Un passo dentro la mia vita

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"Che palle..." sento la maledetta sveglia suonare ancora di più,lo giuro tra poco la distruggo.

Apro appena un solo occhio,ma sento il rumore di passi e oggi a quest'ora le uniche persone che possono bussare sono due: mia madre o lui e a giudicare dai passi decisi, sono ancora più sicura che sia lui,quindi per convincerlo tengo i miei occhi ben chiusi e se la fortuna mi aiuterà sarò abbastanza convincente.

"Megan...so benissimo che stai facendo finta...alzati,non ricordi forse che giorno è oggi?" "ancora cinque minuti" gli chiedo quasi supplicandolo,lui mi rivolge un sorriso maligno"col cazzo,ora svegliati Meg" rassegnata gli tiro il cuscino che lui afferra in modo velocissimo.

"Va bene,ma ora vattene mi devo vestire." detto questo li lancio ancora un altra cuscino che lui evita abilmente,maledetto lui e il suo Rugby. Rugby che cretinata di gioco,scimmioni che si prendono a botte per una palla,che originalità.

Detto questo esce dalla camera e a me è concessa la libertà di vestirmi,afferro una maglietta a mezze maniche di colore verde smeraldo,i miei soliti pantaloni neri e le mie scarpe lucide anch'esse nere e per finire la mia felpa con quel numero 9 fortunato sulla schiena e mi dirigo verso il bagno,ok lo ammetto non è il massimo della moda,ma queste cose non mi sono mai importate,ne' mai lo faranno,come dice sempre mia madre non sono i vestiti a fare la bellezza,ma la persona che li mette ed io sul mio aspetto non mi posso di certo lamentare,modestamente.

Dopo essermi fatta una veloce doccia, mi guardo allo specchio e inizio a sistemare i miei lunghi capelli lisci color castano scuro ramato e li tengo sempre allo stesso modo, ovvero sciolti,dato che cercare di raccogliere dei capelli che ti arrivano fino al fondoschiena sarebbe molto difficile. Metto solo un po' di cipria, il mascara ed il solito lucido per le mie labbra,truccarmi è un'altra delle cose che non mi piace, mi guardo di nuovo allo specchio e direi che il risultato è accettabile. La mia pelle bronzea mi aiuta molto, quindi alla fin fine non ho bisogno di molto trucco.

Esco dal bagno e vedo Axel in cucina a parlare con mia madre,devo dire che anche se in quanto gemelli siamo uguali in tutto, per quanto riguarda l'aspetto fisico,stesso color di pelle,stesso color dei capelli,l'unica differenza tra me e lui è quella che lui ha i meravigliosi occhi blu oceano di mio padre,mentre io ho un'orribile castano scuro,così scontato e così comune...grazie tante mamma.

"Tesoro,meno male che sei scesa,ecco ho preparato la tua colazione preferita" detto questo mi porge il piatto con i pancake,solo che questi sono a forma di cuore,"Mamma,non ho cinque anni pensavo che i pancake a forma di cuore si fossero fermati a quell'età." lei mi guarda sconvolta e il suo caldo sorriso si trasforma presto in una espressione triste,ma che cavolo! Ho solo detto che la forma è per bambini,non ho mica detto che facevano schifo. "Mangiali...non vorrai far piangere la mamma,sai che si sentirà sola con me e te là" detto questo Axel mi sprona a mangiarli ed io per farli contenti mastico ed ingoio tutto più velocemente che posso.

Finita la colazione ritorno in camera per prendere le mie valigie,devo ammetterlo, casa mia mi mancherà,persino questa cameretta ridicola dal colore rosa principessa che i miei si sono rifiutati sempre di cambiare,perché li ricordava della loro piccola bambina.
Scendo le scale e all'ingresso vedo mio fratello mentre abbraccia mia madre,che ora sta piangendo realmente.
"Principessa mi mancherai tanto...io..." le rivolgo un sorriso "Mamma anche tu mi mancherai" "E io no,principessa?" Entra mio padre dalla porta ed è allora che lo abbraccio fortissimo, se c'è una definizione di cocca di papà allora quella sono io. "Certo che mi mancherai!" Esclamo io. "Bene ecco a te" detto questo mi pone un doppio frullato al cioccolato tra le mani, è ufficiale se ci fosse una classificazione dei genitori mio padre sarebbe al primo posto.
"Ti raccomando niente ragazzi e chiama Axel se succede un problema,va bene" o forse no.
Li abbracciamo tutti e due per la seconda volta e ci dirigiamo fuori,mettiamo i bagagli nella sua macchina "sei sicura che vuoi fare la strada in moto? Sarà un lungo viaggio" mi ripete Axel con il suo viso scettico "e lasciare qui la mia bambina,non se ne parla." Gli rispondo convinta, se c'è una cosa dalla quale non mi possono separare quella è la mia moto,una bellissima bmw colore rosso fuoco regalatami da papà,in fondo se lui ha scelto di farsi comprare la macchina cavoli suoi.
Entra in macchina e io salgo sul sellino della mia amata e partiamo.

Dopo quella che sembra un eternità,arriviamo ed eccola la nostra nuova casa il Saint George college,non posso dire di essere entusiasta,ma dai siti internet questo è un uno dei migliori college di tutta la Georgia,non solo nello studio. Parcheggiamo entrambi ed io mi assicuro di mettere l'allarme alla mia bimba non vorrei che qualcuno la prendesse. "Bene Meg andiamo nell'ufficio,così sapremo in quale appartamento staremo." Mi dice mio fratello,sinceramente sono felice che si sia accollato lui il ruolo di quello responsabile,insomma lui è stato sempre il modello di casa, Mr popolarità,perfetto in ogni cosa,molto diverso da me che sono uno spirito libero.

Ci incamminiamo per il campus è devo ammetterlo è molto bello,ora capisco perché mio padre ha insistito che noi andassimo qua.
Arriviamo davanti all'ufficio e dopo quella che sembra un'eternità entriamo,per essere accolti da una signora particolarmente strana con una giacchetta ricoperta da immagini di gatti. "Buongiorno,come posso aiutarvi?" La svitata ci dice in modo cortese e mio fratello gli risponde esattamente allo stesso modo, che noia. "Salve siamo Axel e Megan Alberghini e siamo qui per le nostre stanze."

La signora gli sorride e sembra anche lei presa dal fascino naturale di Axel "Ah,certo...certo,solo un attimo giovanotto" detto questo entra in una stanza,aspettiamo per quasi mezz'ora,ma neanche se le avessimo chiesto le chiavi della città. Alla fine l'anziana decide di degnarci della sua presenza"Ecco le chiavi e dovete firmare entrambi qui. Siete assegnati all'appartamento 234" così facendo entrambi firmiamo e lei ci porge le chiavi.
"Bene, buona fortuna giovanotti e se avrete mai alcun problema,non esitate a chiamarci." Rivolge un occhiolino a mio fratello ed usciamo. "Axel,sembra che tu abbia fatto una conquista" lui si rigira gli occhi "Oh,ma stai zitta".

Non lasciarmi andareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora