⊱ocean

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❲L a n a D e l  R e y ᴺᴱᴵᴹᴱᴰᴵᴬ

Park Jimin/박지민
—BLU OCEANO

Jimin,fin da bambino, ha sempre avuto il fantastico dono di possedere una spiccata sensibilità verso tutto ciò che è arte. I disegni, i quadri, le fotografie, le sculture, il piccolo Park Jimin si sentiva completamente a suo agio all'interno di un museo senza tenere la mano della sua mamma,non aveva paura di perdersi, anzi, Jimin si sentiva al sicuro circondato da tutta quella bellezza e da tutto quel silenzio. I musei erano un dolce rifugio dove scappare quando la vita diventava caotica, quando tutto si trasformava in un dipinto di Munch, bastava andare lì quando la sua realtà si deformava.

Era un bambino intelligente,Jimin. Sempre attento a scuola e molto più maturo rispetto ai suoi compagni, Jimin godeva di una dolcezza visibile a chiunque. L'adorabile pazienza che aveva nel prendersi ogni giorno cura dei gattini randagi che dormivano ben nascosti nel cortile della sua scuola, la gentilezza nell'offrire la sua merenda ai suoi compagni, la capacità di capire quando doveva stare in silenzio e consolare con un abbraccio gli altri. Il suo cuore era ricoperto di uno grosso strato di brillantini luccicanti, la purezza che conservava era quasi magica.

Ma tutto questo, quando hai nove anni non basta, perché alle scuole elementari quando sei un bambino molto più maturo rispetto agli altri vieni subito riconosciuto come "problematico".

Perché anche se i voti di Jimin erano sempre abbastanza alti, anche se la sua condotta era eccellente, le maestre avevano comunque delle lamentele da fare alle madre. Perché Jimin era un bambino silenzioso, non propenso verso la socializzazione, a tratti timido e anche insicuro.

Gli altri bambini lo impaurivo, lo escludevano dalle partite di calcio, non lo invitavano alle feste e in più lo facevano sentire non accettato. Per questo motivo,le sue feste di compleanno comprendevano solamente la sua famiglia e i suoi parenti, nessuno voleva essere suo amico, nessuno voleva festeggiare con lui.  A volte, alcune bambine lo avvicinavano, visto la sua ben notevole e unica bellezza, ma a Jimin non importava. Per parecchio tempo le ragazze non sono state importanti nella vita di Jimin.

Solo una volta una ragazza l'ha baciato, Jimin era in primo superiore, era successo al ballo autunnale, una di quelle feste stupide che ti obbligano a comprare un vestito nuovo e a umiliarti di fronte alla tua cotta. Lei non era affatto male, era carina e pure gentile: "vuoi baciarmi?" gli aveva chiesto avvicinandosi sempre di più al suo viso "vuoi baciarmi?" lo aveva ripetuto subito prima di fiondarsi sulle labbra del ragazzo. Ma, quel bacio veloce al gusto di coca cola alla ciliegia non aveva fatto aumentare il cuore di Jimin, al contrario, il moro rimase completamente impassibile alle labbra rosse della ragazza. Così, scioccato e preso alla sprovvista non ci pensò due volte ad allontanarla e ad aggiungere subito dopo un misero "mi dispiace", ma, in quel momento, qualcuno stava già assistendo a tutta la scena.

Min Yoongi passava di lì per prendere una birra e spiacevolmente aveva già visto tutto. Il biondo aveva assistito al rifiuto di quel bacio, alla vergogna sul viso del suo compagno e alla delusione della ragazza accanto a lui. Povero Jimin, da quel giorno tutte delle sue più grandi paure vennero a galla, perché ogni qualvolta in cui si ritrovava a camminare per i corridoi della scuola tutti si voltavano a guardarlo.

"Frocio"-"ucciditi"-"tuo padre non si vergogna ad avere un figlio come te?"

Doveva camminare a capo chino, doveva star zitto mentre tutti si divertivano a denigrarlo, doveva nascondere la sua tristezza e piangere solo quando ritornava a casa. Poteva piangere solo nel suo letto vuoto, dove nessuno poteva vederlo, in quel momento sotterrava il viso dentro il profumo delle sue lenzuola pulite e piangeva tutte le lacrime che aveva trattenuto.

RESILIENZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora