Parigi è bella, come la descrivevano, calma e lussuosa, non c'era il caos che c'era a New York e nemmeno tutte quelle luci, ma i lampioni che riflettevano sulla Senna erano stupendi e le luci erano le stesse e luminose. Il clima era freddo e pioveva, mi dava uno strano effetto camminare accanto a Peter sotto l'ombrello, così romantico ed appartato, non parlavamo di nulla, forse per l'imbarazzo, forse perché non avevamo nulla da dire, forse perché quel silenzio ci aiutava a pensare ed in un certo senso era pure bello, non pesante, ma dolce. La tour eiffel era bella come nelle foto, più alta di come me l'immaginavo, copriva la luna, se la guardavi dalla nostra stessa angolazione. Andammo a mangiare lì vicino al café constant. Il cameriere ci condusse ad un tavolo appartato ed a lume di candela, nessuno dei due si lamentò per il fatto che quel luogo sembrava troppo romantico. Il ristorante era piccolo, ma bello, e dalla cucina proveniva un odore buonissimo, lasciai ordinare a Peter, dato che mi fidavo di lui, e poi era già venuto in Francia, sicuramente sapeva cos'era buono e cosa meno. Il pane era appena sfornato, il filetto di pesce era molto saporito, ed il vino era buonissimo, rosso, il mio preferito. Andai in bagno, e quando tornai Peter stava parlando col cameriere, mi avvicinai, ma il cameriere se ne andò in quel momento, e non riuscì a capire di cosa stessero parlando,della loro conversazione avevo captato solo la parola "musique", che però non sapevo cosa significasse. -Di cosa stavate parlando?- gli domandai sedendomi al tavolo. -Nulla, gli ho chiesto il conto- mi rispose. Non era una cosa tanto strana, ma lui sembrò in ansia quando lo disse. -Mi stai mentendo?- gli domandai. lui scosse la testa -Perché me lo chiedi?- disse in ansia. -Perché hai un tono strano- gli dissi. -Non pentirmi, per favore- lo supplicai, posando la mia mano sulla sua, senza nemmeno accorgermene, ma non la spostai, e lui non tolse la sua. -Buon compleanno- mi disse. Io alzai un sopracciglio. Apparve un cameriere con una torta in mano, la posò di fronte a me, due candeline, un 24. Sorrisi. -Come lo sapevi?- chiesi. -Me lo ha detto tua sorella- mi rispose. -Ha detto che non me lo avresti detto e che non me lo avresti fatto pesare se lo avessi lasciato passare, ma ho voluto fare qualcosa di speciale- disse. Gli sorrisi e gli strinsi la mano. -Sei una delle persone più dolci che conosco- dissi. Chiusi gli occhi e spensi le candeline, il mio desiderio non esisteva, non ne avevo uno, mi trovavo in Francia, a Parigi, in un ristorante di fronte avevo la tour eiffel di fronte, ed era stupendo, Peter era stupendo. -Qual'è stato il tuo desiderio?- chiese. Scossi la testa. -lo so che non me lo puoi dire perché se no non si avvera, ma per lo meno un indizio, potrei aiutare il destino con una spintarella- mi disse. Mi sporsi sul tavolo e gli diedi un fugace bacio sulle labbra. -Rimaniamo qui, ancora per un po'- gli sussurrai. Lui fece cenno di si con la testa e mi sorrise complice.
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Ti amerò per sempre. Laliter
FanfictionLali e Peter non si conoscono...affatto, ma un giorno, si ritrovano in un letto di un albergo, completamente nudi, e...sposati. Loro due conducono vite completamente diverse, e da quel momento, si vedono costrette ad unirle, e a dover convivere per...