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Rientro in camera e subito chiamo i miei amici, per sapere come stanno. Mi risponde Ace sofferente, quasi moribondo, dicendo che sia lui che Jacks sono nel letto mezzi morti. Dico di lasciare la chiave di scorta sotto il tappeto, visto che sto' per raggiungerli e prendermi cura di loro. Il sollievo con cui mi ringrazia strappa un sorriso, per cui cerco di fare più veloce che posso e, quasi correndo, scendo riversandomi nel vialetto senza badare a dove vado, con la testa bassa, cercando le cuffie per sentire la musica durante il tragitto. Sbatto su qualcosa, che impreca a bassa voce.

<< Scusami tanto non ti avevo proprio visto>> mi piego per aiutare il ragazzo a cui ho fatto volare via tutti i fogli.

<< Ehi, ciao!>> mi saluta allegramente.

<< Ciao Morgan scusa ancora, sono di fretta e non stavo guardando dove andavo>> dico, dispiaciuta.

<< Tutto bene? Non è il tipo di oggi, quello da cui scappi?>> chiede preoccupato.

<< No tranquillo, sto' andando dai miei amici che sono malati. Mi aspetta una giornata da infermiera>> scherzo, anche se alla fine è la verità.

<< Vuoi un passaggio?>> si offre, subito, premuroso. Ecco, adesso che si fa? Non vorrei che accettando si mettesse strane idee in testa.

<< Morgan, io...>> ma mi ferma con la mano.

<< Ho capito, non sei disponibile. Volevo solo essere gentile, non era una scusa per adescarti. Mi sembri davvero di fretta ed i mezzi pubblici ci impiegano secoli>> spiega facendomi pentire di essere così sospettosa.

<< Mi dispiace, non volevo essere supponente o scortese. Cerco solo di... va beh è una storia lunga, accetto il passaggio, grazie>> sorrido, cercando di fare ammenda per la mala figura.

<< Vieni, la mia auto è proprio qui davanti>> mette i suoi appunti sottobraccio e da vero galantuomo prende la borsa dalle mie mani. Resto sorpresa da questo gesto, non avendo mai avuto a che fare con ragazzi come lui. Certo il fatto che sia più grande, gioca a suo favore. Molto probabilmente gli Inglesi sono tutti come lui.

<< Che cosa c'è?>> chiede, con un mezzo sorriso, vedendo il modo in cui lo guardo.

<< Nulla, non sono abituata a uomini così galanti e cortesi, tutto qui>> racconto, abbassando lo sguardo.

<< Sembra che tu non sia abituata a molte cose, Mia>> rialzo la testa di scatto, colpita da quell'affermazione. Come possa con solo uno sguardo, aver capito così tanto? Che sia peggiorata nel camuffare, o è lui tanto sensibile ed intelligente da averlo capito?

<< Come hai fatto? Mi hai vista per pochi minuti, soltanto prima, eppure>> chiedo.

<< Sono un buon osservatore, con poco riesco a capire. Anche se tu, in effetti, riesci a mascherare bene i tuoi demoni interiori>> che cavolo, è bravo davvero.

<< Comunque, ho visto come ti sei rivolta a quel ragazzo, il tuo corpo ed i tuoi occhi parlavano per te. Che ti abbia fatto del male è cristallino e me ne dispiace. Se mai avrai bisogno di un amico, un confidente o altro, fammi sapere sono a disposizione>> e con questo apre la macchina depositando, sul sedile posteriore, i fogli che aveva nelle mani e la mia borsa. Torna indietro e mi apre lo sportello, facendo un mezzo inchino, come un vero uomo d'altri tempi. La risata esce, ancor prima che la possa fermare.

<< Beh, grazie infinite per avermi accompagnata. Mi hai risparmiato molto tempo così potrò accudire più a lungo i ragazzi>> lo ringrazio sentitamente.

SIAE Darkness & Light 2-Obscurity SU AMAZONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora