Capitolo 34

415 8 0
                                    

"Non voglio tornare da quella brontolona di Margaret." "Non tornarci, stiamo qui." "Magari.."
"Ma è così terribile?" Annuii e tagliai le patate che avevo difronte.
"Che fa?"  "Prima di tutto devo sempre trascinarla in doccia, perché lei non vuole mai, poi non sa fare Yoga ed è buffissima quando  lo fa, cade sempre." Scoppiammo a ridere. "La sua mossa preferita è quella della gru, ma fallisce ogni volta che tenta di farla." Dan continuava a ridere, mi piaceva vederlo così.  Finii il piatto velocemente, ero molto affamata; Dan invece era più lento, era troppo preso dai miei racconti.
Quando si distrasse un attimo gli rubai un pezzo di patata dal piatto, mi guardò fisso negli occhi.
"Ti ho vista" scherzò.
"Fare cosa?" Feci l'indifferente.
"Ladra Bugiarda" continuò.
Feci per rubargli un'altra patata ma mi bloccò con la forchetta.
"Provaci" mi sfidò; cercai di spostare la forchetta ma era bloccata e Dan riuscì trionfante a mangiare l'ultimo pezzo di patata.
"Ti odio" misi il broncio, lui ridacchiò ed iniziò a solleticarmi la gamba da sotto il tavolo con un sorrisetto malizioso.
"Dan.." dissi cercando di controllarmi e non iniziare a ridere, continuava.
"DAN!" Gridai e scoppiai a ridere. Gli occhi di tutto il ristorante erano su di noi, sorrisi imbarazzata, e appena tutti tornarono alle loro noiose conversazioni, scoppiai a ridere insieme al mio ragazzo.
Mi strinse forte la mano e mi sorrise.
"Non provare mai più a farmi il solletico!" Lo ammonii io, mi guardò con un sorriso dolce e malizioso allo stesso tempo.
"I signorini gradiscono il dolce?" "No grazie" disse Dan sorridente, era molto educato come ragazzo, questo dovevo riconoscerlo.
"Come signorino non vuoi il gelato al Chocolat?" Dissi appena il cameriere se ne era andato.
"Smettila di fare la buffona e usciamo." Mi disse prendendomi per mano.
Finito di pagare, uscimmo ed appena le porte del ristorante si aprirono, un vento gelido ed uno scroscio d'acqua ci inondarono.
"MA DILUVIA!" Urlò Dan per sovrastare il perpetuo rumore della pioggia.
Uscii e subito la gelida pioggia iniziò a bagnarmi.
"Vieni" dissi io.
"MA SEI MATTA?" Mi urlò.
Gli presi il braccio e lo avvicinai a me.
"Amo la pioggia, te ne dovrai fare una ragione." "Si ma prendiamo un ombrello.."
"NIENTE OMBRELLO!" Urlai saltellando felice, non c'era nessuno.
Dan scoppiò in una sonora risata e mi rincorse.
"Balla" mi disse lui.
"Ma come? Senza musica?" Ero imbarazzata, non sapevo ballare.
"Ma si chissene frega!" Mi prese tra le braccia e ballammo un lento in modo imbarazzante.
"Non devi essere rigida, rilassati." Feci come mi aveva ordinato e subito l'imbarazzo svanì, non mi importava di nulla, ero felice.
"Sono una brava ballerina ammettilo." "L'importante è essere convinti."
Gli tirai un pugno sulla spalla.
"Guarda che mi hai offesa! Tu non lo sai, io partecipo ai balletti del teatro a Parigi." Dissi convinta.
"Ripeto, l'importante è essere convinti.."
Mi slacciai dal suo abbraccio ed andai verso il molo.
Appena mi appoggiai alla palizzata mi si affiancò Dan.
"Hai freddo?" In effetti non mi ero resa conto di essere bagnata fradicia.
"No, sto bene." Dissi avvicinandomi a lui.
Egli si mise davanti a me facendo combaciare i nostri bacini.
"Fillis, vuoi darmi questo bacio sotto la pioggia o aspettiamo il prossimo anno?" Lui sorrise e finalmente le nostre labbra si unirono mentre i nostri bacini continuavano a sfiorarsi.
"Non sarai una brava ballerina ma sei una più che brava baciatrice." Disse tenendomi stretta a lui.
"Tu neanche." Dissi facendogli una linguaccia.
"Ha parlato colei che mi ha ardentemente chiesto di baciarla altrimenti sarebbe morta."
"L'ho fatto solo per gentilezza io." Dissi dandogli un altro bacio sulle labbra che lui approfondì ben volentieri; adoravo baciarlo in punta di piedi mentre lui mi teneva stretta.
Dan pov.
Charly dormiva avvolta dalle mie braccia ed il lenzuolo, il silenzio regnava in quella stanza e tutto era pacifico.
Si strinse di più a me, chissà cosa stava sognando.
Si era ormai aperta con me, era molto più rilassata e completamente se stessa quando parlavamo e quella sera mi aveva proprio fatto divertire.
Dopo aver fatto l'amore Charly per la prima volta non si era rivestita, era rimasta lì abbracciata a me a darmi dei leggeri baci sul petto, mi faceva impazzire.
Continuavo a pensare a come era stata strana quella giornata, ma ero felice di aver superato quel grande ostacolo, era come se per andare avanti bisognava che io le dicessi quella cosa.
La strinsi più a me per sentire la sua pelle a contatto con la mia e per essere più comodo; com'erano piccole le sue braccia, era tutta piccolina ed esile, ma dentro aveva un vulcano che io le avevo fatto esplodere più volte.
Perso nei miei pensieri mi apparve in testa una faccia che era da giorni che non rivedevo: Valery.
Ci avevo parlato pochi giorni fa quando Charlotte era andata a ricaricare il cellulare, ero rimasto basito da come mi aveva salutato tutta sicura di se, come se volesse sbattermi in faccia che stava benissimo.
Era stato il mio primo amore, era stata la prima ragazza che mi aveva detto di no e non accettava i miei corteggiamenti. Pensavo di essermene innamorato, perché era la prima ragazza per cui lottavo ma... Mi sbagliavo.
Era come me, bipolare e litigavamo spesso, non solo per colpa mia, dopo un po' mi stancai di stare con lei e la insultai davanti a tutti dopo l'ennesimo litigio. Ero stato infantile lo so, ed è anche infantile essere infastidito per il fatto che lei ora sta bene, è cambiata ed è bellissima.
Dovrei dirlo a Charlotte? Dovrei dirle che l'ho incontrata?


Angolo scrittrice
Vi piace?

Ama per vivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora