evan con una conversazione da affrontare...
Io: Senti, per ieri....
E: Ah si, volevo parlartene e sapere cosa ne pensi...
Io: Beh, ecco.... sinceramente no so cosa pensare. Non sono la ragazza ideale con cui avere una relazione e poi anche se decidessimo di provare tra poche settimane dovrei tornare in Italia e non me la sento di avere una relazione a distanza.....
E: Ok
Io: Ok?? Non hai niente da ridire su quello che ti ho appena detto?
E: Cosa dovrei dirti? Hai ragione, infondo penso che tu non sia la mia ragazza ideale e nemmeno io vorrei avere una relazione a distanza.
Io: Bè almeno potresti provare a convincermi di restare, di provare a stare insieme!
E: Sei tu quella che per prima ha detto di non volere alcuna relazione!
Io: Non l'ho mai detto! Ho solo affermato che non me la sentirei ma non ho negato la possibilità di provare!
Evan non ribatte niente e continua a guardarmi impassibile. Ad un certo punto perdo la pazienza e mi alzo di scatto.
Io: Non pensavo fossi così stronzo!
Dico lasciando 5 dollari sul tavolo per pagare la colazione è dirigendosi verso l'uscita. Attraverso velocemente la strada e arrivo davanti al mio appartamento. Ripensandoci però...
Io: Mi scusi, mi saprebbe dire se qui vicino c'è una palestra aperta?
X: Ma certo, ne trova una poco lontano dal centro commerciale, ma non so dirle se a quest'ora sia aperta.
Io: La ringrazio.
Fermo un taxi e dopo aver detto la mia destinazione mi faccio portare verso la palestra. Sono davvero arrabbiata e il modo migliore di sbollire la rabbia per me è prendere a pugni un sacco da boxe, se proprio non posso picchiare una persone vera.
Pago il tassita e prego con tutta me stessa che la palestra sia aperta. Fortunatamente trovo delle persone che stanno già facendo pesi e altro e felice mi avvio verso la scrivania dove siede quello che sembra il direttore.
D: Buongiorno, vuole allenarsi?
Io: Si, per favore. Avete dei sacchi da boxe?
D: Certo da questa parte, se vuole allenarsi con una persona tra un po' dovrebbe arrivare un ragazzo.
Io: La ringrazio davvero
Prendo le attrezzature che mi ha gentilmente fornito il signore e dopo essermi messa le cuffiette in modo che non intralcino le mie mosse inizio ad allenarmi. Sfogo tutta la mia rabbia su questo povero e consumati sacco, tirando calci e pugni uno dietro l'altro.
S: Però, niente male Allen, devi essere davvero arrabbiata...
Io: Oh, Stan! Non ti avevo visto.
Rispondo con il suo tono mentre spengo la musica e bevo un po' d'acqua.
Io: Come mai qui?
S: Nel tempo libero mi piace allenarmi per restare in forma. Non sapevo facessi boxe.
Io: Oh si, lo facevo anche in Italia ed è la prima volta che lo faccio negli USA, stamattina è stato davvero pesante.
Dico a dentro stretti mentre mi torna in mente la conversazione con Evan di stamattina.
S: Che ne dici di allenarci un po' insieme?
Io: D'accordo, se ti batto tu mi offri la cena e viceversa.
S: Ci sto, cerchiamo di non farci troppo male, altrimenti non ci arriveremo neanche all'ora di cena.
Ci posizioniamo l'uno davanti all'altro. Ora l'unico pensiero nella mia testa è battere Stan, voglio quella maledetta cena. Basta guardarci un attimo negli occhi che entrambi sappiamo che è ora di iniziare. Lascio a lui la prima mossa per cercare di studiarlo. Un pugno che schivo facilmente, rispondendo con un calcio nella pancia, che anche lui schiva. Nessuno dei due perse la concentrazione un attimo ed entrambi ci stiamo studiando mentre ci tiriamo calci e pugni. Penso che siamo passati circa 3 minuti e nessuno ancora mostra segni di stanchezza, fino a quando, per una piccolissima distrazione, lui non cade a terra sotto un mio colpo. Sorrido guardandolo negli occhi ma mi dimentico di stare attenta e lui mi fa cadere con uno sgambetto. Gli atterro sopra con la grazia di una balena spiaggiata mentre lui scoppia in una contagiosa risata. Ci alziamo aiutandoci a vicenda, senza smettere di ridere, dio quanto è bello il suono della sua risata, starei per ore ad ascoltarlo...
S: Sei davvero brava Jade, a quanto pare dovrò offrirti la cena.
Io: Anche tu sei bravo Seb, posso chiamarti Seb?
S: Certo che puoi, allora ti passo a prendere stasera per le 20
J: D'accordo ci vediamo allora.
Esco dalla palestra con un sorriso stampato in faccia e cammino fino al mio appartamento visto che non vale la pena prendere un taxi. Quando arrivo trovo Asia stesa sul divano che guarda svogliata il suo cellulare mentre la tv è accesa e capisco subito che ci deve essere qualcosa che non va.
Io: Dov'eri?
A: Dov'eri?
Chiediamo in contemporanea.
Io: Ero uscita con Evan ma mi sono arrabbiata, così sono andata in palestra e ho incontrato Seb.
A: Seb?? Comunque io ero tornata al locale per prendere la giacca è ho incontrato...Chirs...
Dice mentre una lacrima le cade nelle guancie.
Io: Racconta tutto.
A: Ok, dopo toccherà anche a te.

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