Capitolo Nove.
Sbatto ripetutamente le palpebre.
Non è stato un sogno: Douglas è ancora qui davanti a me, con un sorriso sul viso e un piccolo rossore sulle guance. Si accarezza imbarazzato la nuca e mi guarda negli occhi, aspettandosi una reazione da parte mia.
Ma non so che cosa dire.
Mi porto le mani davanti alle labbra e sento il calore impossessarsi del mio corpo, nel ricordare che cosa è accaduto pochi istanti fa. Le sue labbra erano morbide contro le mie, avevano il sapore del latte appena munto e della crostata ai frutti di bosco.
È stato il mio primo bacio.
-Perché?- gli chiedo in un sussurro alzando lentamente lo sguardo su di lui, il quale dischiude le labbra sorpreso.
Forse non era questo che si aspettava che dicessi.
-P-Perché cosa?- inarca un sopracciglio, inclinando la testa d'un lato.
-Perché mi hai b-baciato?- balbetto imbarazzata stringendo le mani in un pugno davanti al mio viso, cercando di nascondere le guance arrossate.
-Non è chiaro?- chiede ed io scuoto la testa, mordendomi il labbro inferiore. -Sono innamorato di te, Bel- afferra le mie mani tra le sue e le stringe, senza sciogliere il nostro contatto visivo.
Spalanco gli occhi e dischiudo le labbra alle sue parole.
Ho capito bene?
Douglas ha davvero detto di essere innamorato di me?
Il mio cuore inizia a battere forte contro il petto, così tanto che potrebbe esplodere dalla felicità che sto provando.
Ho aspettato tanto tempo per sentire queste parole uscire dalle sue labbra, che non mi sembra vero.
-Sin dal primo giorno in cui ho incrociato il tuo sguardo, l'azzurro dei tuoi occhi mi hanno stregato- accarezza una mia guancia con le nocche fredde della sua mano, ed io mi sciolgo sotto il suo dolce tocco. -Quando ero in Francia non ho fatto altro che pensarti, eri continuamente nella mia mente e, quando ti ho rivista durante il banchetto in mio onore, ho faticato a credere che fossi tu. Avrei tanto voluto abbracciarti, ma non potevo- il sorriso non abbandona il suo viso ma, dai suoi occhi, percepisco tristezza perché sà che, ciò che sta dicendo, non potrà mai diventare realtà.
Sospiro, porto una mano sulla sua e la stringo forte tra le dita, prima di allontanarla.
-Bel?- è confuso dal mio comportamento, riesco a capirlo dal suo tono di voce.
-Mi dispiace, n-non possiamo...- sussurro mordendomi il labbro inferiore, impedendo alle lacrime di scivolare lungo le mie guance.
La felicità di pochi secondi fa è completamente svanita ed è stata sostituita dalla tristezza e dalla consapevolezza che noi non potremmo mai vivere una storia d'amore, come raccontano i libri.
-Perché? I-Io ti amo, voglio passare il resto della mia vita con te. V-Voglio che tu sia la mia Principessa- dice appoggiando le mani sulle mie guance, costringendomi ad alzare lo sguardo e ad incontrare i suoi occhi.
Gli occhi iniziano a pizzicare più forte e non riesco a frenare le lacrime che, ormai, hanno iniziato a rigare il mio viso. Le sue parole mi scaldano in cuore ma io voglio essere felice, non voglio soffrire sperando in un futuro felice che non esiste.
-Non è possibile, Douglas, e lo sai benissimo- dico forzando le labbra in un amaro sorriso. -Io sono solo una serva, mentre tu sei il Principe d'Inghilterra- scuoto la testa passandomi una mano sulle guance, asciugando le lacrime.
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Il Principe E La Serva.
RomanceEra il 1608 quando il Principe Douglas tornò dal suo viaggio in Francia. Tutti dal più ricco al più povero non vedevano l'ora di rivederlo, di abbracciarlo. Una di queste era Isobel, una serva e dama da compagnia della Principessina Elena, figlia de...