Scendo le scale ed esco dall'uscio chiudendomelo dietro.
Qui non c'è nessuno però.
Mi guardo intorno e scendo le scalette, sotto il porticato ornato di fiori.
Una presa salda e confortante mi avvolge il polso portandomi sul marciapiede, che è illuminato da un lampione difettoso.
“Sei una stupida!” mi urla in faccia Daniel.
È così bello.
Quegli occhi marroni così comuni, eppure così speciali.
“Mi stai ascoltando almeno?! Sei stata veramente inopportuna.” ribadisce guardandomi dritta negli occhi.È serio.
Decido di prestargli attenzione.
“Che cos'ho fatto?” domando, incrociando le braccia al petto.
Afferra nuovamente il mio braccio e mi fa attraversare la strada, portandomi di fronte all'auto da me deturpata.
Instintivamente scoppio in una fragorosa risata.
“Oddio ti prego, non dirmi che questa macchina è tua” dico continuando a ridere, ho le lacrime agli occhi.
“No peggio. È di mio padre, ora lui crede che l'abbia fatto io, solo perchè l'altra sera ero incazzato con lui.” sbraita.
Ora mi sento un po' in colpa, ma la coincidenza mi fa comunque continuare sorridere.
“Come mai la macchina di tuo padre è qui? Parcheggiata davanti a casa mia? Nel mio vialetto?” domando incuriosita.
“Si da il caso che questo sia anche il mio vialetto, signorina Benson” risponde lui franco.
“Fammi capire, tu abiti qui?” chiedo sorpresa.
“Esatto, proprio lì”.
Mi indica la terzultima casa della via.
Ora che ci penso è normale che non l'abbia mai visto, quando vado a scuola percorro il tratto opposto.“Scusa Dan..” d'improvviso sento il bisogno di rapportarmi con lui come un'amica.
“Eh si scusa. Sono in punizione, niente più feste” dice dirando un calcio al palo del lampione.
Inizio a pensare sul da farsi.
Potrei lasciare un bigliettino, ma sarebbe un po' da vigliacchi...
“Portami a casa tua.” dico convinta.
“Che? Ma sei scema? Ti sembra il momento? Lo so che non puoi resistermi ma adesso ho problemi leggermente più grandi...” sospira, poi si passa una mano fra i capelli.
“Quanto sei idiota. Dai, portami a casa tua, fidati” ribadisco.
Ci guardiamo per pochi attimi e poi lui annuisce, mi fa cenno con il capo di seguirlo e così faccio.
“Toglimi una curiosità..” dico.
“Mh” mugugna.
“Come hai fatto a scoprire che ero stata io?” domando.
“Chris” risponde, e non aggiunge altro.
Eloquente il ragazzo.Mentre camminiamo lo guardo con la coda degli occhi, tiene le mani nelle tasche anteriori dei pantaloni, ha una postura impeccabile e un passo deciso. Fossi anch'io così sicura di me.
Ad un tratto mi guarda snervato.
“Vuoi una foto?” sentenzia riportando lo sguardo dritto davanti a se.
Faccio per rispondergli ma ci ripenso, onde evitare litigi per strada.
Quando ci fermiamo davanti alla casa, vedo che Daniel si sistema la maglietta, inserendola nei pantaloni, poi prende le chiavi dalla tasca destra della sua felpa e la infila nella toppa.
Dopo aver fatto questi gesti di routine, mi guarda mordendosi un labbro.“Puoi abbassarti la felpa?” dice, quasi supplicandomi.
“Eh?” domando confusa.
“Si insomma, copri il sedere, quei pantaloni ne delineano le forme” dice tutto d'un fiato ed apre finalmente la porta.
Faccio come mi è stato detto e lo seguo a ruota all'interno dell'abitazione.“Papà, sono a casa!” urla guardandosi intorno.
È troppo buffo, sembra quasi spaventato.
Si sentono dei passi al piano superiore, poi una ragazzina spunta da quel che sembra il salotto e ci viene incontro.
“Daniel avevo detto che ti avrei avvisato io! Papà è ancora infuriato, e lo sarà ancora di più vedendo lei..” dice guardandomi con aria superiore, quasi disprezzo.
Ho fatto qualcosa di male?
I rumori di passi continuano incessanti sulle nostre teste.
Si spostano da destra verso sinistra facendo accrescere l'ansia che già ho.
“Ma tuo padre è in casa?” domando.
“Altrimenti chi c'è di sopra? Babbo Natale?” ironizza Daniel.
Si vede che è teso.
Instintivamente avvicino le dita delle mani alle sue sfiorandolo.
Mi guarda spaesato, poi stringe la mia mano.
Non so perchè, ma è una bella sensazione, davvero bella.
Sento il padre di Daniel scendere le scale e nel giro di pochi secondi me lo ritrovo davanti.
Sta dritto sull'ultimo scalino e guarda suo figlio con aria...incazzata.
“Hai anche il coraggio di tornare con una ragazza? Cos'è, vuoi farmi vedere che hai autorità in questa casa?” dice amaramente spistando lo sguardo su di me.
Deglutisco e stringo la presa sulla mano di Dan.
“Signore...p-piacere mi chiamo Harmony Benson...vivo anch'io in questa strada...volevo solo dirle che suo figlio è innocente...sono stata io a...si insomma...a graffiarle l'auto..” sussurro fra una pausa e l'altra.
Lui mi guarda indispettito.Daniel lascia la mia mano e ripone la sua, in tasca.
“Un graffio?..” ironizza l'uomo.
Ecco da chi ha preso Xatter.
Tale padre tale figlio.
“Si ecco..la scritta..” azzardo.
“....vorrai dire un'incisione, un intervento chirurgico! Hai la minima idea di quanti stipendi abbia bruciato per comprare quella macchina ragazzina?! Mesi e mesi rovinati, da una bamboccia impertinente!” sbotta.
Okay. Mi fa paura.
La ragazzina osserva la scena divertita, vipera.
E Daniel è immobile.
Mi chiedo chi abbia più paura.
“Mi scuso, davvero. Le ripagherò il danno, promesso, mi dica solo a quanto ammonta la cifra e le ridarò tutto, centesimo per centesimo.
Solitamente non mi comporto così, è che lei mi ha intimorita, l'ho vista seguirmi dalla villa fin qui e pensavo che fosse...si ecco...un ragazzo con brutte intensioni.” mi giustifico.
Sto gesticolando, e non gesticolavo da quando avevo undici anni, e mio padre mi rimproverava per cose futili.Il signore sembra essersi arreso.
Fa un lungo respiro chiudendo gli occhi, e quando li riapre, sembra essere più calmo.
“E va bene. Ti fa comunque onore il fatto che ti sia scusata di persona.” dice cauto.
Sono un fascio di nervi.
Guardo Daniel, che fin'ora è rimasto in silenzio.
Ha la mascella contratta e lo sguardo basso, sembra rattristato, ma non ne vedo il motivo...
“Quindi..accetta le mie scuse?” azzardo, facendo qualche passo in avanti con un falso sorriso stampato in volto.
“Certo, e anche i 100.000 dollari della riparazione.” sentenzia.Sbianco.
“Papà!” sbotta Daniel all'improvviso.
“Non puoi farlo! Dove trova tutti quei soldi? A te non mancano e...” cerca di terminare, ma il padre lo ferma.
“Stavo scherzando. Oh avanti fatevi una risata ragazzi!” dice scoppiando in una fragorosa risata, da subito viene seguito dalla figlia, mentre io e Daniel ci guardiamo sorpresi.
“Papà sei il migliore. Anche se qualche soldino glielo farei sperperare a questa qua” sibila la ragazzina.
Che nervi.
“Madison, 'questa qua' si chiama Harmony, porta rispetto” ringhia Dan a quella che credo sia la sorella.
Sia il padre che la figlia rimangono sbigottiti, e anch'io se devo essere sincera, sono un po' sorpresa.
“Si insomma...è mia amica, quindi trattala per bene, che ti costa” dice portandosi una mano nei capelli.
Arrossisce violentemente e punta lo sguardo a terra.
Oddio com'è dolce.
Mi viene voglia di andare lì e stampargli un bacio sulla guancia, ma credo non sia l'occasione giusta.
“Ti va di restare a cena?” domanda la ragazzina guardandomi con aria scettica.
Se lei mangia fuori volentieri.
Calmati Harmony.
“Se per lei non è un problema..” rispondo guardando il ladre di Dan, il quale mi fa cenno di no con la testa.
“Chiedo a mia madre, per lei potrebbe esserlo..” dico prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans.
Speriamo dica di si.
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Ecco il capitolooo💋
Cosa ne pensate di Madison? E del lato 'tenero' di Daniel?
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Continuo: 10 stelline e 7 commenti🌸
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Disturbami Ancora Se Ne Hai Il Coraggio
RomanceUn passato difficile, un presente da affrontare e un futuro in bilico, questo è Daniel Xatter, un ragazzo che ha visto la sua infanzia andare in fumo; Daniel vive in un presente turbolendo e solo l'incontro con Harmony Benson, potrà farlo nuovamente...