Una figura fece capo libro dietro un albero, all' inizio non mi accorsi ma appena la vidi mi prese un colpo.
Si avvicinó al campo e appoggiò gli stivali da motociclista sulla staccionata poi si sistemó il passamontagna e mi disse "Già, una filosofa, ammetto ché ció che hai detto é vero"
"Che cazzo vuoi" risposi d'impulso.
"La vera domanda é cosa ti stó io signorina" concluse e senza lasciandomi il tempo di rispondere si allontanó e sparì nel bosco.
Ammetto che ero spaventata ma non lo feci mai vedere.
Scesi da cavallo e avvicinandosi al recinto notai una lettera per terra la raccolsì e la misi in tasca.
Una volta messo il cavallo nel box presi il motorino e tornai a casa.
Indossai dei pantaloncini corti e una canotta e mi buttai fai sul letto.
Guardai i miei social ma a un certo punto mi arrivó un messaggio, guardai, era Cam.
"Stasera vestiti elegante, c'é una persona importante"
"Ok" risposi.
Aprii l' armadio e tirai fuori un vestito nero corto e aderente con uno scollo a cuore.
Lo fissai e giuro che mi balenò per la testa il pensiero di andarci in pigiama ma poi sospirando tirai fuori le scarpe con il tacco alto e la borsetta da tenere in mano.
Guardai io mio outfit... perfetto.
Stavo prendendo i gioielli quando un rumore al piano di sotto mi spaventó.
Stavo per chiedere se era Brian quando un' affermazione mi fermò: "la sua camera é più che certamente di sopra "
"Già"
Chi erano e che cercavano nella mia stanza?
Mi nasconi in bagno.
Dopo qualche secondo due figure fecero capolineo alla porta, non le vedevo ma non potevo di certo sporgermi.
"Ordinata la filosofa"
Filosofa allora era la stessa persona di oggi, ma che cosa voleva da una quattordicenne?
Si sentì un po' di caos finché uni dei due disse:" eccolo "
"Già ma non possiamo mica portarlo via, se ne accorgerebbe sicuramente"
"Dobbiamo fare qualcosa"
Scattati in piedi, cerca i qualcosa di appuntito e l'unica cosa che trovai furono delle forbici, potevano bastare, ringrazziai mio zio che mi aveva insegnato delle tecniche di difesa e poi raccogliendo tutto il mio coraggio entrai nella stanza a tutta velocitá lanciando violentemente le forbici nel braccio di uno dei due, una marea di sangue scese ma grazie a Dio ero abbastanza determinata da continuare la mia impresa difatti mentre il ferito si accasciava a terra io diedi uno schiaffo all' altro che invece stava velocemente tentando di rubare alcuni quaderni.
Era tre volte me e di questo ne ero consapevole cosí tirai su l' uomo ferito e togliendosi velocemente le forbici dal braccio mi misi contro il muro con l' uomo come ostaggio, est tasso velocemente il cellulare e chiamai la polizia, non dissi nulla semplicemente scaraventa il cellulare a terra una volta che mi ero assicurato che dall' altra parte c'era qualcuno in linea.
Mi sentivo un po' dentro un film così sogghignai e poi rivolgendomi all' altro dissi:" che cosa vuoi da me"
Lui estrasse la pistola...
"Driinnnn Driiinnn" mi alzai di scatto e subito pensai "O mio Dio era solo un sogno".
Presi il telefono, era mio padre, "pronto?"
"Alla buon ora ti ho chiamato 6 volte" strilló lui, passato no un paio di attimi poi disse "sta sera ceni con me?"
"No esco con Cam"
"Va bene ma nn fare tardi"
"Una a casa"
"Mezzanotte"
"E mezza"
"Andata"
"Grazie. Ciao Ciao "
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Forget me
RandomElizabet, una ragazza di 13 anni é nel bel mezzo della fase adolescenziale: i primi amori, i problemi... Riuscirá ad affrontare tutto ció senza mai far scoprire il suo segreto?