Come non iniziare questa lunga serie si sfortunate recensioni con uno dei miei attori preferiti, colui che mi ha cresciuto e che mi ha fatto assaporare le prime risate. Signori e signore, lettori e fangirls: Jim Carrey.
Questo é uno dei primi film in cui Carrey venga riconosciuto come attore drammatico, lasciando da parte il ruolo prefissato di comico.
Il film sin da subito ci fa credere che la situazione vissuta da Truman, che la sua cittadina e la sua famiglia sia normale. Una delle cose che più colpisce del film é il fatto che noi pubblico riusciamo a capire man mano che la storia va avanti e che comprende meglio Truman. Ci immedesimiamo benissimo nel protagonista, riuscendo a capire le sue emozioni, i suoi pensieri e il suo processo mentale, che impazzisce sempre più. Quindi pian piano si capisce che in realtà Truman vive in un enorme 'bolla' ,che poi funge da set, in cui tutto il mondo 24 ore su 24 assiste alla sua giornata. Una delle cose ancora più inquietanti della storia in se è il fatto che abbiano fatto in modo che Truman avesse anche delle paure e dei traumi d'infanzia, nonché la paura dell'acqua, colpa della morte, o meglio uscita del padre dalle scene.
É tutto molto angosciante perché Truman riesce a capirlo sempre di più da piccole cose, ad esempio la ripetizione di certi spostamenti da parte di macchine o persone, dal fatto che venga quasi ostacolato dal resto della città se mai avesse voglia o intenzione di andare in un altro luogo che non faccia parte del programma; ma nonostante provasse a parlarne con sua moglie o il suo migliore amico ecco che viene preso per matto e queste menzogne sono il motivo per cui si senta oppresso e anche dal fatto che lui sappia che sia tutto molto strano e che però non trova come uscirne.
La morale del film così come il significato è difficile da interpretare... Dal mio punto di vista infatti la prendo un po' come una denuncia all'umanità, il fatto che sotto sotto tutti noi siamo programmati e indirizzati da altre potenze a fare determinate cose, diventando burattini della società.
Un'altra opinione che sono riuscita a formulare e che ho sfornato dalla mia mente malata l'ultimo secondo del film é che: magari il film vuole criticare il pubblico e non solo il creatore del programma. Se ci fate caso, dopo la fine del programma in cui Truman esce definitivamente dalle scene (che ohmiodio mi ha fatto troppo piangere), il film si conclude con la scena di due telespettatori che appena finito il programma, con una freddezza assurda vanno già alla ricerca di qualche altro spettacolo in tv da guardare.
Quindi si é davvero un bel film.
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Point of view: Cinema
RandomNon sono una di quei professionisti che hanno visto tutto il cinema dall'invenzione della cinepresa ad oggi... Sono solo una spettatrice del pubblico che non fa altro che guardare troppi film spiegando come meglio può cosa ne pensa.