2 Novembre, 2:47 AM

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a volte vorrei fare tante di quelle cose che dovrei gestirmi tutto con un promemoria sul cellulare, vorrei rendere diversa la mia esistenza. vorrei vivere come vivono gli altri e forse anche di più. vorrei incontrare persone, conoscerle, fare nuove esperienze, superare i miei limiti, ubriacarmi almeno una volta a settimana e fumare talmente tanto da non capire nulla anche se il fumo non mi piace per nulla.
vorrei immaginarmi altrove, nuove città, nuovi progetti e invece mi ritrovo sempre al punto di partenza. mi ritrovo a vivere la stessa vita, sentirmi prigioniera di una monotonia che non riesce ad allontanarsi.
mi ritrovo seduta, sul mio bel divano, a leggere storie d'amore e vedermi film che non fanno altro che farmi commuovere in continuazione. la mia sensibilità non mi ha mai aiutato fin'ora, sono sempre stata "quella dalle lacrime facili"
la verità è che ho visto talmente tanta infelicità negli occhi dei miei genitori che sapere che la vera felicità esiste mi da un po' di speranza.
a volte mi sento così piccola che quasi stento a credere di aver raggiunto la maggiore età, mi sento come una bambina di sei anni la quale le si vengono tappate le orecchie se si viene a parlare di sesso o di qualsiasi cosa che comprenda il sesso. non riesco ad ascoltare gli altri mentre me ne parlano se io per prima non l'ho mai fatto e non saprei proprio cosa dire a chi mi confida di aver vissuto una notte meravigliosa, semplicemente perché non posso sapere cosa si prova. come glielo spieghi che le persone si dissolvono  prima ancora di iniziare qualcosa?
non riesco a far finta di nulla perché mi sento un'erbaccia anziché un fiore, anche di quelli più semplici.
mi sento come un'erbaccia da estirpare ma che ancora spera in un qualcuno che possa prendersi cura di lei.
succede che ho imparato a stare sola già da piccolina, quando credevo che i miei genitori non avrebbero mai smesso di amarsi o di litigare, solo poi, scoprii che tutto ha un limite, una fine. così come ce l'avevano i miei cartoni animati preferiti e ci restavo terribilmente male subito dopo, chiedendomi una volta finita la serie "ed ora?"
fu la stessa domanda che mi posi quando una sera mia madre dopo l'ennesima litigata cacció via mio padre, e lui, non tornó.
vedevo mia madre piangere, disperarsi, chiedersi cos'avesse fatto di male per meritarlo. mi chiesi perché due persone che si amano possano farsi tanto male.
tutt'oggi non ho trovato risposte, se nonché una.
non puoi mai sapere quanto tempo una persona spenderà standoti affianco, quante promesse tirerà in ballo e tu ci crederai anche un po', perché tanto, cos'hai da perdere ancora?
la verità è che ci illudiamo troppo. ci facciamo un'idea totalmente sbagliata di quella persona e molte volte quest'idea non ti abbandona. come dice Bisotti: "è difficile lasciare andare una mente.
tenere per mano una mente non è come tenersi per mano.
una mano puoi lasciarla, una mente no."
e forse è anche per questo che mi sei sempre in mente, sei quella costante che non mi abbandona mai. e nonostante mi costringo a non volerti, non cercarti, non desiderarti più come fosse sempre la prima volta, non riesco a farne a meno di farti mancare nella mia vita. tu non fai per me, ed io devo semplicemente convincermene del tutto, perché nel profondo so, che non siamo fatti per stare insieme. non ci sarà nessun "un giorno ci rincontreremo" ne un "avremo un finale diverso" perché nonostante il tempo, nonostante il mio volerti talmente forte che a volte mi fa quasi paura, tu non sai prendere una decisione. ed io sono stanca di passare in secondo piano, annullarsi per una persona e pensare che per te non alzerebbe nemmeno un sampietrino ti fa sentire totalmente stupida e masochista. perché nonostante mi fai del male, io continuo a volerti con la stessa forza di sempre.
forse devi sapere che ogni qualvolta che sparisci all'improvviso senza lasciare traccia, dovresti avere la decenza di portarti via i ricordi e la voglia che ho di te.
ma a volte mi rendo conto che non basta cancellarti dalla rubrica, smettere di seguirti su ogni social ed evitare di andare in posti in cui potrei incontrarti e incrociare di nuovo i tuoi occhi.
ho sempre pensato che tu fossi la risposta a tutte le mie domande, e fino a ieri ero convinta che fosse solo perché sono legata al ricordo che ho di te a volerti così tanto.
ma ad oggi, mi rendo conto che non è così.
tu mi rimarrai sempre dentro, in un posto dove non arriva nessuno, e forse è giusto così. non viverci.
eppure, a volte mi sento imbottigliata, come se una cupola mi circondasse dove urlare non servirà a nulla perché tanto, faranno tutti finta di non sentire.
non mi sento come tutti, non voglio essere come tutti, ma vorrei vivere più di come fanno tutti.
e dimmi, chi si prenderebbe cura di un'erbaccia?

Caro Diario, ti racconto di lui. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora