Let Me Love You

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Justin, con il suo sguardo magnetico, si avvicinò a me. Eravamo l'una di fronte all'altro. E ci guardavamo. Nei suoi occhi leggevo tante di quelle emozioni, da mandarmi in confusione, ma ignorai comunque il pensiero. Ora stava lì, per me, mi aveva accolta nella sua villa, aiutata nei momenti più bui. Ma ora doveva essere salvato. Tutto inizia da uno sfogo. Da un dolce e travolgente sfogo d'amore. Un po' come un'intensa tempesta di pioggia. Dopo di essa, spunta l'arcobaleno... solo che qui spunterà solo l'abisso più nero di un passato troppo tormentato e indelebile da cancellare. Ed io lo avrei aiutato. Fosse l'ultima cosa che faccio!

Con un malizioso sorriso, mi prende il viso fissandolo dall'alto in basso. Forse, voleva una conferma se ero davvero pronta o no. Annuì, e lui iniziò ad avvicinarsi a me. Con un dito, disegnò lentamente la forma del labbro superiore, e poi continuò con quello inferiore mentre guardava con attenzione la sua azione, socchiusi le labbra catturando la punta del dito, e si fece lasciare un lieve gemito. Si morse le sue di labbra, e dopo questa piccola tortura appoggiò la sua bocca alla mia, aprendola piano. Mise le mani sui fianchi stringendoli, ed io gli presi la testa per accettarmi che non mi sfugga. Stavo bruciando dentro. Avevo le farfalle nello stomaco, e la pelle si era accapponata dalla tanta eccitazione, e le lingue non facevano altro che toccarsi a vicenda. Premette il suo corpo al mio, facendomi sentire la sua erezione, che minacciava di uscire dai pantaloni. Arrossì di colpo, annullando il bacio.

<<Jessica...>>, sussurrò con affanno. <<Non puoi lasciarmi così, lo sai, vero?>>.

<<Sì>>, deglutì. Non riuscivo nemmeno a pensare. Le mani mi prudevano dalla voglia di... farlo mio. Non ragionavo più in quel momento, volevo solo averlo. <<Spogliati>>, gli ordinai. Mi guardò perplesso. <<Vuoi che lo faccia io?>>, chiesi.

<<Dopo che avrò scelto gli attrezzi... ma credo che uno andrà bene. Non sono un fan del bondage. Adoro solo questa stanza, piena di specchi>>, ammise. Specchi... forse, voleva vedere la sua personalità in un'altra prospettiva? O voleva rendersi migliore? Beh, se c'è una cosa in cui è migliore, è senz'altro il sesso. Gli viene così naturale...

<<Cosa useremo?>>, chiesi curiosa.

<<Oh, niente di speciale. Lo sentirai>>, rispose raggiungendomi. Mi buttò sul letto, e mi guardò con un sorriso malizioso.

Con delicatezza, prese i miei fianchi, cercando quasi con insistenza il bottone dei pantaloni. Me li tolse con gesto, e quando arrivò ai piedi, slegò prima le scarpe togliendole e poi tutto il resto. Con le mani, accarezzò entrambe le gambe, fino ad arrivare al linguine. Entrambi i pollici solleticarono in mezzo, facendomi sussultare. Andò avanti così per un po', finché non si bagnò i polpastrelli. Cercai di regolare il respiro, ma mi stava torturando; mi carezzò la pancia, facendo salire lentamente la maglietta, fermandosi all'altezza dei seni. Li strinse facendomi impazzire, e prima che potessi accorgermene, era a cavalcioni su di me con gli addominali scolpiti. Le braccia tatuate viaggiavano per il corpo, torturandomi ancora con brividi infiniti; finalmente, mi spogliò del tutto. Ed ora toccava a lui, ma non avevo nemmeno la forza di muovermi. Prese le mie mani, portandole al petto. Oh, che sensazione... mi guidò nel toccarlo, dalla pancia al collo, ed era incredibile, ad un certo punto le lasciò facendo disegnare a me i suoi pettorali i quali, accarezzavo con un dito. Lo sentì deglutire. Arrivai al limite dei pantaloni, slacciandoli. Lui si alzò per toglierli mostrandosi con solo i boxer, con un'evidente eccitamento da parte sua. Poteva pulsare dalla tanta voglia che aveva. Ed io stavo per esplodere.

<<Vuoi essere legata, Jess?>>, mormorò dirigendosi verso il tavolino.

<<Io...>>, dissi sconnessa senza concludere qualcosa di concreto.

<<Non l'ho mai fatto, vorrei vedere ciò che si prova... avere una ragazza. Essere il suo 'padrone'. Aaron ha ammesso che è una sensazione unica. Tu vuoi?>>, mi spiegò. Voleva provare per la prima volta sensazioni nuove con me...

<<Sì, voglio>>, risposi.

<<Bene. Allunga le braccia verso l'alto>>, mi ordinò. Eseguì, e lui legò entrambe le mani unite al ferro battuto, <<ti fa male?>>, chiese premuroso. Scossi la testa. Andò alla base del letto per legarmi anche le gambe divaricate. <<Sei pronta?>>.

<<Sì>>, mormorai. Non vedevo l'ora di iniziare, era diventato così straziante...

Accennò un sorriso, avvicinandosi verso di me con un oggetto. Era un vibratore, che accese. Lo guardai fare mentre si posizionava davanti a me in ginocchio. Allungò il  braccio sinistro verso il mio punto, ed iniziò a massaggiarmi delicatamente. Mi morsi il labbro, e appena se ne accorse, inserì il pollice dentro di me, iniziandolo a muovere a destra e sinistra. Mi uscì un gemito, e mossi entrambi i fianchi. Andò più a fondo, stavolta facendolo entrare e uscire. Calò il viso sotto di me, e la sua lingua iniziò a solleticarmi il clitoride andando su e giù, entrando ogni tanto. Qualche lamento mi scappò. Volevo di più. Ogni volta che mi sentiva urlare aumentava il ritmo, così anche l'orgasmo, ma cercai di non lasciarmi troppo andare; all'improvviso smise di toccarmi, accese il vibratore, e me lo penetrò piano, intanto la sua lingua era nella mia. Entrava e usciva senza cambiare ritmo, ed io volevo che aumentasse. Mossi i fianchi verso di lui, facendogli capire che ero al limite. Si staccò da me, facendo un sorriso provocante. Si alzò sul letto, e si calò i boxer, facendoli cadere sulla mia pancia. Li buttò da qualche parte, per poi inserire una mano sotto i cuscini prendendo un preservativo che indossò.

<<Stavo per esplodere anch'io, ed ora sarai mia>>, ansimò entrandomi dentro con una tale lentezza, da farmi urlare dal piacere.

Le sue mani erano sui fianchi, avvicinandoli verso di lui. Cercò di trattenersi mantenendo un ritmo calmo, ma durò poco data la sua elevata eccitazione, così prese a sbattermi come un uovo e dio, se lo volevo...

<<Oh... cosa mi fai, Jess>>, gemette mordendosi il labbro inferiore.

Si stese su di me con ritmo accelerato, io urlavo e lui iniziò a baciarmi, infilando la lingua quasi in gola, ed era stato così eccitante quel momento da farmi ansimare sempre più sotto i suoi movimenti. Arrivammo al culmine dopo qualche minuto. Scivolò fuori da me, e andò a buttare il preservativo in un cestino, poi si avvicinò a me, slegandomi. Tolse le coperte dal letto, mi tese la mano e ci stendemmo. Vicini. Io ero sopra di lui, ad ascoltare il battito del suo cuore, e lui giocava con i miei capelli.

<<Cosa fai?>>, chiesi alzando il capo.

<<Ti accarezzo, non posso?>>, rispose mettendo la testa di lato.

<<Certo che sì>>, gli sorrisi <<però... certo che tu sei strano forte>>.

<<E tu? Insomma, ora hai fatto sesso con me, e tra qualche ora te ne andrai da un altro>>, disse a denti stretti.

<<Sei geloso?>>.

<<Quando si tratta di te, sì>>, confessò. Ebbi un tuffo al cuore, però anch'io avevo bisogno di risposte concrete.

<<Allora sono fortunata, ma per stasera almeno, non fare pazzie. Devo capire bene anch'io cosa voglio. L'unica cosa certa, Juss, è che non ti lascerò mai solo>>, lo informai accarezzandogli i capelli. Erano così morbidi...

<<Spero allora che sia io la tua scelta. Non farò pazzie, promesso>>, sospirò.

Mi guardava negli occhi e poi in basso. Sapevo cosa voleva. Feci un sorriso sghembo, si avvicinò piano, baciandomi con passione, facendomi capire che davvero mi ama.

Ma io, sarò all'altezza del suo amore? O mi soffocherà talmente che sarà forte? 

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