Seconda costante.

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Sangue.

Sangue ovunque.

Sulle mie mani, sul mio viso, dappertutto.

Il sangue è da sempre presente nella mia vita.

È una mia costante.

Pulisco, pulisco e pulisco ancora.

Arrivo a fondermi con la scopa e lo straccio ma continuo lo stesso a pulire e, una volta che tutto è lindo e pinto, è il mio turno.

Apro l'acqua, riempio la vasca e mi ci immergo, fino a scomparire.

Mi lavò i capelli incrostati di sangue ormai asciutto, scrosto il liquido carminio che imbratta il mio corpo, strofino e strofino ancora sulla mia pelle.

L'acqua si tinge di rosso ma io continuo ad essere sporco.

È sempre lì, sulla mia pelle, sul mio viso, sui vestiti che ho deciso laverò di nuovo.

Ogni cosa viene tinta di rosso, ogni cosa è imbrattata da quel colore che tanto detesto.

Prende del sapone, ancora, e ricomincio a lavarmi, di nuovo.

Strofino, lavo, risciacquo, ripeto queste azioni all'infinito ma il sangue continua ad essere lì.

Prendo un panno, usandolo con forza sulla mia pelle, non se ne va.

Non se ne va.

Non se ne va!

Dannazione, dannazione, vai via!

Esco dalla vasca, furioso, e cerco di pulire qualcosa che già non c'è più.

Strofina, pulisci, deve sparire.

Esco dal bagno, sbattendo la porta, sento che la pelle mi fa male a causa della violenza con cui cerco di pulirmi ma non me ne frega niente.

Prendo la scopa e ricomincio a spazzare.

Tolgo la polvere, tolgo tutto, nella mia camera non rimane quasi niente, se non i miei effetti personali, ed alcuni li ho anche buttati poiché troppo lerci.

Spazza, pulisci, prendi lo straccio, non pensare al sangue che imbratta la tua pelle.

Pensa agli acari, alla polvere, non al sangue dei tuoi compagni.

Pulisci, pulisci, dovrà essere tutto lindo e pinto.

No. Non è vero. Niente sarà mai completamente pulito.

Dò un calcio al secchio, bagnando il pavimento, e incazzato me ne torno in bagno.

Apro l'acqua, ora bollente, e mi ci butto sotto, ignorando il dolore che l'alta temperatura provoca alle mie ferite.

Strofino, strofino, e la pezza si consuma.

Non basta, non è sufficiente.

Uso le mie mani ma anche esse sono sporche, lerce, vomitevoli.

Basta, basta, non ce la faccio più.

L'acqua scende sul mio corpo e le gocce dalla testa mi arrivano ai piedi.

Voglio solo essere pulito.

Guardo i palmi delle mie mani: rosso.

Fisso i miei fianchi: rosso.

Studiò il mio petto: rosso.

Un pugno al muro e le nocche mi sanguinano, il rosso aumenta.

Pulisci, strofina, i lembi di pelle e il sangue che scorre.

Lα τεrzα cοsταητε //Eruri Fanfiction//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora