«Vuoi davvero dividere queste cose con Sam?»

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Visto che Sam non voleva dargli retta ed era troppo grande (in tutti i sensi) per una sana sculacciata, John decise di parlare con Gabriel, sperando di far riflettere almeno lui.
«Si può sapere che cosa ha detto a Samuel? È uscito da qui, sconvolto!» esclamò Gabriel furioso.
«Ho soltanto cercato di farlo ragionare» rispose John. «Non sono omofobo, voglio che questo ti sia chiaro, sono soltanto preoccupato. Ti sembra giusto che Sam rinunci a farsi una vera famiglia? Adesso nel suo futuro vede soltanto te ma, finché resterete insieme, non potrà realizzare il suo sogno di avere dei figli, lo capisci anche tu, no? Siccome non sa prendere la decisione giusta, devi farlo tu per lui. Dici di amarlo» pronunciò quest'ultima parola cercando di reprimere una smorfia nauseata, «e spero che tu lo ami al punto da saper rinunciare a lui.»
Gabriel odiava quando gli si parlava in questa maniera! Accondiscendente, in apparenza gentile e ragionevole ma percepiva chiaramente il disprezzo che il suo non-aspirante-suocero nutriva nei suoi confronti. «Samuel è adulto e capace di decidere da solo con chi vuole stare» replicò freddamente.
«Io penso solo a che cosa sia meglio per lui. Sai che molte persone si sentiranno disgustati da voi due e ve li ritroverete sempre contro senza un giorno di sosta per tutta la vita?»
"E uno di loro è proprio qui, sotto il mio tetto..." Se non fosse stato il padre del suo fidanzato, l'avrebbe già buttato fuori di casa a pedate... o almeno ci avrebbe provato. «Non mi dice niente di nuovo. C'è già stato qualcuno al liceo che mi ha spiegato molto chiaramente che cosa pensava delle persone come me.» Per un attimo chiuse gli occhi ripensando a un pomeriggio di tanti anni prima...

Un attimo prima stava parlando tranquillamente con Ted svelandogli il suo segreto e un attimo dopo si era ritrovato per terra con quello che credeva il suo migliore amico che gli urlava contro: «Sei un deviato! E hai anche cercato di tenerlo nascosto! Mi fai schifo! Non voglio più essere amico di un tale scherzo di natura!»

«Quindi capisci di che cosa sto parlando. Vuoi davvero dividere queste cose con Sam?»
«No. Certo che no.»
John pensò di averlo convinto, ma Gabriel aggiunse con un mezzo sorriso: «È lui che vuole dividerle con me. I genitori dovrebbero amare i propri figli incondizionatamente, non basarsi sul fatto che siano gay o no. Io amo suo figlio e voglio soltanto renderlo felice. Farò qualsiasi cosa pur di stare con Samuel e se anche lui vuole stare con me, non ci separerà facilmente.»
«Mi fate venire il voltastomaco!» sbraitò John. «E Sam si renderà presto conto che quest'obbrobrio non è normale!» Uscì di casa sbattendo la porta.

Nel frattempo Sam e Dean erano a bordo piscina con una bottiglietta di birra.
«Che cosa ne pensi di Gabriel?» chiese Sam un po' esitante.
«Sinceramente? Non è il mio tipo: petto troppo piatto, se capisci ciò che intendo, però devo ammettere che adoro la sua cucina» ridacchiò Dean. Poi disse serio: «Immagino che papà non ti abbia fatto le congratulazioni.»
«Mi ha detto che se la mamma fosse stata ancora viva, sarebbe morta per la vergogna» rispose mogio.
«Sam, questo non è assolutamente vero! Credo che prima di tutto avrebbe cercato di capire se eri felice con Gabriel... e poi si sarebbe fatta dare la ricetta dei suoi doppi cheeseburger.» Dean si leccò le labbra al ricordo.
«Ne sei sicuro?»
«Certo! Conoscevo nostra madre ancor prima che tu nascessi e so che cosa avrebbe voluto per noi.»
«E con Lisa come va?» domandò Sam, per cambiare argomento.
«Bene! Prima o poi le chiederò di sposarmi.» Dean ebbe una visione della sua vita futura: mocciosi urlanti, shopping senza fine e domeniche dalla suocera... rabbrividì.
«Il mio fratellone che diventa un serio padre di famiglia! Quasi non riesco a crederci!»
"Neanch'io, fratellino, neanch'io!"

A Gabriel non poteva fregare di meno di ciò che pensava John di lui, ma sapeva quanto Sammy soffrisse, perciò decise di parlargli di nuovo.
Lo trovò a bordo piscina che tracannava birra a tutto spiano.
«Sam ed io ci amiamo e non capisco perché debba fare tante storie.»
John si alzò, sovrastandolo con la sua statura. «Perché sei uno schifoso deviato e non voglio che mio figlio stia con un tale scherzo di natura!» urlò, subito dopo lo spinse in piscina.
Gabriel si ritrovò sotto la superficie con l'acqua che lo soffocava entrandogli nel naso, scendendogli in gola, riempiendogli i polmoni... Cercò di nuotare verso l'alto ma i suoi movimenti scoordinati e il terrore lo facevano affondare sempre di più.
John continuava a fissarlo dal bordo e Gabriel non poteva fare altro che scalciare disperatamente, cercando invano di tornare a galla e sperando che quel troglodita, nel frattempo, si decidesse a soccorrerlo.
Quando stava ormai per svenire, vide comparire un'altra figura sul bordo della piscina: era Sam.
"Sammy! Non riesco a riemergere, ti prego, aiutami!"
Ma il suo fidanzato, dopo averlo guardato con indifferenza, si girò e se ne andò con il padre.
"No, Sammy, non andartene!" pensò Gabriel disperato. "Torna indietro! Sto annegando, salvami! Sammy! Sam!" «SAAAM!!!»
«Gabe, che ti succede?»
Lenzuola, letto, Sammy che lo stringeva da dietro e lo baciava sul collo...
"Era soltanto un incubo" pensò Gabriel sollevato.
John Winchester era ripartito quel pomeriggio col primo aereo, portando il suo disgusto lontano da loro e facendo capire a Sam che, finché non fosse rientrato nei ranghi della "normalità", non poteva più considerarsi suo figlio.
Dean invece era rimasto, forse un estremo tentativo di non rimanere figlio unico.
«Niente, pasticcino, torna a dormire.» Si girò, appoggiandogli la testa sul petto, voleva sentirlo sotto di sé, voleva sapere che non se n'era andato...
Sam gli passò un braccio intorno alle spalle, tenendolo stretto. «Gabe, stavi urlando il mio nome» gli sussurrò.
Prima che Gabriel potesse pensare a una risposta, la porta si spalancò e Dean accese la luce. «Ho sentito gridare...» disse agitato.
«Certo!» rispose Gabriel, voltandosi verso di lui. «Tuo fratello mi fa sempre urlare e gemere e ansimare e...»
«Argh!» esclamò Dean, tappandosi le orecchie. «Basta così! Non voglio sentire altro!» Spense la luce e uscì dalla stanza.
Gabriel ridacchiò e posò di nuovo la testa sul petto di Sam. «A quanto pare mi fai urlare anche mentre dormo...»
Sam non gli credette, ma per quanto si fosse spaventato, non poté non sorridere nel ripensare alla faccia del fratello, quando era entrato. «Penso che adesso sarà Dean ad avere gli incubi.»
«Sicuramente.» Gabriel gli strusciò la testa sul petto. "Devo ricordarmi di far sparire quella boccetta di Guttalax, prima che Sammy la trovi."

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