Prima prova

63 7 0
                                    

Traccia 1.

Non avevo mai immaginato che potesse diventare tutto reale.
Non lo avevo immaginato eppure, ecco qui tutto ciò in cui avevo sperato.
Essendo nata in una famiglia di maghi so di Hogwarts e della sua storia, delle guerre magiche e del dolore che esse hanno provocato ma, fino a quel momento, non avevo mai creduto possibile che potesse realmente accadere.
Avevo vissuto, fino a quel momento, con l'ansia e la paura di non riuscire ad entrare in quella scuola.
Avendo una sorella gemella per me è come essere costantemente sotto esame: vai bene in una materia ma non tanto quanto tua sorella, sei brava in quello ma non tanto quanto lei, sei brava in quell'altro ma non tanto quanto lei.
Sembra che i miei si divertano a recitare sempre le stesse battute. È esilarante.
Avevo il terrore di essere Magonò mente lei sarebbe andata tranquillamente a Hogwarts, smistata nel sua casa preferita e, a parer suo, perfetta, mentre io, al massimo, avrei sperato di vedere i cancelli molto da vicino solo perché sarei andata a prendere il posto del vecchio Argus Gazza. Magari avrei potuto anche prendermi un gatto mezzo monco come la micia del custode. Chissà.
Comunque, tornando a noi.
Questa mattina era iniziata tranquillamente: sveglia inesistente, colazione che sembra più un pranzo vista l'ora tarda e lotta per arrivare davanti alla televisione, un'invenzione babbana davvero figa, con quella sclerata della mia gemella.
Dopo un'ardua lotta per il telecomando, ero riuscita ad ottenere l'oggetto in questione e, mentre cambiavo canale da un programma di cartoni animati ad un altro, l'urlo agghiacciante di Vicky mi aveva perforato il timpano.
Arrabbiatissima, le avevo urlato contro ma l'unica cosa che lei era riuscita a dire è stata: "Gufi!" E io avevo detto addio al mio timpano.
R.I.P. Timpano destro.
In ogni caso, mi ero voltata di scatto e il vedere due uccelli mi aveva fatto scaldare il cuore.
Ma, ovviamente, la mia mente masochista mi aveva proposto un'immagine della lettera in cui la preside mi diceva:
Guardi c'è stato un errore, lei non è ammessa alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Quando i due gufi entrarono dalla finestra avevo subito afferrato la busta con il mio nome.
Le mani mi tremavano visibilmente e, mentre mia sorella aveva già aperto e urlato di gioia per la consapevolezza di essere stata ammessa alla scuola, io guardavo ancora lo stemma di Hogwarts. I quattro animali sembrava mi fissassero negli occhi e non riuscivo a distogliere lo sguardo.
-E tu? Sei stata ammessa?- chiese mio padre, dolcemente, da buon Tassorosso qual era.
Non risposi.
Mi limitai a rompere lentamente il cerchio di ceralacca con inciso, ovviamente, lo stemma della scuola. Ancora, gli animali sembravano fissarmi.
Aperta la busta sfilai lentamente i due fogli contenuti. La pergamena ruvida emanava un forte odore di vaniglia.
Magari la McGranit ama la vaniglia.
Pensai.
La pergamena era piegata in tre e l'aprii lentamente, timorosa.

Carissima Signorina Giorgia Blue,
Lei è stata ammessa alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Lei è stata ammessa alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Lei è stata ammessa alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Lei è stata ammessa.

Lei è stata ammessa.

Lei è stata ammessa.
Forse lanciai grida di gioia oppure rimasi in silenzio ma sicuramente avevo un sorriso che andava da un orecchio all'altro ma soprattutto un peso in meno sul cuore.
Ero stata ammessa.

Concorso di scrittura a Hogwarts Where stories live. Discover now